La festa, e più in particolare quelle tipologie di feste legate al sovvertimento dell’ordine sociale costituito sono un importante elemento di interesse e studio, questo è certo. Ed è proprio dall’analisi della ritualità in determinati contesti, tanto cristallizzati quanto in progress, che prende le mosse il prezioso volume La maschera e il corpo, co-curato da Pietro Sisto e Piero Totaro, pubblicato dalla barese Progedit, con il contributo della Regione Puglia e del Comune di Putignano – Assessorato alla Cultura, nell’ambito del progetto «Comicamente». Il testo raccoglie le risultanze delle giornate di studio dal titolo omonimo, tenutesi a Putignano il 3, 4 e 5 marzo 2011: un appuntamento che continua una proficua attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale del Carnevale, inteso come evento (im)portante nel contesto comunitario. Antropologi, demologi, sociologi e studiosi delle tradizioni letterarie e popolari si sono ritrovati nelle necessità di riflessione su una festa che, attraverso mille rivoli e con numerose trasformazioni, riesce ancora oggi a sopravvivere alle urgenze ed emergenze della post-modernità. E il risultato è stato La maschera e il corpo.
Il volume, è bene dirlo, si inserisce in un più ampio percorso culturale che mira alla costituzione di un Centro permanente di studi sulle feste, sulla tradizione carnevalesca e satirica, con sede a Putignano, e si segnala decisamente per la varietà degli interventi proposti. Si va dall’inquadramento più generale di Domenico Scafoglio, che parla di «maschere del tempo gioioso», procedendo opportunamente a una contestualizzazione dei principali snodi culturali, e sociologici, sottesi al Carnevale, agli interventi, quantunque un tanto eterodossi comunque notevolissimi, di Giuseppe Mastromarco e Bernhard Zimmermann, dedicati rispettivamente ad Aristofane e alla questione delle maschere animalesche, e alla considerazione del corpo umano nella Commedia Antica; dallo studio Per un repertorio delle maschere meridionali tra Carnevali vissuti e Carnevali della memoria, di Ferdinando Mirizzi, al contributo di Mario Atzori, Uomini e bestie nei carnevali della Sardegna, tutto ciò solo per citare alcuni dei saggi, di estensione anche discretamente eterogenea, che compongono il volume.
Nel complesso, La maschera e il corpo ci restituisce un panorama di studio piuttosto variegato, sì, ma ben saldo su un nucleo di conoscenze e riflessioni legate alla storia dei comportamenti delle comunità in una, peraltro indispensabile, prospettiva eminentemente diacronica. A completare, ed altresì impreziosire, il volume, fotografie a colori fuori testo e un contributo, che precede le opportune conclusioni di Luigi M. Lombardi Satriani, a cura di Moni Ovadia, attore, drammaturgo, regista, compositore, cantante, e più in generale istrione, intitolato Riflessioni sul Carnevale ebraico, in cui Ovadia parte dall’anti-idolatria di sintesi dell’Ebraismo, per arrivare al Purim e alle modalità con cui l’ebbrezza carnascialesca si interfaccia con l’Ebraismo stesso. Un percorso circolare che è un po’ il percorso de La maschera e il corpo: partire dall’estroversione per giungere finalmente all’introspezione.
In copertina: Joan Mirò – Il carnevale di Arlecchino (1924-1925)