>>La Marlane Marzotto ha avvelenato Praia…

Creato il 09 novembre 2013 da Felice Monda

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L’Italia è un paese inquinato, inquinato da una classe dirigente senza alcun rispetto della vita e dell’ambiente…umiliato da un popolo che non sa più reagire, che ha imparato solo a subire…massacrato da una politica che non rappresenta gli interessi generali, che è nelle mani di arrampicatori sociali senza scrupoli e di parolai senza cervello né pensiero.

E così avvelenare Taranto, la Campania, Praia a mare e le altre mille città, sotto lo scacco degli interessi privati e nella totale assenza di quelle istituzioni che dovrebbero garantire la salute dei cittadini…diviene semplice normalità, cronaca da leggere su quei quotidiani che ben si guardano dal denunciare, con rabbia, quegli abusi che sono costati la vita di decine di centinaia di persone.

La Marlane Marzotto ha avvelenato Praia, i suoi operai, gli abitanti…la prova sta negli oltre 100 morti per neoplasie devastanti, nelle malattie che hanno colpito, e colpiscono, decine di ex-operai e di cittadini…ma la giustizia italiana, quando “giudica” i potenti, è farraginosa, lenta…incline a concedere spazi e tempi agli avvocati strapagati dei potenti…imbrigliata da iter processuali che favoriscono chi non vuole che si arrivi a sentenza…che tutto sia prescritto…anche se le morti e le sofferenze, quelle no, non hanno fine.

18 anni sono trascorsi dalle prime notizie di patologie tumorali che colpivano gli addetti dell’azienda…16 dalle prime interrogazioni parlamentari…10 dall’avvio dell’istruttoria…mentre si moriva e si soffriva…e lo Stato stava, come sempre, a guardare.

Ora le famiglie sono più sole di prima, i malati più disperati di prima…la prescrizione è nell’aria…ed il magnanimo magnate del tessuto “concede” una via d’uscita…20-30mila euro a morto…tanto vale la vita di una persona per la Marlane Marzotto…20-30mila euro…e chi è solo con la propria malattia, con la propria sofferenza…viene messo con le spalle al muro…quasi fosse lui il colpevole di quanto è accaduto.

Delle decine di parti civili costituitesi nel processo…rimangono solo Slai cobas e Medicina Democratica…le altre, Cgil, Comune di Praia, Regione, etc…lasciano che il silenzio ed il tempo cancellino la vergogna di quanto è successo…la vergogna di non aver fatto nulla affinché non accadesse…la vergogna di lasciare soli, anche oggi, quei lavoratori, quelle famiglie.

Lo Slai cobas ha presentato l’8 novembre, tramite il suo avvocato Bartolomeo Senatore, un esposto alla Procura di Paola, trasmesso in copia anche al CSM e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nel quale si richiede “l’accertamento di ipotesi di reato per l’abnorme dilatazione dei tempi processuali, di quanti hanno contribuito e concorso a creare quei danni ambientali causa della strage in corso e la verifica sulla liceità o meno degli ingenti finanziamenti pubblici erogati all’azienda e sul pericolo che i terreni inquinati possano ritornare in possesso, per ulteriori speculazioni, proprio di chi li ha avvelenati”.

Per fortuna c’è ancora qualcuno per cui “la morte dei lavoratori non ha un cartellino con un prezzo da poter pagare che ne cancelli sofferenze e disperazione” (Mara Malavenda segretaria nazionale dello Slai cobas) “come sindacato, costituito nel processo come parte civile, non molleremo perché non può esserci transazione civile in grado di estinguere questi reati penali. Faremo l’impossibile affinché questo processo arrivi alla sua naturale conclusione e che accerti le responsabilità di chi si è macchiato di questa orrenda strage”…e l’Italia dovrebbe stare con loro.

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