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La metafisica di Harry Potter di Marina Lenti

Creato il 23 febbraio 2013 da Martinaframmartino

La metafisica di Harry Potter di Marina LentiAlcuni mesi fa Marina Lenti ha dato alle stampe un nuovo saggio potterico, La metafisica di Harry Potter. L’editore che lo pubblica, Camelozampa, per quanto molto appassionato è piccolo, il che significa che non ha la forza di fare promozione né di invadere le librerie in modo massiccio – a volte non riesce neppure a entrare in libreria – perciò a meno di conoscere già le sue opere è abbastanza difficile imbattersi in un volume di Camelozampa per caso. Ed è un peccato sia perché la molteplicità di editori, e di punti di vista, è l’unica garanzia che abbiamo contro la chiusura mentale, sia perché per loro questo è ancora un lavoro guidato dalla passione più che dal guadagno. L’aspetto economico non spiace a nessuno se è positivo, ma non sono quei quattro soldi che guadagnano a spingere la casa editrice – o Marina, che conosco da anni – a fare quello che fanno.

La passione di Marina per la saga di J.K. Rowling la conosciamo da un bel pezzo, ma è meglio chiarire le cose fin dall’inizio: La metafisica di Harry Potter non è L’incantesimo Harry Potter. Il saggio più vecchio inizia con la biografia della scrittrice, tocca alcuni temi dei romanzi, parla di meccanismi editoriali e arriva a cinema e merchandising. Quello è un libro per profani che vogliono conoscere un po’ meglio una delle opere più importanti della letteratura contemporanea. È un saggio scorrevole, alla portata di tutti.

Questo è un testo molto più impegnativo. Marina non ha certo perso in scorrevolezza, chiarezza espositiva o lucidità, ma sono gli argomenti stessi a essere più impegnativi. Alcuni temi li aveva già sfiorati in passato, in fondo è stata la lettura del suo libro a spingermi a prendere in mano L’uomo e i suoi simboli di Carl Gustav Jung, testo intorno al quale ronzavo da anni. E questa non è stata l’unica lettura extra stimolata dall’Incantesimo Harry Potter.

Ovvio che se in me la lettura del libro abbia fatto nascere la voglia di nuove letture, in Marina quei temi abbiano continuato a crescere e svilupparsi chiedendo di essere messi su carta. Lo vedo io con i miei scrittori preferiti, ogni tanto devo scrivere un approfondimento su di loro. È più forte di me, e così penso sia stato anche per lei.

La metafisica, lo sappiamo, è quella parte della filosofia che, procedendo al di là dei dati dell’esperienza, giunge a spiegare i principi essenziali della realtà. Ecco, Marina parte dai libri e li analizza dal punto di vista della numerologia, dell’alchimia, del contrasto fra libero arbitrio e predestinazione, del tema del doppio, della simbologia legata a colori e animali, del significato degli Horcrux e degli oggetti usati come tali e così via.

Il libro è impegnativo. Lo è perché va in profondità e quindi richiede attenzione e riflessione da parte del lettore. La saga della Rowling può essere letta e apprezzata come un’avventura o come una storia di crescita. Sono letture legittime e divertenti. Ma può anche essere letta in controluce, per scoprire l’incredibile ricchezza di significati e di messaggi presenti al suo interno. Lo scopo del libro è questo, vedere oltre la superficie, e questa è sempre un’operazione difficile. Io ho faticato un po’ a entrare nel testo, probabilmente anche per via di una mia diffidenza nei confronti della numerologia. Mi affascina, ma allo stesso tempo fatico ad accettare certe spiegazioni. In me evidentemente convivono un’anima razionale e una spirituale che ogni tanto fanno a pugni fra loro. Accetto la magia, ma al di fuori della nostra realtà. Sono convinta che esistano cose che non possono essere spiegate razionalmente, ma è abbastanza raro che io apprezzi un urban fantasy. In compenso quando scopro determinati punti di contatto fra il fantasy vero e proprio e la nostra realtà sono felice. Sono incoerente? Allora sono incoerente, comunque sto bene così.

Ingresso un po’ a fatica nel testo quindi, con alcune cose che mi incuriosivano e altre che risvegliavano la mia diffidenza. Del resto questi sono temi che vanno usati con cautela, nelle mani di una persona in gamba possono voler dire tutto e il contrario di tutto. Poi, man mano che procedevo, sono stata sempre più catturata dalle spiegazioni. Complessivamente questo volume è un’ottima lettura, malgrado certe resistenze che probabilmente sono solo mie.

Chi è che diceva che ciascuno di noi proietta sé stesso nel libro che legge? Quando noi leggiamo qualcosa lo facciamo con tutto il nostro bagaglio culturale, con tutte le nostre esperienze di vita vissuta, ma anche con una mente che contiene determinati archetipi e che è portata a fare determinate associazioni, o a interpretare determinate situazioni secondo schemi ben precisi. Quello che fa Marina è di sollevare un po’ il velo in modo da consentirci di gettare uno sguardo su archetipi e simboli che si sono stratificati in noi e che fanno risuonare le parole che leggiamo, anche se se a volte questo avviene solo nel nostro inconscio. E, anche se noi non non ce ne rendiamo conto, se l’inconscio o il subconscio ritrovano elementi che già conoscono la lettura diventa molto più ricca, stimolante e appagante. I romanzi della Rowling sono belli, e possono essere amati senza conoscere altro. Per chi però vuole capire meglio cosa c’è dietro a quelle parole che hanno stregato non so quanti milioni di lettori in tutto il mondo questo libro è un valido aiuto.

Un estratto del libro: http://www.camelozampa.com/libro/53/La-metafisica-di-Harry-Potter

 



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