Magazine Diario personale

la mia Fortuna è sepolta qui- autore sara

Da Michele Orefice @morefice73

Ieri, mentre piantavo fiori profumati e colorati presso Virginia, è passato e mi ha guardato un vecchio signore, vestito bene con un abito scuro. Io ero lì con Annamaria e lo ho salutato “Guten Morgen”. Niente più. E’ successo che mentre, poi, ero indaffarata nel parcheggio delle auto  a inserire in auto il passeggino di mia figlia, lo stesso signore mi si è avvicinato e mi ha chiesto, molto direttamente, ma con modo gentile, se era mia figlia, quella sepolta in cimitero.

Domanda abbastanza diretta per un tedesco. Alla mia risposta positiva, mi ha chiesto come posso essere così”ruhig”, tranquilla. Ha poi iniziato una sorta di monologo su Dio, su un Dio che non capisce, che viene definito buono, ma che permette che bambini così piccoli soffrano e muoiono. Mi ha detto, fra le lacrime, che non capisce. Mi ha “spiegato” che questi bambini non hanno fatto nulla di male e non meritavano di morire così.

Io lo guardavo, guardavo quei capelli candidi sulla testa. Guardavo quel vestito distinto che indossava e mi chiedevo come potesse succedere un discorso così alla rovescia fra una giovane donna e un vecchio signore. Pensavo: non dovrebbe essere lui, dall’alto della sua saggezza, a consolare me? non dovrebbe già aver trovato risposte alla sua età? e invece no, era lui che chiedeva a me delle risposte. Gli ho dato quelle che chi legge questo blog già conosce. Che la morte non è una punizione, e neppure una malattia va pensata in questi termini. Gli ho detto che questi bambini regalano e lasciano su questa terra solo amore. Che il nostro mondo ha bisogno di angeli. A quel punto lui mi ha detto la classica frase che spesso mi sento dire: ” se   questo la far star bene”. Lo ho guardato dritto negli occhi e gli ho detto che questa è la VERITA’. Che Dio lo sento dentro. Che questi bimbi insegnano a noi adulti a vivere e ad accettare la morte e poi anche a morire, col sorriso. Noi adulti ci attacchiamo a questa terra con le unghie, perchè questa terra ci è entrata dentro col passare degli anni e siamo terrosi. Avrei voluto dirgli tante altre cose ma il mio tedesco non me lo permetteva. Allora ci siamo fissati a lungo negli occhi in silenzio, Io in cerca di parole adeguate e lui pensieroso. Lui mi guardava attento e mi ha detto più volte che lo ho sconvolto. Che era positivamente scioccato. la mia serenità lo aveva sconvolto. Quello che vedeva nei miei occhi lo sconvolgeva.

Poi abbiamo parlato del mio accento melodico e quindi dell’Italia e della crisi italiana. Lui mi ha interrotto dicendo che io la mia crisi ce la ho qui in cimitero. Io lo ho fermato subito e gli ho risposto:” qui, in cimitero, c’è la mia Fortuna.” Lui allora, mi ha ringraziato e se ne è andato piangendo. Nella mia presunzione, spero di avergli fatto bene, ma solo Dio sa cosa c’è nel cuore d i quel vecchio signore che se ne è andato via piangendo. Non so quale dramma stesse magari vivendo o se la visione di una mamma sulla tomba di un figlio lo avesse sconvolto. In effetti è un immagine che può sconvolgere. Io stessa soffro quando incontro i genitori dei bambini sepolti vicino a Virginia. Soffro, in effetti, anche per me, quando affondo le miei mani nella terra nera e fredda che la ricopre, ma mai per Virginia. So esattamente dove è lei in questo momento.

Perchè vi sto raccontando questo incontro?  perchè mi ha fatto riflettere. perchè mi sono resa conto che nessuno dei miei amici e conoscenti mi ha dato realmente parole di conforto dopo la morte di Virgi. mi sono resa conto che sono stata io a consolare gli altri. Anche quando mio padre è morto, è successo lo stesso. sono stata io a dare spiegazioni a chi mi chiedeva arrabbiato o triste: “perchè? perchè può capitare una cosa simile  ad un bambino?”. Ero io da consolare e ho consolato, invece, gli altri. Tutto quello che ho vissuto fino ad oggi, mi ha portato non ad essere consolata ma ad imparare ad aiutare gli altri. E questo lo devo al dono che mi ha fatto Virgi sul suo letto di ospedale. Capire che questo è solo un viaggio ma la metà non è qui, su questa terra. Ho ricevuto parole di vita solo da chi aveva Dio nel cuore. E Dio non è un’invenzione, la fede non è l’oppio dei tristi. Se solo aveste potuto vedere gli occhi di quella bimba, capireste quello che cerco di dirvi. Nessuna menzogna dona la serenità che io sento nel cuore. Le menzogne hanno le gambe corte e quando le diciamo, sentiamo che suonano vuote. Durano poco e non hanno efficacia nel cuore. Dio è Verità e abita in mezzo a noi. La mia immensa serenità è l’unica testimonianza che vi posso dare per affermare che Dio c’è.


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