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La Meglio Juventus – CatTevezzimo lui

Creato il 24 settembre 2013 da Vivalafifa @WlaFifa

Dopo 11 anni Juventus e Verona si ritrovano in serie A. L’ultima partita giocata dalle due squadre si è conclusa con il risultato di 1-0 con un gol di Pavel Nedved, disputata allo scomparso stadio Comunale di Torino.

 

Per gli scaligeri è la prima volta allo Juventus Stadium e Mandorlini ha provveduto a tranquillizzare i suoi per non farsi intimidire dall’ambiente dominante: “Ho contattato il divino Mago Otelma per chiedere la sua onnivora onnipotenza”. A fine partita, dopo la sconfitta, costretto dai suoi giocatori, ha confessato di aver cercato il mago al telefono ma “non è raggiungibile”. Guardia di Finanza a parte.

 

Nel novembre del lontano 1985 Juventus e Verona si affrontarono per il ritorno dell’allora Coppa dei Campioni, in quello che fu il primo derby fra italiane nella storia della competizione per club più prestigiosa d’Europa. I bianconeri s’imposero per 2-0 sui gialloblù, che portavano sulle maglie lo scudetto conquistato l’anno prima. Era l’Hellas del “Mago della Bovisa” Osvaldo Bagnoli, di Antonio Di Gennaro, di Preben Elkjaer e degli ex juventini Pietro Fanna e Giuseppe Galderisi chiamato inspiegabilmente “Nanu”.

 

D’altronde le due società hanno sempre avuto buoni rapporti con scambi giocatori tra cui spicca, oltre agli altri nominati, il trasferimento di Domenico Penzo a Torino nel 1983-84. Un gigante buono da area e cosiddetto di categoria. Fu chiamato per sostituire un certo Bettega emigrato in Canada. La caratteristica principale era quale di avere buone gambe. Deformate ed indipendenti. Un 2WD praticamente. Contribuì quell’anno alla vincita dello scudetto e Coppa delle Coppe con 36 presenze e 10 gol. Ma soprattutto al salvataggio delle coronarie del suo ex allenatore. Di poco parole ma pesanti. Quando arrivò alla Juve dichiarò di non avere ambizioni. Boniperti gli sorrise e cercò subito un sostituto. Infatti restò solo un anno a Torino.

 

La Juve arriva dopo un doppio pareggio 1-1 a San Siro e Copenaghen, in rimonta. Conte ha dichiarato di essere comunque soddisfatto delle prestazioni e che non ha nessuna intenzione di cambiare. Infatti, gioca Storari al posto di Buffon pur non essendo infortunato ed già questa è una notizia. Si è resa necessaria la sicurezza dello stadio per rintracciare Storari al bar dello stadio dove di solito guarda le partite della Juve.

 

In difesa fuori Chiellini e dentro Ogbonna. Conte dichiara di non aver voluto punire il nasuto livornese per gli errori fatti contro l’Inter. “Può succedere a tutti una giornata storta, ma farsi prendere la palla da Ricchi Alvarez, senza aver tentato nemmeno l’omicidio, comporta necessariamente delle scelte. Abolite le frustate, non rimane che il dissenso tecnico”.

 

“Eppoi Ogbonna è un giocatore che abbiamo voluto a tutti i costi ed abbiamo battuto la concorrenza del Bardonecchia pur di averlo con noi quest’anno. Sono certo che potrà fare bene”. Infatti, il giocatore ex torinista dimostra sicurezza nei propri mezzi. Come al 36’ quando butta la palla in calcio d’angolo senza alcun motivo.

 

Poco male, se il Verona su quel corner non passasse in vantaggio con un certo Cacciatore che non crede ai suoi occhi ed impazzisce. E’ stato necessario l’intervento di Guardalà per fargli vedere il riplei del gol per convincerlo. Storari rimpiange di non essere rimasto al bar.

 

Fortunatamente questo episodio non ha influito sulla prestazione del colored. Infatti ha continuato a giocare come al solito, sbagliando innumerevoli passaggi e, su uno di questi, ha dato la possibilità al Verona di un pericoloso contropiede nel finale. Le telecamere di Scai hanno registrato una domanda labiale di Conte: “Marotta, ripetimi quant’è che lo abbiamo pagato?”

 

La linea mediana è rimasta la stessa, con l’eccezione di Isla al posto di Liccestain. “E’ stata una scelta tecnica, quello là mi sta sui marroni”, ha chiarito il mister. “Asamoà gioca perché mi sono reso conto che avrei dovuto sostituirlo con Peluso”.

 

Quagliarella, forte del suo gol in Danimarca era certo di giocare in avanti. Ed infatti, al fianco di Tevez, si vede Gliorente, per la prima volta dall’inizio. Vucinic la prende bene. Le solite voci bene informate hanno riportato di aver sentito il montenegrino brindare negli spogliatoi: “Prendo botilia, ammazzo familia”. Giovinco voleva andarsene con la sua micro-mascin.

 

Il Verona deve rinunciare al suo giocatore più rappresentativo che gli ha permesso di battere il Milan, di un ispiratissimo Montolivo, alla prima di campionato: Luca Toni. Un giocatore che alla Juve ricordano ancora con piacere. Il “piccolo” Toni, come lo chiamavano a Torino era uno che faceva spogliatoio raccontano i suoi ex compagni. “Quando cantava “Riderà” o “Cuore Matto” facevamo il caraoche ed avevamo tutti gli occhi commossi”. Solo dopo che è andato via hanno avuto il coraggio di dire la verità a Buffon.

 

La Juve spinge sin dall’inizio ma fatica a fare il suo solito gioco perché Mandorlini, dopo la mancata telefonata al Mago Otelma, ha tirato a sorte ed ha piazzato Giorgigno su Pirlo ad uomo-ombra. Più ombra che uomo. Incassato lo 0-1, la Juve riparte con Tevez che è stato l’uomo in più. Attacca, pressa, recupera palloni, bestemmia in castigiano e telefona a Papa Francesco. Contemporaneamente.

 

Al 40’, Bonucci riceve il pallone da Storari, avanza fino a centrocampo e lancia l’Apash sulla destra. L’indio fa scorrere il pallone proteggendolo sino all’area piccola, da dove lancia un diagonale che s’infila sul palo opposto. Tre tocchi ed un fenomeno: 1-1.

 

Tevez non si ferma più e in cinque minuti colpisce i due pali con una saraccata da 10 metri e si vede negare un gol da un salvataggio di cacia sulla linea. Al 48’, su lancia di Vidal, Gliorente incorna e mette alla destra del portiere: 2-1.

 

Nell’intervallo Conte dice ai suoi di controllare la partita e perciò vuole lo stesso numero di azioni gol avute nel secondo tempo della partita di mercoledì a Copenaghen. 16, non una di meno.

 

La Juve parte all’arrembaggio ma il risultato non si schioda. Le uniche novità sono la sostituzione di Pirlo (la seconda consecutiva) con Marchisio, rientrante dopo l’infortunio contro la Lazio nella partita di supercoppa. Pirlo capisce la motivazione tattica e dà mandato ai suoi avvocati per una denuncia di mobbing nei confronti di Conte.

 

Migliore in campo: Little Toni.

 

Ipdà.


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