La medusa immortale: immune da malattie od infermità senile, eternamente giovane e sana

Creato il 17 giugno 2013 da Alessiamocci

Da sempre l’uomo sogna di essere immortale. Il cinema e la letteratura sono ricchi di esempi di personaggi che non conoscono il passare del tempo e che, per ottenere l’immortalità, hanno dovuto scendere a patti col diavolo, oppure rinunciare alla loro parte umana.

Fino ad ora si è trattato solo di finzione, ma possiamo finalmente annunciare che è stata scoperta una creatura in grado di svelarci il segreto dell’eterna giovinezza. Si tratta di un organismo immortale che non invecchia e non muore mai, almeno di morte naturale. È immune da malattie o infermità senile, eternamente giovane e sano.

Non teme il tempo che passa, come purtroppo fa l’uomo. Ma di cosa si tratta? Semplicemente di una creatura vivente in grado di violare tutte le leggi, un’eccezione alla regola. La scoperta che potrebbe rivoluzionare il mondo scientifico, è comunemente denominata Medusa immortale, un idrozoo della famiglia Oceanidae, all’anagrafe Turritopsis Nutricula.

Essa rappresenta l’unico animale conosciuto in grado di tornare allo stato di polipo dopo aver raggiunto la fase di medusa adulta. Originaria dei Caraibi, questo tipo di medusa è ormai diffusa in tutto il mondo. Si presenta con una forma a campana del diametro massimo di appena 5 millimetri, con una soglea (la parte gelatinosa) sottile e con qualche addensamento al vertice.

Incredibile la capacità di queste creature di controllare i propri geni poiché, in caso di pericolo o alla conclusione di un ciclo fertile, esse tornano “indietro nel tempo” allo stadio infantile del loro sviluppo e cominciano da zero la loro vita. È come, tanto per fare un esempio, se la farfalla al termine della sua esistenza anziché morire tornasse ad essere bruco.

In campo scientifico capita spesso che le scoperte più curiose avvengano per caso. Lo zoologo italiano Fernando Boero dell’Università del Salento ha compiuto una serie di esperimenti su alcuni esemplari di Turritopsis Nutricula. Prima di lui nessuno aveva mai studiato questo tipo di medusa, visto l’aspetto poco significativo.

La scoperta dell’”immortalità” è stata casuale. Una volta Boero, partendo per un viaggio di lavoro, lasciò incustodito un acquario con all’interno questi organismi. Quando tornò l’acqua della vasca era evaporata e tutti i suoi abitanti erano morti. Ma proprio qui viene la parte più interessante. Boero decise di analizzare i resti delle meduse al microscopio. Pensate alla sorpresa quando scoprì che non erano morte. Esse erano tornate allo stadio larvale dopo essersi liberate dei tentacoli. Vennero rimesse nella vasca con l’acqua e dopo qualche tempo avvenne qualcosa di unico: le larve nate si trasformarono in polipi e poi dai polipi si distaccarono le nuove meduse. Fu così che ebbe inizio l’importantissimo studio delle peculiarità del ciclo vitale e della rigenerazione di queste meduse.

Sono creature generate da colonie di polpi che vivono in fondo al mare. Durante la fase successiva del ciclo vitale, in cui fluttuano liberamente, possono riprodursi sessualmente per dare origine a planule che ricominciano il ciclo.

La medusa immortale, se disturbata, riesce a de-differenziare le sue cellule per tornare allo stadio primordiale con caratteristiche simili alle cellule staminali.

La svolta interessante sarebbe adesso poter passare dalle indagini cellulari a quelle di tipo molecolare per scoprire qual è e come entra in gioco lo switch genetico. Non sappiamo ancora come funziona l’interruttore in grado di invertire il ciclo vitale della medusaafferma Ferdinando Boero. Una scoperta che potrebbe fornire anche applicazioni in medicina, ma per la quale non ci sono al momento investimenti sostanziali” conclude.

Senza cervello, senza stomaco, nessun sistema nervoso centrale, nessun sistema respiratorio, nessun sistema circolatorio, eppure gli studiosi suppongono che le meduse-idrozoi Turritopsis Nutricola rappresentino gli unici organismi della terra in grado di ringiovanire autonomamente. Possono ripetere questo ciclo un numero infinito di volte, il che le rende praticamente immortali. Rimane la minaccia dei predatori naturali, poiché in condizioni particolari queste meduse sono in grado anche di violare l’equilibrio degli oceani, e costituire una minaccia per l’ecosistema.

L’ovvia ed inevitabile conseguenza è una proliferazione di queste creature dei mari, un’invasione silenziosa, per così dire, in tutto il mondo. Originariamente presenti nelle acque calde dei Caraibi, abbiamo detto che si stanno diffondendo velocemente in tutti gli oceani, aiutate anche da “passaggi” inconsapevolmente offerti dalle navi.

Al momento tuttavia, agli studiosi interessa capire come utilizzare questi minuscoli organismi per creare la “pillola dell’immortalità”. La sfida è avvincente e ha coinvolto l’umanità negli ultimi secoli. Chissà se saranno proprio queste piccole meduse a nascondere la pietra filosofale in grado di regalare alle future generazioni la tanto desiderata immortalità.

Written by Cristina Biolcati


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