Più si è fatto lavorare il cervello durante la propria vita, minore sarà il rischio di incorrere in una ridotta funzionalità cognitiva dovuta alla senescenza. E’ questa la conclusione a cui sono giunti un gruppo di ricercatori guidati da Lars Nyberg dell’Università di Umea, in Svezia. I risultati, pubblicati sulla rivista Trends in Cognitive Sciences, sono sorprendenti solo in parte. Da sempre, infatti, ci è stato ripetuto che per ricordare di più bisogna esercitare il cervello. Oggi c’è la conferma scientifica.
La massa cerebrale si riduce più o meno del cinque per cento ogni dieci anni a partire dal compimento dei sessanta e a soffrirne di più sono le capacità mnemoniche, soprattutto la memoria di lavoro, quella che ci consente di ricordare le informazioni utili per svolgere il compito nel quale siamo impegnati. Anche la memoria episodica, legata agli eventi personali, ne risente molto mentre risulta più facile ricordare eventi autobiografici molto lontani nel tempo.
Non tutti, però, vanno incontro ad un decadimenti delle facoltà mnemoniche. Diversi studi hanno dimostrato che circa il 10 per cento degli ultrasettantenni conserva performance cognitive pressoché immodificate. Oltre al fattore genetico, conta anche quella che è stata definita “riserva cerebrale”, una sorta di serbatoio che consente di ridurre il rischio di diminuzione delle funzionalità cognitive poiché il cervello, avendo lavorato di più, parte da un livello superiore. La teoria è stata dimostra anche dagli studi realizzati con la Risonanza Magnetica Funzionale.
Ma come proteggere e fortificare la memoria. La ricetta è sempre la stessa: mangiare sano e fare tanta attività fisica, oltre che intellettuale. Condurre uno stile di vita sano permette al cervello di essere ben ossigenato e funzionante. Inoltre, stimolare il cervello con vari interessi consente di mantenere attive tutte le sue funzioni.
Non esistono invece farmaci in grado di aiutare la memoria. Neppure l’apprendimento mnemonico è utile, a differenza di quanto di veniva detto a scuola. Ciò che è importante, è la partecipazione emotiva ed intellettiva che permette di assimilare meglio i contenuti e quindi di ricordarli più a lungo.