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La mia classe

Creato il 05 agosto 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

locandinaQuanto è reale la realtà?

Gaglianone e la classe d’immigrati; La mia classe (presentato a Venezia 70) mischia realtà e finzione, ottiene un risultato ragguardevole, ma scivola rispetto alla volontà di farsi denuncia.

Un attore impersona un maestro che dà lezioni d’italiano a una classe di extracomunitari, che mettono in scena se stessi. L’obiettivo è imparare l’italiano e ottenere il permesso di soggiorno.

Raccontare le difficoltà di un gruppo di immigrati appare un argomento velatamente abusato, eppure Gaglianone prova a distaccarsi da una narrazione lineare e si impegna in qualcosa di meno convenzionale. Difatti il regista costruisce una vicenda dichiaratamente costruita a tavolino, nella quale le intrusioni degli addetti ai lavori, il rifacimento delle scene, le prove foniche e l’immedesimazione nel personaggio del bravo professore da parte di Mastandrea, fanno spesso capolino e si rivelano le trovate più interessanti de La mia classe. Per il resto la pellicola appare un semplicistico atto di denuncia nei confronti dei poteri forti che sfruttano i ragazzi sbarcati in Italia, che si ritrovano ben presto sommersi da scartoffie e gravati dalle privazioni del loro status sociale di immigrati. Infatti diritti e doveri “mancanti” divengono il corollario della pellicola e i racconti solitari degli alunni un espediente buonista, su cui Gaglianone fa leva per entrare in contatto con lo spettatore seduto in sala. Peccato che La mia classe imploda proprio nel momento in cui la realtà sfonda l’immaginaria parete della finzione (la vicenda di Issa). Perché il regista abbandona stralci di sceneggiatura (mostra e non mostra, sviluppa e non lo fa) per concentrarsi sulla realtà che voleva raccontare attraverso l’obiettivo della macchina da presa.

La mia classe diviene retorico, abbandona i binari della finzione e preferisce esprimere la sua metaforica denuncia attraverso la voce e il viso di Mastandrea (come sempre bravo, forse qui anche di più nel duplice ruolo umano e interpetrativo). Gaglianone decide di cavalcare l’occasione di un abuso di potere in presa diretta, modifica il finale e si lascia trasportare dagli eventi. Forse eccessivamente perché la pellicola perde il filo del discorso, si rivela un interessante esperimento, ma nulla più; un film effimero nel quale la retorica diviene l’unico strumento per farsi attuale.

Uscita al cinema: 16 gennaio 2014

Voto: **1/2


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