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La mia mucca con tre zampe

Creato il 04 maggio 2013 da Malvino
La mia mucca con tre zampeOggi, per la prima volta da quando ho traslocato da Il Cannocchiale a Blogger (marzo 2010), ho cliccato il pulsante arancione che sta in alto a sinistra nella pagina delleditor e, come un bambino che vede per la prima volta la fica, ho scoperto che la piattaforma offre la funzione«origini del traffico». Superfluo dire che ho passato tutto il pomeriggio a curiosare quali sono stati i post più letti in questi tre anni, da dove arrivano i lettori, e quanti sono al giorno, in quali ore della giornata sono più numerosi, e robe del genere. Tuttun trasecolare, confesso. A giudicare dai commenti, mi ero fatto un sacco di idee sbagliate. Il mio insistere per periodi anche abbastanza lunghi su un unico argomento, per esempio, pensavo annoiasse il lettore: tutto sbagliato, i post più letti sono stati proprio quelli che ho postato pieno di dubbi: «Non si scocceranno a leggere lennesimo pippone su unomelia di Ratzinger o un editoriale di Ferrara?». Proprio il contrario.Così con lattenzione che da qualche tempo dedico alla cosa radicale: «A chi pensi possa interessare larteriosclerosi di Marco Pannella, chiedeva il lettore tra i commenti, e io a dirmi: «Cazzo, è vero» Tutto sbagliato: a scorrere la lista dei post più letti, la mucca rumena di cui parla David Randall (Internazionale, 998/XX - pag. 32),qui, è proprio Marco Pannella (oltre 650.000 accessi ai post che lo riguardano, quasi il 20% del totale in 36 mesi, ma avendo a disposizione solo la lista dei 10 post più letti in questi 3 anni). E dunque...*Eravamo rimasti alle difficoltà di Marco Pannella nel dare un senso al paradosso della nomina di Emma Bonino a ministro di un regime antidemocratico, più antidemocratico di quello fascista, di quello nazista, e via delirando. Comprensibile che farfugliasse, la cosa era arrivata inattesa. Gli serviva qualche giorno per costruirsi un sofisma che avesse un minimo di decenza, per il momento si limitava a insinuare che Emma Bonino fosse diventata ministro grazie a lui, grazie ai suoi insulti a Giorgio Napolitano, grazie ai suoi scioperi della fame e della sete col sostegno di caramelle, mandarini e flebo, grazie alla irresistibile simpatia che la gente gli dimostra a sputi in faccia, grazie alla stima e allammirazione che miete ogni volta che va a La Zanzara.Bene, oggi tutto è upo’ più chiaro: Marco Pannella è in seria difficoltà, non riesce a trovare larzigogolo che renda compatibile Emma Bonino alla Farnesina con la sua drammatica Resistenza contro uno Stato criminale.  
Fa una pena, poverino. «Dobbiamo ringraziare Emma Bonino per aver accettato...». Si è sacrificata, è ovvio. A tener conto dellanalisi che Marco Pannella fa del regime - e come non potrebbe tenerne conto? - sarebbe stato comprensibile se avesse rifiutato. Ve la immaginate, suppongo. Enrico Letta la chiama e le dice: «Sai, Emma, io e il Presidente della Repubblica avremmo pensato a te per gli Esteri...», e quella: «No, no e no, andate a fare in culo tutti e due, io non mi comprometto con la partitocrazia tecnicamente criminale di cui siete i massimi rappresentanti...». No, se ha accettato, è perché è generosa e non ha paura di andarsi a ficcare nella tana dei talebani. Forse anche un po’ ingenua, perché il regime è un tritacarne, ma tantè, ha deciso di rischiare, auguroni.Resta il fatto che il regime è il regime. Ne volete lennesima prova? La Bernardini non ha avuto il sottosegretariato alla Giustizia, né Beltrandi quello alle Comunicazioni... E perché? Perché il regime ha paura dei radicali. Non della Bonino? Non è una radicale, lei? Sì, vabbe’, ma che centra? Emma è Emma. Radicale, sì, ma, come dire...Torna poi il pezzo forte: la Bonino alla Farnesina è il risultato della battaglia di Pannella. Pensavate che Letta e Napolitano labbiano voluta lì per i suoi meriti o, peggio, per mettere una foglia di fico sulla grande ammucchiata partitocratica? Eravate fuori strada: tanto e tanto Pannella digiunò che nel regime si aprì una crepa, e dentro vi è scivolata Emma. Che adesso, senza nessun altro radicale al governo, è sola, tanto sola. E questa solitudine commuove Pannella. Che le promette di tenerla docchio, giusto per evitare che il regime criminale la costringa a fare ciò che una vera radicale non farebbe mai. Andrà così: sarà Pannella a dirci, di volta in volta, se alla Farnesina c’è una vera radicale o una sprovveduta caduta come ostaggio in mano alla partitocrazia.Non trovate che la mucca rumena gli faccia un baffo?

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