- Prima domanda: si chiedeva ai soggetti di riflettere sulla soddisfazione generale della loro vita, attraverso un indice che andava da 1 (poco) a 10 (molto).
- Seconda domanda: si chiedeva ad ogni soggetto su come si fosse sentito il giorno precedente.
- Le risposte a queste due domande andavano a costituire l'indice di prosperità, che riguardava cose come sentirsi ben riposato, rispettato, impegnato a livello intellettuale, senza particolari sofferenze e cose di questo genere.
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Chiaro che se l'indice su cui basare la classifica è un'autovalutazione è piuttosto difficile pensare di avere un parametro di giudizio uniforme, valido per tutti i paesi. Il modo di giudicare può variare rispetto alla situazione personale, alle aspettative (maggiori nei paesi avanzati, minori in quelli emergenti), capacità di valutazione individuale, influenze esterne temporanee, insomma è un indice di valutazione piuttosto variabile. Comunque, se è vero che l'indagine è durata quattro anni, questo fatto può aver limitato, in parte, l'enorme differenza di valutazione di cos'è la felicità.
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