“Le Porte Del Domani” è il nuovo album de La Maschera Di Cera, uno dei tanti progetti di Fabio Zuffanti che è il propositore di una intensa ancorché lucidissima azione musicale che appare a tratti trabordante. Capiamoci, mettere in circolo materiale a raffica è ai giorni nostri cosa possibile, ma la qualità, la precisione, il coraggio di questo leader geniale (fuggo dal termine prog-man, assai riduttivo) ha qualcosa di sorprendente: da dove sgorgano copiose le idee? Come si raggiungono obiettivi diversi, perseguiti in modo parallelo? Un paio di mesi fa, ad una precisa domanda legata alle news MDC, Fabio rispondeva dalle pagine di MAT2020: “… stiamo per varare un progetto molto importante, forse il più importante della nostra carriera, un nuovo album che sarà una sorta di summa del lavoro degli ultimi dieci anni e rappresenta il nostro totale - e forse definitivo - omaggio alla stagione dorata del prog italiano con la particolarità che del disco sarà disponibile un'edizione cantata in italiano e una in inglese, cosa mai sperimentata prima dalla MDC, ma che ci ha dato grandi soddisfazioni”. Il coraggio, come scrivevo poc’anzi, non è certo mancato. Fornire un “omaggio alla stagione dorata del prog italiano” significa nello specifico riprendere in mano un capolavoro del passato, quel “Felona e Sorona” che compie giusto 40 anni, creazione de LE ORME, il cui valore trovò una sorprendente consacrazione internazionale. Quali le motivazioni di questo follow up? Azzardo, al di là delle affermazioni ufficiali: omaggio al prog e a una band seminale, punto di riferimento per generazioni di musicisti( e ascoltatori); desiderio di proporsi come prosecutori di un filone che, pur rinnovato, tiene ben saldo il legame col passato; nostalgia, sfida (nel senso del mettersi alla prova) e piena coscienza delle proprie capacità. Esiste poi il bisogno di chiudere il cerchio, di trovare un finale alla storia dei due mondi, Felona e Sorona, lasciata incompiuta, una saga che mette in scena l’eterno scontro tra il bene e il male, che ne “Le Porte Del Domani” trova la perfetta conclusione, il raggiungimento della luce alla fine di un lungo tunnel buio. Un iter drammaticamente attuale, con culture in perenne lotta, con amori contrastati, con solitudine e infelicità, con l’universo femminile come guida autorevole verso la saggezza, e con un Dio… umano e comprensivo. Anche la copertina ha un forte link con l’album de LE ORME, essendo stata curata da Lanfranco, il pittore che creò il dipinto originale di “Felona e Sorona” e che ha messo a disposizione della MDC la sua opera del 1968 “Gli amanti del sogno”. “Le Porte Del Domani”, pubblicato da AMS Records/BTF è anche estremamente completo dal punto di vista del pacchetto editoriale: CD in italiano, in inglese, LP, e in più uno speciale box contenente la litografia su plexiglass del dipinto e tutte le versioni di CD e LP. L’utilizzo della doppia lingua mi ha permesso di fare un’esperienza nuovissima, ovvero l’ascolto comparato delle due versioni della suite da quarantacinque minuti, suddivisa in nove capitoli. Tra gli intenti della band, la ricerca dell’equilibrio tra suoni che dovevano profumare di passato, ma con una veste decisamente moderna: risultato pienamente raggiunto, e occorre dire che gli Hilary Studio di Rox Villa sono ormai un luogo sacro e collaudato, soprattutto per quanto riguarda il mondo prog.
Il doppio ascolto dicevo. Ogni tanto mi piacerebbe parlare della musica di Zuffanti con il massimo rigore possibile, alla ricerca di angoli bui, perché da critiche costruttive nascono opportunità di miglioramento, ma … mi riesce difficile. Nel mio giudizio non entra l’amore per il genere musicale, ma sono colpito dalla qualità - e quantità - di idee, tutte di forte impatto emozionale. L’istinto ha per me un ruolo primario, e afferrare il percorso vocale di Alessandro Corvaglia mentre viene “investito” dagli archi può portare a spasso nel tempo, seguendo coordinate spaziali e temporali ormai lontane, ma terribilmente attuali. Ho accennato al vocalist perché nel corso dell’ascolto non ho risolto il dilemma della lingua: se da un alto la versione italiana permette di comprendere al volo i dettagli delle liriche, il cantato inglese ha un fascino unico, quello che mi ha portato ad innamorarmi di band straniere quando ero un adolescente e di inglese sapevo ben poco. Alternare l’ascolto può essere un buon compromesso. Ma un album come “Le Porte Del Domani” non può nascere senza reale lavoro di squadra e oltre ai due già nominati, Zuffanti e Corvaglia, occorre evidenziare l’importanza delle tastiere di Agostino Macor - coautore di un brano, il gioco ritmico di Mau Di Tollo - coautore dei testi - e i passaggi eleganti e misurati del flauto di Andrea Monetti. Un’altra segnalazione d’obbligo quella relativa alle partecipazioni di Martin Grice, flauto e sax, e di Laura Marsano alla chitarra solista. Un tuffo nel passato ed uno sguardo al futuro, con la speranza che il lieto fine auspicato ne “Le Porte Del Domani”sia uno stimolo alla riflessione e all’azione positiva… la musica ha anche questo potere. E crollano ogni odio ed egoismo Nella quiete che ritorna Tutto quanto trova la sua pace I due pianeti brillano nel cielo E’ nato l’Uomo Nuovo alle porte del Domani
LA MASCHERA DI CERA Alessandro Corvaglia: Voce solista, chitarra Maurizio Di Tollo: Batteria, cori Agostino Macor: Tastiere Andrea Monetti: Flauto Fabio Zuffanti: Basso
Magazine Cultura
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