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La mia esperienza di scrittore, sul Kindle Store

Creato il 13 novembre 2013 da Mcnab75

la marmora kindle store

Dal maggio scorso alcuni miei ebook sono in vendita sul Kindle Store. Probabilmente ve ne sarete già accorti.
Basta dare un’occhiata al sottopancia di Plutonia, o alla pagina dedicata agli ebook, per rendersi conto di quali sono in vendita tramite Amazon, di quali sono in download libero, con libera donazione, e infine di quali sono in download gratuito, senza altre controindicazioni.
Chi mi segueda più tempo sa che per anni ho condiviso i miei ebook senza chiedere nulla in cambio. Mi sembrava giusto così, per farmi conoscere, senza obbligare i lettori a spendere dei soldi puntando su uno sconosciuto.
Una volta costituito il mio piccolo pubblico di affezionati, ho tentato più volte la formula “download libero, libera donazione tramite PayPal”. Un esempio è quello di Pandemic AD.
Purtroppo la strategia si è rivelata piuttosto inefficace. A fronte di oltre tremila download, le persone che mi hanno versato l’obolo pari a un euro sono state sì e no una trentina.
Sicché il passo successivo è stato quello più classico: vendere alcuni racconti e romanzi tramite Amazon*.

A diversi mesi di distanza dal mio debutto sul Kindle Store devo ritenermi del tutto soddisfatto di questa scelta.
Non perché ho fatto i milioni, questo no.
Semplicemente per il fatto che il mio lavoro come scrittore, che spesso comprende anche il contributo esterno di editor, grafici e impaginatori, ha finalmente trovato un dignitoso compenso.
Compenso per il tempo speso, per le persone coinvolte nei vari progetti, per lo sforzo intellettuale.

Eh, ma allora ci vuoi guadagnare! Dirà qualcuno.
Anche sì. So bene che, in Italia, non potrò mai campare di scrittura. Tuttavia è bello utilizzare i cento/duecento euro guadagnati vendendo ebook** per comprare altri libri, per fare regali, o anche per pagare una bolletta del telefono.
Passione, dignità e compenso non sono cose slegate, se non nella testa degli stolti.
Aver ricevuto le prime royalties da Amazon è stata una bella sensazione. Mi ha dato un senso di completezza, un segno tangibile di stima per il lavoro svolto.

keep-calm-and-allora-ci-vuoi-guadagnare

Tempo fa un blogger che un tempo rispettavo (prima che sbroccasse di brutto) mi disse che gli scrittori autopubblicati non hanno diritto di essere pagati perché “nessuno vi ha chiesto di scrivere“.
Così come nessuno chiese a Messi di tirare i primi calci a un pallone, a Frank Sinatra di cantare o a Van Gogh di dipingere. L’elenco, chiaramente, potrebbe continuare all’infinito.
Che discorsi sono?
Chiunque di noi, se vuole, ha il lecito e sacrosanto diritto di provare a coltivare un’attività che sia al contempo piacevole e almeno un po’ remunerativa.
Ma questi sono discorsi già fatti molte volte, non vale la pena tornarci sopra.

Detto ciò, all’effetto pratico, com’è la mia esperienza di scrittore autopubblicato, su Amazon?
Positiva, anche nei numeri.
I miei bestseller sono senz’altro I Robot di La Marmora (di cui arriverà prestissimo il corposo seguito) e Specie Dominante. Entrambi gli ebook si attestano sulle circa 300 copie vendute (l’uno). La palma di ebook più rivalutato sul lungo periodo va ad Aquila di Sangue. Pubblicato sul Kindle Store a fine agosto, ha iniziato a vendere molto bene solo in ottobre, I motivi? La nuova copertina disegnata da Giordano Efrodini, un’azzeccata campagna pubblicitaria e l’aiuto di voi lettori, che mi avete aiutato nel passaparola.
Soddisfacenti anche le vendite di Milano Doppelganger, il mio racconto lungo venduto in agosto e pensato per la ricorrenza di Halloween.

Bagliori da Fomalhaut, con la nuova copertina e il prezzo ribassato.

Bagliori da Fomalhaut, con la nuova copertina e il prezzo ribassato.

Gli altri miei titoli hanno venduto molto, molto, molto meno. Parlo di numeri compresi tra le 20 copie per il peggiore e le 70 per il migliore. C’è anche da dire che sono quelli che ho pubblicizzato meno, o addirittura seconde pubblicazioni rivedute e ampliate di ebook rilasciati anni fa, gratuitamente.
A breve uscirà poi il mio lavoro più importante per questo 2013, vale a dire il sequel de I Robot di La Marmora. S’intitolerà, come forse già sapete, I Mecha di Napoleone III, e sarà un solido romanzo, lungo e ricco di tanta, tanta bella roba. Dai riscontri che avrò a tal riguardo riuscirò a fare un vero bilancio di questo primo semestre da scrittore autoprodotto, con base su Amazon.

La strada intrapresa è comunque soddisfacente, dignitosa*** e ricca di nuove cose da imparare. Ho la netta sensazione che in futuro le cose non potranno che migliorare, se la mia volontà di impegnarmi e di lavorare non verrà meno. Questo a dispetto dei moltissimi articoli contro il self-publishing che ogni giorno mi capita di leggere, e che hanno tutto l’aspetto di una crociata che intende colpire a casaccio, senza fare prigionieri. La speranza è, ovviamente, che il lettore sappia distinguere tra autoprodotto e autoprodotto****, ma anche tra le varie sfumature della critica al self-publishing, non tutte così disinteressate, diciamolo.

Il mio prossimo passo sarà debuttare su qualche piattaforma dedicata agli ebook in formato ePub, che non sia né Lulu né un aggregatore come Simplicissimus, con cui ho avuto esperienze molto deludenti. Comunque ci penserò più in là. Occuparmene non è ancora una priorità.

Vi terrò informati su tutto. Anzi, ho già iniziato a farlo, con lo schema di avanzamento delle mie future pubblicazioni. Dove? Qui e qui.
A presto!

aquila sul kindle store

Aquila di Sangue, versione con la copertina nuova e col prezzo ribassato.

- – -

* No, l’editoria tradizionale non mi ha mai attratto. Non si confà al mio carattere, né trovo che il settore goda di particolare salute. Sicché non ho mai cercato una “normale” pubblicazione. Che ci crediate o meno, questa è la mia storia. E non vedo perché dovrei mentirvi.
** Royalties che riesco a maturare ogni due mesi di attività (circa). Facendo un paragone, direi che sono introiti non lontani da quelli di un “vero scrittore”, pubblicato con una casa editrice italiana di medie dimensioni.
*** Dignitosa sì, in senso letterale. Non sono mai stato uno di quelli che pensano alla scrittura come una strada facile per arricchirsi. La logica dice il contrario, i fatti lo confermano. Scrivere per creare belle storie, e guadagnarci qualcosina, è il compromesso a cui l’autore italiano di buon senso dovrebbe ambire.
**** Lo ribadirò fino allo sfinimento: sono il primo a essere consapevole che tra gli ebook autopubblicati ce ne sono moltissimi di qualità infima, ancor più che dilettantesca. Ma, come in tutte le cose, non si può generalizzare.

(A.G. – Follow me on Twitter)

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