La manovra economica di Ferragosto, la sopravvivenza di Tremonti e un po’ di D’Alema che non guasta mai
Creato il 29 giugno 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Per dirla alla Mentana, ci sono “fatti straordinari sotto il sole della politica”. Sono molti, in questa lunga pre-estate calda, che quasi ci perdiamo nella scelta di quelli da trattare. Però, siccome spesso sono puttanate, se ne tralasciamo qualcuno a nessuno verrà uno sturbo e noi ci saremo divertiti comunque. Dunque. Il summit di ieri fra Bossi, Berlusconi e Tremonti doveva essere una sorta di redde rationem per il super ministro dell’economia. Dalle parti di Palazzo Grazioli tirava aria di tregenda mentre nella notte i carabinieri di vigilanza erano stati testimoni di un vero e proprio sabba nel cortile della residenza romana del premier. C’erano tutti, vampiri, streghe, diavoli&demoni e financo i sacerdoti voodoo con il pupazzo di Giulio in mano con annessi aghi conficcati in testa e nelle parti basse. Era lui che dovevano esorcizzare e, in qualche modo, ci sono riusciti anche se Bossi ha detto “...gov...risc...orc...maron...fig...d...putt”. Cosa è successo dalle parti del Casino di caccia romano di Silvio? Esattamente quello che almeno una parte dell’opposizione si aspettava: legge finanziaria a base di lacrime e sangue ma solo dal 2013, quando a doverci mettere le mani sarà un nuova maggioranza e un nuovo esecutivo. Dei complessivi 40 miliardi previsti dalla manovra per rispettare le direttive della UE, nei prossimi due anni se ne prevedono 7, al massimo 8, i restanti saranno cazzi di chi arriverà. Nel frattempo ai ministeri verranno dati un po’ di milioni in più grazie ai soliti tagli trasversali di Giulio "il potatore", all’aumento dell’1 per cento dell’Iva, al blocco del turn over e, dal 2012, alla reintroduzione del ticket sanitario. C’è da dire che grazie alla legge sul federalismo voluta fortemente dalla Lega, comuni e province aumenteranno i balzelli di loro pertinenza, compreso quello provinciale sulle assicurazioni Rca auto grazie al quale ogni automobilista si ritroverà a sganciare, in media, dai quattordici ai venti euro in più l’anno. Tutto questo a fronte poi delle notizie sui privilegi della politica (meglio, dei politici), davanti alle quali un cittadino normodotato dovrebbe prendere un cesto eufemistico di pomodori e tirarlo in faccia ai nostri deputati und senatori. Sapete quanto, nel 2010, ci è costata la cura dei denti dei parlamentari? 3 milioni e 100mila euro che, divisi per 945 fanno circa 3mila e 200 euro pro-capite. Ma quanto cazzo magnano? E possibile che tutti abbiano la dentatura devastata dalla carie? Ma l’opposizione mica se n’è stata con le mani in mano. Bersani, ad esempio, ha detto che questa maggioranza “sta prendendo in giro il paese”. Casini ha parlato di “senso di responsabilità – il suo – tradito dalle furberie del governo”, e Di Pietro? Che dice Tonino? Sembra impossibile ma l’aratore di Montenero ha dichiarato: “Noi esamineremo voce per voce la manovra di Tremonti e alla fine diremo un sì o un no. Se poi il ministro Tremonti voterà i nostri emendamenti ne saremo ben felici...”. Il che, tradotto in italiano corrente, significa che Di Pietro sta pensando seriamente di votare a favore della manovra proposta da Tremonti quando perfino il moderato Luca Cordero di Montezemolo ha scritto: “Mi sembra semplicemente folle e irresponsabile il balletto, a cui stiamo assistendo in queste ore, tra le diverse ‘anime’ del Governo, relativamente ai conti pubblici”. Torniamo a un nostro vecchio pensiero, Silvio non cadrà mai, non a queste condizioni, non con questi politici e soprattutto non se ogni giorno gli viene offerta su un piatto d’argento la possibilità di dire “siamo tutti uguali”. È stato arrestato Franco Pronzato, manager dell’Enac, responsabile del trasporto aereo del Pd. Pronzato ha un curriculum di tutto rispetto, consulente di Claudio Burlando e di Pierluigi Bersani al ministero dei Trasporti, è stato sponsorizzato dai pidini per i vertici dell’Enac. Storia sordida di ordinaria tangente (manco tanta roba) e di amicizie altolocate come quella con Massimo D’Alema e i suoi più stretti e fidati soci e collaboratori. Una storia che vede un imprenditore, Vincenzo Morichini, vero lobbista del "mondo di Massimo", ansioso di parlare con i giudici e dire tutto, ma proprio tutto, quello che di poco chiaro gira intorno al suo leader. Dalla Puglia alla Liguria passando per la Sardegna, stanno venendo fuori un po’ alla volta tutte le distorsioni che accompagnano solitamente un capobastone politico in questi anni bui e, anche se siamo convinti che D’Alema non abbia preso un solo centesimo per se stesso, denaro di dubbia provenienza che affluisce nelle casse della sua “corrente” o della sua Fondazione, rappresenta comunque un esempio di malapolitica sul quale riflettere. Dobbiamo dire però che Pronzato, al contrario di molti suoi colleghi colti con le mani nella marmellata, si è dimesso immediatamente da tutti i suoi incarichi. Questione di stile, questione di Ikarus.
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