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La mia favola di Natale

Creato il 12 dicembre 2011 da Taccodieci @Taccodieci
La mia favola di Natale
Quando qualcuno fa qualcosa per me, qualcosa che non farebbe mai, esclusivamente per vedermi sorridere, io mi commuovo. Sempre. Piango proprio come una fontana.
Questo perché io so di non essere speciale, e non lo dico con la falsa modestia di chi vuole solo sentirsi dire che non è vero, lo dico con la consapevolezza di una persona che inizia a credersi un po' più adulta e realista.
Il titolo del blog stesso dice che io sono una ragazza normale, in tutto e per tutto nella media. Come dice Alice, la protagonista del mio romanzo, io non sono nè bella nè brutta, nè stupida nè intelligente. Non sono nè carne e nè pesce. Sono una come ce ne sono milioni.
Considero per questo un miracolo che ci sia qualcuno che spenda energie solo per vedermi felice.
E di persone così, vi assicuro, sono circondata.
Sono poche, ma ci sono.
Ho poche fortune nella vita, ma quelle che ho sono così grandi da far invidia a Bill Gates.
Tanto per dirne una, ho un Fantastico Fidanzato che, non me ne vogliano le altre, per me è Quello Giusto.
- Ciao.
- Ciao. Come mai mi chiami in ufficio?
- No, niente di che. Mi chiedevo: tu hai ancora le misure dell'angolo sotto alla scala... L'angolo del soggiorno...
- No, non le ho.
- Sei sicura? Non le avevi scritte nell'agenda, quando siamo andati a comprare i mobili?
- No, era un foglietto volante. Perchè?
- Perchè... Secondo te un albero di Natale di un metro e mezzo di altezza ci sta in un angolo?
- Non lo so. Perchè me lo chiedi?
- Perchè te ne ho appena comprato uno.
Non riesco a dire una sola parola. Sono nel mio ufficio, con il telefono in mano, al telefono con il mio FF che conosco da sei anni, e non riesco a dire una parola.
Questo perchè l'albero di Natale, non vi sto a spiegare perchè, era oggettivamente una spesa inutile che pensavo non avremmo fatto. Una spesa che avrebbe avuto il solo scopo di regalarmi un sorriso.
E lui ha acquistato un albero di Natale. Un albero di Natale per me.
- Stai scherzando?
- No. Non sono però sicuro che sia abbastanza piccolo.
- Andrà benissimo. Sarà perfetto.
- Sicura?
In quel momento penso che a costo di demolire una parete con le mie mani, quell'albero di Natale ci starà, nel nostro soggiorno. Ci starà eccome, o sarà peggio per lui.
Perchè quest'albero di Natale è un simbolo, non è più un albero in plastica.
E' il simbolo che, crisi o non crisi, siamo ancora le persone più fortunate del mondo, perchè abbiamo quello che in tanti cercando inutilmente per tutta una vita. E fanculo a tutto il resto.
Ad FF non gliene può fregare di meno dello spirito natalizio. Lui non partcipa all'addobbo dell'albero, non gliene importa nulla delle lucine sul terrazzo, non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di iniziare a pensare in anticipo ai regali di Natale. Quell'albero è "per me".
In quel momento vorrei dirgli che sono follemente innamorata di lui e che lui è Quello Giusto, ne sono sicura, è di gran lunga il Migliore del Mondo, è la mia vita, e non solo per l'albero di Natale, ma perchè è fatto così, in maniera stupenda. Ma so che la prenderebbe come una lusinga e non come una grande verità, così me ne sto zitta al telefono, con gli occhi lucidi e la mia collega che penso mi guardi, perchè altre parole proprio non me ne vengono.
Quindi non glielo dico, perchè l'importante non è dire quello che penso, ma farglielo capire. E rispettare le sue opinioni ed il suo modo di fare è il minimo sindacale.
Nel frattempo, tuttavia, piango come una fontana.
Ecco quindi per voi il lieto fine di questa favola di Natale da far invidia a Walt Disney e che, nonostante queste carrettate di miele, potrebbe avere una terza puntata ancora più sdolcinata: i miei due metri di primo albero di Natale potrebbero infatti rallegrare il Natale di qualcuno meno fortunato.
Ma questa sarà forse, appunto, un'altra puntata.
La Redazione

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