Tracce di huntite e porpora sulle ossa poste all'interno dei larnakes d'oro
della Tomba II di Vergina (Foto: Ethnos)
Il Direttore della Ricerca e il Responsabile del Laboratorio di Archeometria presso l'Istituto Democrito, Giannis Maniatis, che ha condotto le analisi sui resti, ritiene che la maschera alla quale appartenevano avesse una complessa architettura formata da tessuto laminato. Si tratta di un unicum, finora, in Macedonia, realizzato da sei o sette strati di huntite e porpora, che Filippo II di Macedonia aveva l'abitudine di indossare durante le cerimonie religiose, forse come sommo sacerdote dei misteri orfici.
La quantità dei residui scoperti non è tale da far pensare ad un tessuto che avvolgesse il corpo durante la cerimonia funebre di cremazione, come era stato supposto in un primo momento. Rimangono ancora senza risposta le domande circa l'origine della huntite, il minerale utilizzato per confezionare la maschera. Si tratta di un minerale piuttosto raro a trovarsi e di solito è associato all'idromagnesite. Miniere miste dei due minerali sono note sia in Grecia che in Turchia, dove vengono sfruttate commercialmente per le loro proprietà ignifughe, dal momento che hanno il punto di fusione a circa 450-800 gradi.
L'analisi degli scheletri ritrovati nella Tomba II di Vergina, condotta dall'antropologo Theodoros Antikas, mostra chiaramente che i resti appartenevano a Filippo II ed alla figlia del re Skythian Atheas. L'uomo, al momento della morte, aveva un'età compresa tra i 41 ed i 49 anni.