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La Mano Di Gloria (Libro 2) – Renato "Mercy" Carpaneto

Creato il 29 giugno 2014 da Maxscorda @MaxScorda

29 giugno 2014 Lascia un commento

La Mano Di Gloria (introduzione parte 1)
La Mano Di Gloria (introduzione parte 2)
La Mano Di Gloria (Libro 1)

La Mano Di Gloria (Libro 2)
I giochi sono decisi, il solco e’ tracciato, l’incantesimo ci avvinghia ed ipnotizza. Il primo libro e’ servito ad introdurre la storia e a dar fuoco alle polveri. Tanto il materiale sospeso, molti gli scenari possibili e il rapporto che s’instaura coi diversi personaggi gia’ si consolida in una confidenza difficile da riscontrare con altri testi o perlomeno e’ una sensazione gia’ nota ma che si riserva agli scritti dei grandi della letteratura mondiale.
Eppure dopo le prime 700 pagine, Mercy sa ancora sorprenderci, e non per l’ultima volta, col racconto dettagliato delle forze del male, quei cattivi che necessariamente devono acquistare il medesimo spessore riservato agli eroi e non potrebbe essere diversamente pena il depotenziamento degli uni e degli altri. Non posso e non voglio anticipare nulla ma diverra’ chiaro il titolo del libro e soprattutto dopo tanta teoria e piccole scaramucce, si entra nel cuore dell’azione che svelera’ tesi ed antitesi, il tutto riassumibile nella mutazione del gruppo ribelli di Edelweiss e della Societa’ dei Custodi, nella Mano di Gloria. Cio’ che in apparenza pare limitarsi ad un semplice cambio di nome, denota invece un allargamento d’intenti e una riformulazione ideologica e filosofica che vede al centro di tutto sempre lui, Pietro Jorio. Pagina dopo pagina, Carpaneto costruisce un gigante, un nome destinato a rimanere nella Storia, uno tra i pochi che sara’ ricordato per aver spostato gli assetti geopolitici mondiali per molti secoli a venire.
Egli e’ un eroe ma soprattutto e’ un pensatore, un uomo dall’immensurabile capacita’ di analisi e percezione. Erede del migliore dannunzianesimo, empatico nei confronti degli altri, sa usare le parole e ancora meglio riesce a spiegare e a spiegarsi, sa rendersi allievo e maestro non imponendosi se non attraverso la ragione e il buonsenso. Come un vero leader, non comanda ma conduce, senza chiedere nulla che egli per primo non sia disposto a concedere. Mercy lo tratta con rispetto e ovvia ammirazione. E’ evidente non si tratti soltanto di un personaggio fittizio ma ne fa modello al quale tutti quanti si tende ad ispirarsi, qualcuno da elevare a obiettivo nella speranza di avvicinarcisi almeno un poco, essere degni di un pensiero alto e cristallino, complicatissimo eppure facile da afferrare, logica che affonda le radici nella storia di un popolo, nelle sue tradizioni che per quanto negate e calpestate dai burocrati e dai loro schiavi democraticamente illuminati, restano impresse nella fibra di ognuno di noi. E’ per questa ragione che quanto accade pare una conseguenza ovvia seppur terribile e quel baratro che Carpaneto si appresta a delineare, e’ molto piu’ che verosimile, e’ gia’ storia. E’ qui che avviene una sorta di transfert ed immersione e il lettore entra letteralmente nel libro come coprotagonista perche’ mentre Jorio si rivolge ai suoi sodali, e’ anche a noi che parla, umili allievi di una lezione che e’ tutto fuorche’ finzione. Del resto ripetiamolo, alla stregua di Ayn Rand, Mercy enuncia tesi ed antitesi, introduce e risolve con ferrea sequenzialita’ di eventi e posizioni. Egli non si risparmia e non risparmia niente e nessuno, freddo nella logica ma al contempo accalorato nell’emergenza di un popolo che si sta disintegrando sotto il peso dell’indottrinamento voluto per una sola ragione, la solita, sempre quella: il potere.
Ad ogni modo la storia avanza veloce e dopo i nomi nuovi, ci si addentra sino in fondo nella vita dei protagonisti che abbiamo gia’ conosciuto, li si segue nella rapida evoluzione dovuta agli eventi ma soprattutto legata a una rivelazione interiore che dopo decenni di oppressione sfoga finalmente verso cio’ che l’individuo e’, non come qualcuno suppone debba essere. Intanto si delinea sempre meglio e sempre piu’ la non scontata conclusione e si colora di tinte epiche eppure misteriose. Magia e razionalita’ si accostano perche’ esiste un fine superiore, una scacchiera predisposta ad una inevitabile partita dagli esiti tutt’altro che certi.
La chiave di tutto e’ la Bellezza ci dice Mercy attraverso le parole di Jorio, suo alter-ego e potrebbe funzionare, si dico, funzionare anche nella realta’ ma intanto la storia continua e l’epilogo e’ vicino.

La Mano Di Gloria (Libro 3)

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