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La meglio Juventus – Stendiamo un velo Peluso

Creato il 23 gennaio 2013 da Vivalafifa @WlaFifa

Prima semifinale di andata di coppa Italia Tim tra la Juventus, prima della classe e la Lazio, una delle due seconde assieme al Napoli.

Il pensiero va subito alla doppia semifinale di coppa del 2009 quando i romani batterono ed eliminarono i bianconeri. Da allora i lotitiani non hanno più vinto contro i bianconeri.

La Juventus si presenta molto rimaneggiata sia in difesa che davanti. Scontato il solito impiego di coppa di Marco Storari ed il turn over degli esterni, Conte è costretto dalla carenza di attaccanti a proporre il rientrante Marchisio in avanti con Matri. Ma la vera novità è il taglio della cresta bionda di Pogba che, probabilmente, pensa di non essere riconosciuto dagli avversari.

La Lazio presenta la stessa formazione iniziale dell’ultima di campionato a Palermo. La partita si presenta equilibrata, nonostante la presenza di Isla e Peluso. Infatti la partenza della Juventus è meno frenetica delle altre volte, ed ha la prima occasione soltanto al 40” del primo tempo con Marchisio, l’unico vero attaccante in campo.

Deve aspettare altri 8 lunghissimi munti per avere una seconda chance con il solito Pogba.

La Lazio si organizza e, complice un infortunio di Bonucci, incomincia a prendere campo. Si registrano due occasioni su manovre evidentemente studiate e provate in allenamento. La prima su una leggerezza in uscita di Storari e l’altra su un tentativo di autogol di Marrone che anticipa il proprio portiere, che comunque lo ringrazia con un insulto fino alla settima generazione.

Il primo tempo si chiude con uno 0-0, dove si è contraddistinto in maniera autorevole Nicola Peluso, che si è impegnato, come chiesto da Conte, nella fase di difesa, attacco e cross dal fondo. Come al solito non gli è riuscito nulla di tutto questo. Conte non ha mancato di incoraggiarlo ogni volta che transitava dalle parti della sua panchina: Colino, chi te murtu, almeno fai una cosa giusta”.

All’ennesima prova tecnica inguardabile, Conte chiama Vucinic per sostituire il nostro eroe ma, come asseriva il compianto professor Franco Scoglio, il calcio non è scienza esatta e per questo un calciatore insignificante può trovare il gol con un colpo di testa, abbarbicandosi sulle spalle di un avversario, più intronato di lui.

Da quel momento la Juve accelera in maniera impressionante e non riesce a trovare il secondo gol in tre azioni gol nitide (incluso un palo colpito da Vidal ed un miracolo di Marchetti su Matri).

Come nella più classica teoria del calcio “gol sbagliato gol subito” all’86’ arriva il pareggio di Mauri su colpo di testa su calcio d’angolo. L’intera difesa ha fatto di tutto per agevolare il pareggio.

La Juve tenta di tornare in vantaggio nel finale ma non ci riesce.

Finisce 1-1 con ritorno tra sette giorni a Roma. La Juve sarà costretta a vincere o pareggiare con gol (almeno 2-2) per passare il turno ed avere speranze di continuare su tuti i fronti.

 

Ipdà


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