La "Matematica" di Bolondi e D'Amore a Caffè Letterario
Creato il 09 giugno 2010 da Caffeletterariolugo
Serata “matematica” da tutto esaurito quella di lunedi 7 giugno con Bruno D’amore e Giorgio Bolondi che hanno presentato i loro volumi “Matematica. Stupore e poesia” edito da Giunti e “La matematica non serve a niente” fresco di stampa per i tipi della Editrice Compositori. Anche questa volta il matematico bolognese, alla sua quarta presenza al nostro Caffè Letterario, ha attirato tantissimo pubblico coadiuvato, oltre che dal suo compagno di scrittura Giorgio Bolondi, dagli interventi di un vero e proprio “parterre du roi” universitario composto da Massimo Ferri, ordinario di Geometria alla facoltà di Ingegneria, Gian Mario Anselmi , direttore del dipartimento di Italianistica, Emilio Pasquini ordinario di Letteratura Italiana. A rendere ancora più gradevole la serata hanno contribuito poi le letture, tratte dai libri dei due matematici bolognesi, degli attori Barbara Bonora e Gabriele Argazzi della compagnia “L’aquila signorina – terzadecade”. Tanti spettatori in un contesto decisamente letterario, dimostrano ancora una volta, se ce n’era bisogno, che la matematica se presentata in maniera accattivante e intelligente è in grado di affascinare e incuriosire un pubblico molto vasto di “lettori” costituito non necessariamente dai soliti addetti ai lavori. Di questo hanno parlato soprattutto i due professori “non-matematici” seduti al tavolo dei relatori. Gian Mario Anselmi, che ha cominciato la serie degli interventi, ha centrato la sua attenzione sulla matematica come scienza del possibile. «La matematica è certo la scienza del rigore, dell’esattezza, della puntualità, dell’ampiezza delle dimostrazioni, ma anche paradossalmente (per i non addetti ai lavori) è la scienza del possibile, dell’ipotecabile, del futuro. E’ una disciplina assolutamente in movimento, al contrario di quel blocco unico di sapere senza storia né percorso che ci viene trasmesso nelle aule un po’ imbalsamate delle nostre scuole.» E di storia della matematica si parla nei libri in questione, attraverso soprattutto le citazioni di famosi pensatori, matematici e non, che ci aiutano ad entrare non solo nelle grandi conquiste di questa disciplina, ma anche nella vita dei suoi protagonisti, quasi a volerci dire che la matematica è fatta di carne e sangue come tutte le scienze e come tutte le attività umane, lontanissima insomma da quella materia esangue , un po’ simbolo di tortura, che i ragazzi dalle scuole medie in avanti conoscono spesso se non hanno la fortuna di incontrare bravi insegnanti. Emilio Pasquini, uno dei massimi dantisti contemporanei, ha centrato invece il suo intervento sulle parentele fra la matematica e la poesia. «Tutta la poesia moderna si può leggere in chiave matematica e non c’è dubbio che quando si sostiene, nella linea che va da Baudealaire a Mallarmè a Valerie, che la poesia è musica, rapporti, analogie, queste sono le stesse definizioni che mette in campo la matematica. La funzione poetica è infatti costruita sulle analogie, i parallelismi e i rapporti matematici.» Ultimo degli interventi quello di Massimo Ferri che ha parlato da matematico-geometra del "piacere" di fare matematica. «Lasciateci fare la matematica, è cosi bella! Lasciamo stare questa ansia dell’utilità della matematica, questa angoscia sull’applicabilità di teoremi più o meno astratti. Sicuramente sarà, come è sempre successo finora, che quella formula o quella dimostrazione verrà utilizzata da qualche ingegnere per una nuova diavoleria tecnologica. La matematica quindi solo per il gusto di farla. I matematici sono una confraternita, direi quasi un ordine monastico, i cui adepti vengono iniziati, non senza fatica, ai Misteri, attraverso i quali si arriva a quella bellezza ideale e a quel vero godimento che credo poche discipline riescano a suscitare.» Le letture di Barbara Bonora e Gabriele Argazzi hanno intervallato i vari interventi regalandoci le parole di grandi poeti, pensatori e matematici del passato, come Dante, Palazzeschi, Galileo, Trilussa e tanti altri e al termine come nostra buona abitudine il consueto brindisi offerto a tutti i presenti ha suggellato un'altra bella serata di Caffè Letterario.
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