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La memoria del patrimonio dell’umanità

Creato il 09 aprile 2015 da Apregesta7 @regesta_ap

Nel 1930 un cinegiornale Luce mostrava le splendide figure in basalto di divinità e animali scolpite dalla civiltà Halaf (VI millennio Avanti Cristo) in mostra al museo (privato) Tell Halaf di Berlino. Le statue erano emerse durante i lavori di scavo eseguiti dal diplomatico e archeologo Max Freiherr von Oppenheim a Tell Halaf, un sito localizzato nel nord est della Siria, al confine con la Turchia, come racconta un articolo della Bbc scritto in occasione dell’esposizione delle statue al Pergamon Museum di Berlino nel 2011.  L’autore riassume la storia dello scavo e della collezione, divenuta proprietà di Oppenheim, quasi polverizzata a Berlino dalle bombe della seconda guerra mondiale e restaurata nella Germania riunificata anche grazie alle fotografie scattate dall’archeologo.  Agatha Christie poté ammirare la collezione ed in particolare  la statua di Venere, che vediamo integra negli ultimi frame di questo prezioso filmato Luce.

Anche per questo la memoria dell’Archivio Luce è un patrimonio dell’umanità: nei giorni in cui  l’Unesco lancia un appello – l’ultimo è del 2 aprile scorso - a tutti i siriani affinché si mobilitino a tutela dei siti e dei musei di antichissime civiltà messe in pericolo dalla guerra e dalle distruzioni dell’ISIS,  le immagini dell’Istituto creato da Mussolini nel ’24 sono ricche di informazioni sulla storia, la cultura, la geografia della civiltà umana.  Una ragione in più  - se ce ne fosse bisogno! –  che corrobora l’iscrizione delle collezioni dei beni fotografici audiovisivi prodotti dall’Istituto Nazionale L.U.C.E. nel registro UNESCO del patrimonio documentario appartenente all’umanità; iscrizione avvenuta ormai due anni fa (ne avevamo dato notizia il 1 luglio del 2013 sul nostro magazine) con una motivazione che, se da un lato premia e onora la politica di promozione e valorizzazione degli archivi perseguita con tenacia dal management dell’Istituto fondata anche – per lo sviluppo tecnologico e l’organizzazione dei contenuti -  sulla partnership di regesta.exe,  dall’altra riduce il potenziale informativo del patrimonio restringendo al contesto italiano e ad un aspetto della nostra storia  -  la nascita del totalitarismo – l’analisi del valore documentario del materiale posseduto (“The Collection constitutes an inimitable documentary corpus for understanding the formation process of totalitarian regime”, recita la motivazione ).

Un nuovo sito

Da pochi giorni Cinecittà Luce mette a disposizione degli utenti un nuovo sito di consultazione: si tratta del portale Unesco realizzato dall’Archivio Luce per sostenere il progetto di candidatura e permettere alla commissione giudicante di consultare agevolmente l’archivio.

La storia dell’Istituto Luce come soggetto produttore nel nuovo sito realizzato da Cinecittà Luce per l’Unesco. Versione inglese nella presentazione, tante modalità di ricerca e filtri per l’utente

Con  il nuovo sito,  ideato dalla Mediateca Luce,  da ricercatori specialisti del settore, da regesta.exe,  Cinecittà Luce presenta e valorizza quindi la storia dell’Istituto Luce come soggetto produttore,  raccogliendo in un unico luogo del web le attualità filmate dagli operatori Luce e gli scatti realizzati dai reparti fotografici mobilitati  per documentare  le “conquiste” del fascismo, i paesaggi d’Italia (in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione) negli scatti della Serie L, e,  come Istituto della Repubblica nel dopoguerra, gli istituti di prevenzione e pena (su commissione del Ministero di Grazia e Giustizia).  Se il portale “generalista” presenta tutto l’archivio Luce – con i fondi acquisiti nel corso degli anni – se i tanti siti realizzati, tematici e territoriali, offrono percorsi di approfondimento attraverso il ri-uso dei materiali catalogati e digitalizzati, nel portale Unesco Cinecittà Luce qualifica con una nuova presenza sul web i propri contenuti riaggregandoli intorno alla propria storia.

Il “nomination form” allegato, alcune raccolte  significative di immagini,  documentano alcune tappe del processo  di candidatura dei fondi Luce promosso da Cinecittà Luce all’organismo internazionale.

Funzionalità

Tra le innovazioni del sito  segnaliamo la pubblicazione della versione inglese della presentazione, della documentazione e della maschera di consultazione e la creazione di nuove funzionalità di ricerca: oltre alla ricerca “guidata” per fondo o per tag il sito può essere consultato con la ricerca libera multi archivio, la ricerca avanzata (con selezione delle fonti, ricerca con i descrittori, ricerca nel titolo e nelle sequenze di un film  o  nella descrizione dell’immagine della fotografia) e i filtri di selezione sempre contestualizzati all’esito ricerca, che evidenziano le correlazioni tematiche.  La ricerca ha inoltre il suggerimento per la correzione nel caso in cui la parola inserita non sia corretta (funzione particolarmente utile per gli utenti stranieri): le keywords sono “suggerite” nel momento in cui l’utente comincia ad inserire un termine nel campo specifico (antroponimi, luoghi, temi).
L’area dei materiali correlati dà infine risalto al contesto del documento, all’oggetto/documento nel suo complesso: visualizza, nel caso delle immagini fotografiche il contesto della singola foto (il servizio di appartenenza), nel caso dei servizi di cinegiornali gli altri servizi dello stesso cinegiornale.


I servizi pubblicati in questa pagina sono tratti dall’Archivio Luce:

  • Giornale Luce  A n. 703, “Reperti dalla Mesopotamia al Museo Tell Alaf di Berlino“, dicembre 1930;
  • la Settimana Incom n. 00435, “Palazzo Venezia conferenza dell’UNESCO“, del 28.04.1950;
  • Giornale Luce B n.1237 , “Come l’Istituto Luce gira un documentario su Firenze“, 19.01.1938

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