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La mélancolie.

Creato il 11 maggio 2012 da Gianna
La mélancolie.Oggi va così...la mélancolie...e tutto per aver ascoltato questo brano.
E' difficile parlare di Leo Ferré a coloro che non lo conoscono: cosa proporgli per cominciare? Gli inni rabbiosi, violentemente anti-civili (e – attenzione – mai incivili!) quali appunto Ni dieu ni maître, Les anarchistes, Y en a marre, L’espoir... ma come poterli comprendere a pieno senza tener conto dei contemporanei folgoranti versi esistenzial-visionari, che travolgono le nostre coscienze personali quanto quegli altri travolgono il «buon senso comune»? Come capire a fondo Les anarchistes senza La memoire et la mer o Tu ne dis jamais rien? Oppure di accostarsi a Leo Ferré attraverso le centinaia di versi dei suoi «fratelli» poeti maledetti, trasformati in altrettanti classici della... canzone (Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Apollinaire... avete mai conosciuto migliore équipe di parolieri)?
Insomma... da qualunque parte la si prenda, l’opera di Ferré assomiglia a una cima montuosa che si può scalare da lati opposti sempre certi di giungere a un vertice, ma anche di averne impressioni diversissime.
A coloro che non lo conoscono posso dire: ascoltate quella voce che vi parla personalmente come un intimo amico. Io l'ho scoperto tardi, quando la sua vita comnciava già a finire, perché in Italia il nome e l’opera di Leo Ferré sono semi-sconosciuti, la sua discografia introvabile se non in pochi frammenti, rispetto alla sua sterminata produzione… E usare l’aggettivo “sterminata”, in questo caso, non è uno sproposito, perché Leo Ferré non è stato solamente un poeta, ma è stato cantante, musicista, saggista, romanziere e direttore d’orchestra, e alla sua morte, datata 14 luglio 1993, ci ha lasciato cinquecento canzoni, cinquanta album, due opere, una sinfonia, un oratorio lirico, la messa in musica di cento poemi dei poeti maledetti ed altri poeti (tra cui i “nostri” Cesare Pavese e Cecco Angiolieri), un romanzo, innumerevoli saggi e tre libri di poesia.Per quarant’anni è stato acclamato in tutta Europa, nonché in Canada e in Giappone, come uno dei poeti e musicisti di maggior statura del nostro Novecento. La critica più esigente ha riconosciuto in lui un fenomeno raro: un puro letterato con il talento smisurato del grande compositore. Folle oceaniche hanno gremito i suoi concerti in Francia, Germania, Portogallo, Belgio e Spagna.E in Italia, dove ha addirittura vissuto gli ultimi 25 anni della sua vita (a Castellina in Chianti, in provincia di Siena), è pressoché sconosciuto al grande pubblico. È incredibile, ma, come accennato precedentemente, la discografia di Leo Ferré in Italia è limitatissima e non certo di facile reperibilità.Leo Ferré è stato un poeta scomodo, un provocatore (come lui stesso amava definirsi), ma un provocatore colto, elegante, geniale. Mauro Macario di lui dice: "Il pazzo ispirato, il poeta profetico, colui che sempre più apparterrà al futuro ha attraversato i cieli d'Europa nel secolo scorso simile a una cometa incendiaria, inseminando germogli libertari a raggiera plurigenerazionale, scoprendo le zone clandestine di una geografia interiore dove, a resistenza permanente, bengala luminosi rischiarano i luoghi di une natività anarchica. La sua scia stellare, anatemica e catartica, non si spegne. Si chiamava Léo Ferré." E in veste di regista televisivo: "Proponevo periodicamente degli special su Leo Ferré, mi rispondevano “non fa audience”.Ma in realtà la matrice libertaria delle sue scelte era la vera causa di questa indecente esclusione. La matrice libertaria di un artista che diceva di sé “sono anarchico da quando ero nella pancia di mia madre”, accostando (si immagini lo sgomento dei benpensanti) il calore e la serenità di un grembo materno al caos dell’anarchia. Ma l’Anarchia di cui parla Ferré non ha nulla a che vedere col caos o con la violenza, è l’Anarchia “con la A grande come Amore”, l’Anarchia che per molti anni ha dipinto attraverso le sue canzoni-poesie (“Les anarchistes” e “Ni Dieu ni maitre” ne son due tra gli esempi più famosi), attraverso quei versi che “devono far l’amore nella testa dei popoli”, attraverso i suoi monologhi e le sue pagine:
"L’anarchia è anzitutto un concetto umano, è prima di tutto amore e poi solitudine, perché l’anarchia è la negazione di tutte le autorità. Penso che sia qualcosa di veramente nobile. […] Se la gente conoscesse l’anarchia sarebbe anarchica così come è innamorata”.
E a chi fa finta di non capire e vorrebbe screditarlo, cercando di attaccargli l’etichetta di violento, Ferré spiega:
“Quando parlo di violenza parlo sempre di violenza intellettuale. Non sono un violento nella vita, sono un violento nelle parole perché ciò appartiene alla mia espressività”.
È ovvio, è tristemente ovvio alla luce di queste parole che l’opera di Leo Ferré non abbia trovato lo spazio che meriterebbe presso le case discografiche e le case editrici italiane. Basti pensare alla travagliata storia della pubblicazione del romanzo (l’unico scritto da Ferré) Benoit Misère, nella traduzione italiana del professor Giuseppe Gennari (presidente del “Centro Leo Ferrè” di San Benedetto Del Tronto) col titolo “Mi racconto il mare”, che, prima di trovare una casa editrice disposta a pubblicarlo, ha dovuto subire venti rifiuti da altrettanti editori.Eppure, come scrive lo stesso Gennari, prendendo atto di questa serie incredibile di rifiuti editoriali:
credo che con la morte di Ferré l’umanità abbia perso un genio, l’unico che si sia espresso nel campo della canzone di ogni tempo e paese, dove pur sono fioriti tanti straordinari talenti. […] un genio, e come tale un probabile autore di durevoli novazioni; un genio che ha operato nel campo della poesia e della musica e ha avuto il torto o il merito (i posteri lo diranno) di esprimersi principalmente in quella forma poetica originaria, plasmata in musica e canto, che è la canzone.
In rete si trova poco di lui e mi dispiace, ascoltarlo e cogliere il pathos, la bellezza e il lirismo delle sue opere vorrebbe dire fare esercizio di sensibilità, andare alla ricerca del senso profondo dell’esistenza attraverso l’Amore come bene universale di uguaglianza sostanziale e di rispetto umano fra tutti gli esseri senzienti...Andrebbe studiato nelle scuole, nelle università per la profondità del suo pensiero, della sua etica umana...
http://www.leo-ferre-by-scl.com/sommairegen.html

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