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La mia Crouch End

Creato il 17 ottobre 2013 da Mcnab75

crouch-end

Crouch End, pubblicato in Italia col titolo Orrore a Crouch End, è uno dei migliori racconti brevi di Stephen King.
Scritto nel 1980, è stato poi pubblicato in diverse antologie, la più nota delle quali mi risulta essere Incubi e Deliri (1993). Il racconto in questione fa parte del sottofilone, in realtà molto amato e ricco di materiale, dei Miti di Chtulhu.
Prima o poi tutti gli scrittori horror si cimentano col pantheon di divinità mostruose inventate da H.P. Lovecraft, e King l’ha fatto in diverse occasioni. Crouch End è forse l’occasione in cui si è concesso le citazioni e gli omaggi più palesi al Solitario di Providence, con una serie di rimandi e di easter eggs che sono un vero godimento per i fan di entrambi gli autori.

La trama, senza eccedere in spoiler, è presto detta: due agenti di polizia del distretto londinese di Crouch End rievocano uno strano caso, la sparizione di Leonard Freeman, un turista americano, in visita in città insieme alla moglie Doris, che ha sporto denuncia dell’accaduto, riportando però una storia di mostri, di creature soprannaturali che avrebbero dato la caccia a entrambi, in una Crouch End spettrale e alternativa, in cui i due sposini si sono ritrovati per puro caso.

Tra l’altro il racconto ha una sua trasposizione televisiva, un mediometraggio del 2006, realizzato dall’emittente televisiva TNT, per il ciclo Nightmares and Dreamscapes, e che ho visto grazie a un gentile regalo dell’amico Luca Morandi. Il film tv è interessante e riprende parte delle atmosfere kinghiane, rinunciando però a buona parte di quelle lovecraftiane. Se però vi capita, guardatelo. E ovviamente leggete l’originale di King, se ancora non l’avete fatto.

Questo racconto mi è recentemente tornato in mente perché un mio lettore ha paragonato Milano Doppelganger a Crouch End. Milano Doppelganger
Come nella short story di Stephen King, anche nel mio racconto il protagonista si trova catapultato in una Milano spettrale e “demoniaca”, popolata da creature tanto mostruose quanto disperate.
Sinceramente non pensavo a King durante la scrittura. In realtà il mio punto di riferimento è stato il concetto di Megalopolismanzia, sviluppato dal maestro Fritz Leiber, di cui parlai ampiamente nel vecchio blog. Visto che l’articolo è ancora online, ve lo linko.
Da questo suggestivo elemento sono poi passato a parlare di cose che, chi mi legge da tempo lo sa, mi stanno particolarmente a cuore: le dimensioni parallele, la Milano misteriosa, le persone che scompaiono nel nulla.
E poi, il titolo in tale senso è esplicito, c’è il chiaro rimando al concetto del “doppio”, solitamente malvagio e spettrale. Ne ho parlato per esempio qui.

Però è vero: in Milano Doppelganger c’è senz’altro qualcosa di Crouch End. Questa consapevolezza mi lusinga, proprio perché, come ho detto a inizio articolo, è uno dei miei racconti kinghiani preferiti.
Il concetto delle dimensioni parallele, lontanissime e al contempo a portata di mano, mi piace molto. Chi ha letto il mio dittico di Mondo Delta lo sa. Mi piace l’idea che, camminando a caso in una grande città, magari imboccando un vicolo sconosciuto, per errore o per curiosità, ci si possa trovare in un mondo che è lo specchio deformante del nostro.

crouch end illustrazione

Da questo mix di suggestioni è nato il mio ebook, nato e pensato per Halloween 2013, ma usufruibile, ovviamente, in tutto l’anno.
C’è poi un ultimo punto di riferimento, molto importante, da cui ho preso spunto in fase di scrittura: Dino Buzzati.
Ricordate quel racconto in cui, durante gli scavi per la metropolitana di Milano un operaio scopre le “porte dell’Inferno”?
Solo che quel passaggio dimensionale ha apparentemente poco d’infernale. Sembra piuttosto una distorsione triste e ottusa della nostra realtà.
Concetto bellissimo, che nessun altro autore italiano ha più saputo riprendere con tanta maestria.

Quando la notte risale i muri
delle case abitate,
e penetra nelle stanze.
(Dino Buzzati)

Crouch End

Come bonus track segnalo la recensione che Luca Morandi ha fatto di Milano Doppelganger. Colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente. I feedback così precisi e positivi mi fanno venire voglia di scrivere ancora, inutile negarlo. Sono po’ come la benzina nel motore di noi narratori.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

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