La Marmellata di Dio
di Iannozzi Giuseppe
Li chiamammo giorni di gloria.
Li dicemmo belli e di più quei giorni oggi lontani, impossibili da credere.
Fummo davvero troppo fedeli a noi stessi, perché non fosse la sconfitta a prenderci; ma ognuno di noi continuò ad ergere inutili barricate di ferro e di carne, nel vano tentativo di tener fuori il Nemico.
Lo sterminio ci prese in casa nostra, spargendo sangue sulle illusioni – sulle realtà erette con la sola forza della volontà, della speranza.
Gesù è un pederasta. In un cesso di quart’ordine l’hanno beccato con le mani compromesse nella Marmellata di Dio: molestie su una bambina più piccola e innocente di Maria.
Se solo fossimo stati onesti, quei giorni li avremmo detti, da subìto, di sconfitta senza neanche tentar di viverli.
Se solo fossimo stati civili, oggi i morti – che noi indegni sopravvissuti raccontiamo ai nostri figli – siederebbero insieme a noi brindando con del buon vino rosso. Ed invece son soltanto fantasmi dati alle stigmate del conformismo – alle lagrime di sangue delle Madonnine di pietra.
Oggi se fossimo veramente civili, quei giorni lontani non li crederemmo belli nonostante tutto, e non li ricorderemmo.