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La memoria del cuore - Recensione - iPhone

Creato il 23 maggio 2015 da Intrattenimento

A metà fra Dark Souls e Monster Hunter, Ire: Blood Memory tenta l'approccio hardcore sui dispositivi mobile

Abbiamo parlato molte volte di come il mercato del mobile gaming consenta di fare un po' di tutto, produrre in proprio progetti più o meno interessanti e farli competere con i giganti dell'industria sulla base di logiche diverse rispetto a quanto invece accade su console. Il marketing naturalmente fa la differenza, ma ci sono tanti esempi di piccoli team indipendenti che, grazie al passaparola degli utenti, ai post sui forum e ai siti specializzati, sono riusciti a proporre le proprie idee a un pubblico vastissimo e a guadagnare un bel po' di soldi.

La memoria del cuore
Ebbene, Ire: Blood Memory rappresenta per molti versi la "fase due" di questo interessante meccanismo, e il perché è presto detto: anziché promuovere un gameplay semplice e immediato, che cattura subito l'attenzione, magari in un contesto endless, l'action RPG realizzato da Tenbirds prova a sdoganare un approccio hardcore molto vicino a titoli come Dark Souls e Monster Hunter, dunque con un sistema di combattimento sfaccettato e, soprattutto, un grado di sfida non indifferente. Il tutto all'interno di circa quaranta missioni, che si svolgono nell'ottica di cinque capitoli man mano più complessi, giocabili senza dover attendere nessuna ricarica né sottostare a particolari limitazioni. Il modello freemium adottato dagli sviluppatori si rivela infatti piuttosto generoso, consentendo di guadagnare denaro virtuale, materiali e diamanti man mano che si completano i tanti achievement disponibili, e utilizzandoli per acquistare nuovo equipaggiamento o potenziare le armi e le corazze in nostro possesso. Certo, verso la fine del secondo capitolo il ritmo dei progressi tende a rallentare e diventa necessario effettuare un po' di "grinding", ripetendo quest precedenti per arrivare al livello di esperienza desiderato, ma si tratta di un aspetto decisamente sopportabile.

twittalo! Ire: Blood Memory è un action RPG estremamente solido e convincente, dall'inaspettata natura hardcore

Questione di stile

Al primo avvio Ire: Blood Memory chiede di selezionare l'equipaggiamento iniziale, ma si tratta di una scelta su cui in seguito potremo tornare, semplicemente acquistando le armi che definiscono le tre "classi" disponibili: guanti artigliati, un enorme spadone a due mani e la combo lancia/scudo. Ogni equipaggiamento si traduce in uno stile di combattimento diverso, e non di poco: i guanti permettono un approccio rapido ma meno efficace, lo spadone consente di sferrare poderosi colpi e di aprire letteralmente in due i nemici, mentre infine la lancia e lo scudo portano in dote un atteggiamento tattico da non sottovalutare, con la possibilità di tenere la guardia alta e caricare anche dalla distanza.

La memoria del cuore
La memoria del cuore
Al di là di un menu principale mediocre e non troppo chiaro, il sistema di controllo touch messo a punto dagli sviluppatori si conferma fin da subito preciso e reattivo, seppure privo di qualsiasi possibilità di personalizzazione. Sulla sinistra c'è uno stick analogico virtuale, mentre sulla destra dello schermo trovano posto ben sette pulsanti differenti: due tipi di attacco (combinabili in vari modi per eseguire manovre tanto spettacolari quanto efficaci, ma utilizzabili solo se la barra della fatica non è esaurita), la parata, la schivata, il lock-on, il pulsante per bere la singola posizione curativa disponibile in ogni stage (non proprio un elisir incantato: il personaggio spezza in due una fatina e ne beve il sangue, con tanto di grida) e quello per caricare un colpo potente, che necessita di un paio di secondi per concretizzarsi ma risulta importante nello scontro con i boss. Il resto è tutta strategia: si accede a scenari di dimensioni contenute e si va a caccia di mostri da fare a pezzi, talvolta con l'aiuto di "spiriti" di altri giocatori controllati dall'intelligenza artificiale, anche questo un richiamo a Dark Souls. Quando ci si trova di fronte ai nemici più grossi e cattivi diventa fondamentale memorizzare il loro pattern d'attacco e approfittare di ogni istante per affondare i colpi, cercando poi di allontanarsi per ricaricare il vigore o alzare lo scudo per evitare di subire ingenti danni. La singola possibilità di resuscitare dopo il game over in cambio di 500 monete rappresenta una piccola concessione all'accessibilità, ma non troverete altro da questo punto di vista: per andare avanti dovrete impegnarvi. Se proprio vogliamo trovare un limite a Ire: Blood Memory, si può magari criticare la scelta degli sviluppatori di limitare le dimensioni degli scenari e dunque la lunghezza delle quest, cosa che inevitabilmente va a discapito della profondità dell'esperienza. Inoltre lo scontro con i nemici in inferiorità numerica porta talvolta a situazioni in cui ci si "incastra" fra due avversari senza poter fuggire, ma supponiamo che quest'ultimo problema verrà risolto con i prossimi aggiornamenti. Niente da dire invece sull'aspetto tecnico, in alcuni frangenti davvero sontuoso, con animazioni eccellenti, un design convincente dei mostri, un bel sistema di illuminazione e un comparto sonoro adeguato. Peccato solo per la ripetitività delle location, uno scotto da pagare quando bisogna limitare i costi produttivi. Ora però riflettiamo un attimo: cosa sarebbero capaci di fare i ragazzi di Tenbirds con maggiori mezzi a disposizione? Un interrogativo entusiasmante, a cui speriamo di poter dare presto una risposta. Ire: Blood Memory - Trailer
La memoria del cuore - Recensione - iPhone
Ire: Blood Memory - Trailer

Pro

  • Sistema di combattimento solido e profondo
  • Gameplay impegnativo e dai tanti risvolti tattici
  • Tante missioni, tante armi da sbloccare e potenziare
  • Comparto tecnico eccellente...

Contro

  • ...ma gli scenari tendono a ripetersi
  • Le quest sono sempre piuttosto brevi
  • Qualche rallentamento nelle fasi più concitate

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