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Una cerimonia che propriamente riassume un percorso fatto di vari momenti, diversi l'uno dall'altro, ma tutti tesi a proporre e a ricordare un santo che è entrato nella tradizione borghigiana e fidentina. Tradizione legata alla piccola cappella fatta, rifatta, distrutta dal fuoco della guerra nel 1994 ed infine ricomposta e meta di processioni anch'esse nella tradizione.
Della messa celebrata da S.E il Vescovo Carlo Mazza non diamo cronaca e francescamente non elenchiamo presenze come è consueto, notiamo solo la bellezza di un buon numero di fedeli che, in perfetta "Laetitia" hanno alla fine sopportato il freddo della sera autunnale. Menzione tuttavia deve essere data alla presenza non preannunciata del Prefetto dott. Giuseppe Forlani, inattesa e quindi proprio per questo significativa nella sua semplicità. Se la Messa non può ridursi a cronaca all'omelia del Vescovo si può accennare. Omelia che è stata una breve meditazione su alcuni scritti sicuramente storici sui quali non si sono sedimentate interpolazioni ed aggiunte, vale a dire gli scritti di Francesco non su Francesco.
Poche righe del suo testamento, del Cantico delle Creature, così attuale, e del Saluto alla Vergine. Più esteso il brano letto dalla laude "Della vera e perfetta letizia". Francesco racconta un episodio del suo peregrinare avvenuto a Perugia, dove, presentatosi senza proferire il proprio nome, chiede ospitalità ma viene respinto malamente dai frati malgrado il freddo ed il fango di quell'inverno rigido, così conclude senza ulteriormente insistere: "Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico (a Frate Leone) che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima". Alcune foto, tecnicamente imperfette, raccontano non tutto, ma il blu del cielo sicuramente sì.