Il cinema e l’arte come terapia oppure come strumento per raccontare la disabilità, per renderla meno distante dalle nostre vite “normali”, ma anche per far emergere disagi e denunce, come in Vietato ai disabili di Fabio Masi (2014), solo per citare un esempio recente; è in questo ambito che si colloca il lavoro di Francesco Paolucci, regista e sceneggiatore di La mano nel cappello, insieme a Giuseppe Tomei e Luca Serani.
Il film, presentato a L’Aquila l’8 dicembre in una sala piena e entusiasta, è nato da un laboratorio, finanziato, in parte, dal fondo 8 per mille della Chiesa Valdese e sviluppatosi all’interno dell’associazione “Comunità XXIV Luglio”, che da trenta anni si occupa di disabilità.
Nella storia di “La mano nel cappello” tre ragazzi (Luca Serani, Matteo Di Genova, Alessandra Busilacchio) si incontrano, per motivi diversi, in una comunità per disabili e provano a confrontarsi con i suoi ospiti, con la loro quotidianità, ma anche con la straordinarietà dell’allestimento di uno spettacolo teatrale, il Don Chisciotte.
Il film si snoda quindi nella descrizione, spesso ironica, del rapporto tra gli utenti della “XXIV Luglio” e chi ci è capitato temporaneamente; si susseguono situazioni e quadri nei quali i personaggi vengono abbozzati nella loro evoluzione, fino al lieto fine della rappresentazione del Don Chisciotte i cui protagonisti sono gli utenti della Comunità.
La mano nel cappello, tra realtà e fantasia, è un progetto che vede nella sua stessa realizzazione gli elementi di maggiore pregio, per aver voluto rendere la macchina produttiva cinematografica momento di laboratorio e confronto con una comunità che ha da dire qualcosa e con le immagini ha trovato uno strumento di comunicazione ed espressione, grazie anche alla passione degli autori del film e degli operatori che hanno contribuito alla sua realizzazione.
Passione e follia sono stati sicuramente ingredienti essenziali del film e non a caso Don Chisciotte è evocato come nume tutelare di questo primo lungometraggio di Francesco Paolucci, quasi a volerci suggerire le durezze dello scontro che un regista con la sua troupe deve sopportare per portare avanti una produzione con i pochi mezzi disponibili. Uno scontro a cui Paolucci non si è sottratto e questo primo tentativo gli auguriamo possa consentirgli, come ai protagonisti del suo film, di trovare armi più solide per fronteggiare i “mulini a vento”, nel suo caso del cinema e delle mutevoli forme dell’audiovisivo.
La scheda tecnica
Regia: Francesco Paolucci
Sceneggiatura: Giuseppe Tomei, Luca Serani, Francesco Paolucci
Musiche: Malia, Francesco Moscardi, Trio99, Banda di Fontecchio
Montaggio: Stefano Ianni
Fotografia: Francesco Colantoni
Audio presa diretta: Davide Iannucci
Organizzazione Generale: Anna Romano
Direttore di Produzione: Antonio Iacobone
Costumi: Antonella Annunziato, Nicoletta Di Genova, Mara Gentile
Trucco e parrucco: Claudia Colista, Sara Maddalena Cocuzzi,Giorgia Roca,Barbara Saturni,Tamara Alfonso
Scenografia: Antonio Fiori, Roberto Paolucci, Annalisa Capannolo, Barbara Fabiani
Segreteria di edizione: Davide Sabatini, Chiara Feltrin, Veronica Valerio, Ilaria Santilli, Claudio Del Tosto, Paola Retta, Andreas D’Amico
Foto di scena: Andrea Mancini, Adriano Bucci, Marco D’Antonio, Liberato Di Loreto, Serena Di Vito
Con Luca Serani, Matteo Di Genova, Alessandra Busilacchio, con l’amichevole partecipazione di Alessandro Coccoli.
di Alessia Moretti – fonte News-Town