Buonasera lettori! La recensione di oggi è dedicata ad un romanzo che ho iniziato da un paio di settimane e che ho letto in contemporanea ad altri libri.
Mi aspettavo molto di più da Il mulino dei dodici corvi da cui sono rimasta piuttosto delusa.
Se l'avete letto fatemi sapere, magari avete un'idea diversa dalla mia ^^
Titolo: Il mulino dei dodici corvi
Autore: Preussler Otfried
Prezzo: € 12,90
Dati: 2014, 285 pagine
Editore: Salani
Trama: A quattordici anni Krabat scappa dalla casa dello zio e inizia a vagabondare in compagnia di altri due ragazzi. Un sogno inquietante, però, comincia a perseguitarlo: una voce gli ordina di raggiungere il mulino della palude di Kosel. Sconvolto ma incuriosito, Krabat decide di obbedire e va a bussare alla porta del mulino. Ad aprirgli c'è un uomo bizzarro e sinistro, che gli offre un impiego come apprendista. Ben presto, Krabat si renderà conto che il mulino è governato da rituali e segreti oscuri. Chi è il Compare misterioso che si presenta nelle notti di novilunio? E quali sostanze orribili tritura la Macina Morta? Una storia che trasporta il lettore nell'atmosfera cupa della magia nera per poi illuminarlo con la luce dei sentimenti. Una favola che si rivela un romanzo sulle scelte più importanti nella vita.
La mia opinione: Per anni ho sentito parlare di questa fiaba dark per ragazzi tanto da volerla leggere a tutti i costi per soddisfare la mia ardente curiosità.
Saranno state le mie aspettative troppo alte, ma questo libro non è piaciuto molto.
Krabat, il protagonista, è un giovane in fuga scappato da casa in cerca di fortuna.
Casualmente s'imbatte nel vecchio mulino della palude di Kosel dove conoscerà il famigerato mugnaio e i suoi orribili segreti.
Ad accogliere Krabat non è un semplice contadino, ma un potente stregone che offre al ragazzo un lavoro e la possibilità di imparare l'arte della magia nera.
Inizialmente Krabat ne resta affascinato così tanto da accettare l'offerta, ma in poco tempo scoprirà di essere prigioniero di un essere spietato e crudele.
Insieme a lui ci sono altri dieci apprendisti costretti a lavorare al mulino e subire le angherie del mugnaio.
Certo, imparare ad usare la magia è curioso ed emozionante, ma guai a sbagliare perché il mago non perdona.
Nonostante la situazione, Krabat lavora per anni al mulino e con il tempo, scopre che ogni anno un apprendista deve essere sacrificato per salvare la vita del maestro.
L’unico modo che hanno i ragazzi per sfuggire al triste destino è trovare una donna che li ami e che sia disposta a rischiare la vita sfidando il mago per richiedere la libertà dell’amato.
Il romanzo racconta l’esperienza di Krabat al mulino. Le sue giornate trascorse a lavorare faticosamente, le alleanze e gli scontri con gli altri apprendisti, le lezioni di magia nera e le terribili punizioni del maestro.
Una storia, indubbiamente forte e caratterizzata da quel velo di oscurità che genera inquietudine e curiosità nei confronti dello stregone.
Di questo libro non mi ha colpito lo stile. Proprio come nel Mago di Ursula K. Le Guin ho apprezzato la trama, ma il linguaggio datato non mi ha consentito una lettura dinamica.
I personaggi sono poco caratterizzati, non hanno una personalità approfondita a cui affezionarsi, il loro carattere è appena tratteggiato, giusto il necessario per distinguerli.
Il finale poi non mi è piaciuto per niente. Dal momento in cui Krabat conosce la ragazza che potrebbe salvarlo si crea un forte senso di attesa nello scoprire come finirà lo scontro con il maestro generando altissime aspettative, ma al contrario il tutto si conclude in poche e semplici righe.
Una bella storia che con uno stile e una caratterizzazione diversa dei personaggi poteva dare molto di più.
VALUTAZIONE FINALE: 2 FATINE E MEZZO!
E MEZZO!
Buona lettura
Anita