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La Meglio Juventus – Baciamo le mani

Creato il 06 maggio 2013 da Vivalafifa @WlaFifa

I tifosi bianconeri, nella domenica dello scudetto, hanno una certezza: Antonio Conte non sarà più l’allenatore della Juventus il prossimo anno.

 

Si lo so cosa state pensando: ma dove prendi queste notizie? Non certamente dai tabulati telefonici della Telecom di Pronchetti Trovera utilizzati per spiare Bobone Vieri dopo gli allenamenti. Milioni spesi per sapere che frequentava clandestinamente la scuola di ballo di Gherrison, quello di Amici di Maria De Filippi in Maurizio Costanzo.

 

Chi conosce la storia sa che esiste uno “Stile Juventus” che ha raggiunto il suo massimo fulgore applicativo sotto il regno di Boniperti.

Raccontano che fosse un predestinato: da giocatore fece un accordo con gli Agnelli che ad ogni gol fatto poteva scegliersi una mucca. Quando il mandriano riferì che ogni lunedì si presentava un giovanotto biondo a prendersi una mucca, i proprietari risposero che erano a conoscenza di ciò. Quello di cui non erano a conoscenza che Boniperti se ne prendeva una gravida.

 

Il comandamento principale è: Non minacciare mai la società. E Conte lo ha fatto. E da uomo Juventus sa benissimo cosa significa questo. Nel 1982, dopo aver vinto i mondiali in Spagna, i signori Gentile, Tardelli e Paolo Rossi si presentarono da Boniperti chiedendo l’adeguamento dello stipendio per i risultati spagnoli. Non avendo raccolto l’invito di rivolgere la domanda al presidente della Federazione Avv. Sordillo, il quale li aveva minacciati di prenderli a calcio dopo lo squallido 0-0 nell’ultima amichevole pre-campionato, Boniperti li prese a calci fisicamente e li mandò fuori rosa.

 

E’ chiaro che non fu la richiesta di aumento dello stipendio a generare la reazione bonipertiana bensì l’aver reso pubblica la richiesta. E questo non si può fare. Mai. Ecco perché Antonio Conte, il prossimo anno sarà l’allenatore del Real Madrid.

 

Voi direte ancora: e chi sarà il prossimo allenatore della Juventus, di grazia? Anche qui non abbiamo dubbi: quello che fino adesso ha guidato la squadra. Quello che nella vela è definito il “tattico”. Dai che avete capito bene, non fate gli gnorri (l’autore non vedeva l’ora di utilizzare questo vocabolo n.d.r.).

 

“Dietro ogni uomo di successo c’è sempre un altro uomo” quanto volte lo abbiamo sentito. Non avete ancora capito? Bè allora siete de coccio. Chi è quello che ha imposto lo schema definitivo della Juve? Si quello che ha dato le maggiori garanzie? Il 3-5-1-1 con Marchisio a fare la punta e la mezza punta (punt e mes in torinese nd.r.). Fosse stato per Conte avrebbe giocato sempre e soltanto con il portiere nella metà campo e tutti gli altri davanti.

 

Ma Angelo e Alessio lo hanno ricondotto alla ragione e gli hanno fatto capire che avendo la difesa della Nazionale e la più forte in assoluto, c’era bisogno di un equilibrio non troppo sbilanciato e che soprattutto non si poteva tenere fuori uno come Pogba. Che Matri e Quagliarella non fossero da Juventus se ne era accorto anche Conte. Ma farglielo accettare non è stato semplice.

 

Così in una giornata storica (il 5 maggio rievoca dolci ricordi e non solo per la poesia del Manzoni che racconta della morte di Napoleone tifoso del Parì San Germen n.d.r.) il tifoso cerca di concentrarsi sul campo, dove bisogna prendere il punto necessario contro un Palermo assetato. Zamparini ha tuonato negli spogliatoi contro Sannino: O punti o via. Sembra che il presidente rosanero sia visto uscire con le lacrime agli occhi. Si è saputo poi che era il rimasuglio di uno sputo gigante che lo ha centrato in ambedue le orbite visive.

 

Nonostante ciò è risaputo che le società sono in buoni rapporti e che la città di Palermo sia un feudo juventino. A cementare l’amicizia ha concorso un giocatore palermitano fondamentale negli schemi di Trapattoni: Beppe Furino. In realtà è sempre stato definito un incontrista, nel senso che erano cazzi amari di chi lo incontrava a centrocampo.

 

Ancora oggi è il giocatore italiano (?) ad aver vinto più scudetti (8). L’ultimo, vinto nel 1984, è il più fenomenale: giocò soltanto due minuti nell’ultima partita di campionato per battere il record. Questa tattica gli venne dall’esperienza in nazionale, dove giocò soltanto tre partite, di cui la prima in Messico 70 contro l’Uruguay per sostituire un certo Angelo Domenghini. Grazie a questo importante evento si guadagnò il titolo di vice-campione del mondo.

 

Lo Juventus Stadium si presenta pieno in ogni ordine di posto con esclusione del settore riservato ai tifosi del Palermo. Gli ospiti si presentano in maglia rosa come la prima maglia ufficiale di nascita della Juventus.

 

La Juventus non ha nessuna premura di vincere ed al primo minuto si già affacciata due volte nell’area avversaria, con Asamoah in grande spolvero. Infatti sbaglia i primi tre tentativi di dribbling.

 

Il Palermo passa il centrocampo per la prima volta al 6 minuto e soltanto per 2 secondi, senza arrivare nell’area bianconera. La partita proceda con la supremazia territoriale della Juve con il Palermo che tenta le sortite in contropiede, senza fortuna per entrambe. Nel frattempo l’ACR Messina si porta in vantaggio contro la Nissa e vede la promozione in Lega Pro.

 

Al 26’ l’arbitro grazia Ilicic reo di aver colpito volontariamente e violentemente Bonucci. Subito dopo Vucinic spreca a tu per tu con Sorrentino che mette in angolo. Dalla sua battuta Marchisio sfiora il gol di testa. Il primo tempo si chiude sullo 0-0 con una doppia occasione juventina con Licchestain e Pogba di testa. Troppa accademia.

 

Negli spogliatoi Sannino carica i suoi dando una buona notizia: il Genoa sta vincendo sul Pescara. A tale notizia il Palermo reagisce immediatamente e al 5’ colpisce il palo con Miccoli che nasconde la palla a Chiellini. Conte si arrabbia leggermente e per consolarsi chiede al suo agente di viaggio se il biglietto d’aereo per Madrid è confermato.

 

Alessio convoca una riunione presso l’area tecnica per decidere il da farsi ed al 12’  si procede per la sostituzione di Licchestain con Padoin. Sarà per la bravura, sarà per il culo sarà perché Donati in area spinge ingenuamente alle spalle Vucinic, la Juve va subito dopo in vantaggio con Vidal su calcio di rigore.

 

Zamparini la prende bene e dà fuoco in tribuna VIP alla sua Duna acquistata nel 1970 con il primo incasso del suo emmezeta di San Giorgio a Nogaro. Andrea Agnelli lo consola: faceva schifo anche a me.

Al 20’ il Palermo sostituisce Miccoli ex juventino e la Juve sostituisce Asamoah con Pelusio. Sannino ringrazia e dice ai suoi in panchina: forse possiamo ancora farcela.

 

Infatti, al 32’ Hernandez sfiora il pareggio. Allora Conte decide per l’ultimo cambio e chiama Quagliarella per sostituire Vidal e tornare al 3-5-2. Ma un’occhiataccia di Angelo e Alessio lo inducono a cambiare idea e così esce Vucinic. Una punta per una punta, come da manuale.

 

Il Quaglia non si smentisce e colpisce immediatamente la traversa con un tiro da lunga gittata. Subito dopo la Juve fallisce il secondo gol dopo un’azione personale di Pogba, che subito dopo viene espulso dopo aver sputato addosso ad Aronica. I giocatori del Palermo si avvicinano al francese per conoscere la sua tecnica salivare.

 

Il Palermo tenta il tutto per tutto per arrivare al pareggio rischiando il contropiede, ed agli ultimi 20 secondi ha la palla-gol con Faulin che sbaglia clamorosamente davanti a Buffon. Il risultato non cambia 1-0.

 

La Juventus è campione d’Italia per il secondo anno consecutivo. 31^ vittoria di campionato e scudetto n. 29. Le stranezze della matematica.

Adesso Conte potrà pensare al suo futuro e chiedere a Florentino Perez gli indiscutibili rinforzi da portare a Madrid: Padoin e Pelusio. Su questi nomi, le prime voci spagnole parlano di una possibile frattura tra le parti: “Acchì non siamos pirlas”, avrebbe fatto sapere Butraghegno.

 

Alla fine della partita, i tifosi del Palermo rendono omaggio allo scudetto della Juve salutando Conte: Baciamo le mani, don Antonio.

 

Migliore in campo: Gherrison.

 


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