Siamo all'inizio del XV secolo, in Germania, in un momento storico assai controverso, con il soglio di Pietro conteso da tre papi ed il Concilio di Costanza convocato per dirimere la questione. È questo il contesto in cui Iny Klocke ed Elmar Wohlrath, marito e moglie, grandi appassionati di storia medioevale, ambientano il loro romanzo d'esordio Die Wanderhure (2004), firmato con lo pseudonimo di Iny Lorentz e pubblicato in Italia da BEAT (Biblioteca degli Editori Associati di Tascabili) con il titolo La meretrice di Costanza (la traduzione dal tedesco è di Berta Maria Pia Smiths-Jacob). In Germania l'opera ha avuto un tale successo che ne sono stati tratti tre TV Movie (in Italia trasmessi da Canale 5 con il titolo La cortigiana) seguiti da milioni di telespettatori.
Il romanzo racconta le vicende di Marie Schärer, figlia di Matthis che ha accumulato una grande fortuna grazie al commercio con l'estero, ereditiera dalla "bellezza straordinaria, con il suo volto angelico, i grandi occhi color fiordaliso, i lunghi capelli biondi, il naso ben disegnato, la bocca appena arcuata, rossa come i papaveri". Rimasta orfana di madre, la fanciulla viene cresciuta dalla vecchia governante, Wina, che la educa trovando il giusto equilibrio tra severità e condiscendenza. Quel mondo, fatto di agi e spensieratezza, crolla però nel 1410, in una sola, terribile notte, quando ella passa da promessa sposa del magister Ruppertus Splendidus, uno degli uomini più potenti dell'antico ducato di Svevia, figlio naturale del conte Heinrich von Keilburg e consigliere di Otto von Hachberg, vescovo di Costanza, a reietta della società. Con la complicità di alcuni falsi testimoni, infatti, la notte prima delle nozze, Ruppertus l'accusa di essere una sgualdrina, non certo la vergine promessa e garantita nelle clausole del contratto pre-matrimoniale, e per Marie si aprono allora le porte dell'inferno. Condotta in prigione, dove è oggetto di violenza sessuale da parte dei suoi accusatori, la fanciulla, innocente, viene condannata da un tribunale ecclesiastico a trenta colpi di frusta e all'esilio, mentre al magister viene accordato, a titolo di risarcimento, l'intero patrimonio di mastro Schärer. Per la fanciulla, abbandonata e disprezzata dai più, si prospetta allora una vita da emarginata. Raccolta, quasi moribonda, da Hiltrud, una bella ed indipendente prostituta itinerante, decide, dopo molti dubbi, di seguirla nel mestiere.
L'affresco dell'epoca che ci viene restituito dagli autori, con stile crudo, realistico e scorrevole, è quello di un Medioevo violento e crudele, in cui la società è rigidamente divisa per classi, all'interno delle quali la donna occupa un ruolo assolutamente subalterno nei confronti dell'uomo, vincolata, com'è, alla volontà del padre prima, del marito poi. In un contesto siffatto Marie si dimostra una sorta di femminista ante litteram, fiera, sicura di sé, determinata, testarda, una vera lottatrice, incapace di arrendersi al suo cupo e spietato destino, in un'era in cui la morale e i comandamenti della Chiesa valevano a senso unico.
L'ordito ci racconta, dunque, un lungo viaggio che è sì fisico, ma soprattutto psicologico; vediamo cioè la dolce, ingenua ed innocente fanciulla trasformarsi, progressivamente, in una donna consapevole di se stessa e della sua forza interiore che, congiunta al suo crescente potere sugli uomini, le permetterà di architettare un piano che, attraverso alterne fortune, la condurrà verso un epilogo imprevedibile.
La caratterizzazione del personaggio è molto accentuata, Marie cambia e matura lungo le quasi cinquecento pagine del romanzo, finendo per trasformarsi da vittima in artefice del proprio ed altrui destino. Le figure che l'accompagnano in questa graduale maturazione sono diverse, anche se la più importante resta Hiltrud che, sorta di mentore, sorella maggiore e complice, finisce per evolvere anch'essa nel corso del viaggio. Ma tanti sono coloro che, nei vari momenti, da protagonisti o comprimari risultano fondamentali per lo svolgersi della trama. Dalle prostitute, compagne di buona parte del viaggio (Gerlinde, Berta, Fita), ai vari nobili che Marie soggiogherà con il suo fascino e i suoi modi (i coniugi Von Arnstein, l'imperatore Sigismondo), passando attraverso i rappresentanti di un clero (Jodokus su tutti) sempre molto più attento ai bassi istinti terreni che non al suo afflato spirituale. Su tutte, però, si erge, a sintesi del male assoluto, la personalità dell'ex fidanzato Ruppertus, talmente preso dai suoi raggiri e dalle sue losche ed oscure trame, da affondare, avviluppato dai suoi stessi piani, rivelandosi compiutamente come uomo amorale, privo di sentimenti e di pentimenti.
La lotta tra bene e male è il leitmotiv dominante dell'intreccio, l'intrigo ne è la sua essenza primaria: ogni personaggio combatte, usando ogni arma a disposizione, per raggiungere comunque un tornaconto personale che può essere sia basso (l'accaparrarsi dei clienti per le prostitute) che alto (la lotta per acquisire titoli, terre e ricchezze per i nobili) oppure, semplicemente, come nel caso di Marie, legato al tentativo di soddisfare lo spirito di giustizia e il desiderio di vendetta che guida ogni suo pensiero ed azione. Poche sono pertanto le figure completamente positive all'interno della pletora di soggetti che si alternano intorno a Marie influenzandone la crescita ed i propositi, e, tra questi, spicca Michel, il fidanzatino dei tempi spensierati dell'infanzia, che, per amore di lei, cambierà (in meglio) la sua vita.
Un romanzo che scorre via veloce, pur nella sua granitica unidimensionalità (considerato che gli autori seguono esclusivamente le vicende di Marie), dipingendo un quadro, di straordinaria complessità ed organicità, su un'epoca ancora assai oscura e misteriosa, in cui spesso il confine tra bene e male, per la morale allora dominante, era molto più sottile e meno certo di quanto non lo possa essere oggi.
Nonostante la particolarità dei temi trattati non si sconfina mai nella volgarità o nel voyeurismo. Da leggere tutto d'un fiato!