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“La mia prima automobile” di Peter Schössow, Beisler

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

automobilecopHa tutti gli ingredienti giusti per essere apprezzato dai bambini, l’albo novità di Beisler “La mia prima automobile”, scritto e disegnato dall’illustratore tedesco Peter Schössow e inserito nella bella e varia collana editoriale Libripinguino.

Grandi tavole piene e movimentate, una storia avventurosa e divertente, con attimi di suspense e passaggi da ridere, dialoghi incalzanti piacevolissimi da leggere ad alta voce e perfino dei piccoli tocchi originali che arricchiscono e vivacizzano la narrazione, come le tante immagini di segnali stradali che punteggiano il testo, accompagnandolo e incontrandone il senso con un esito che, se colto da lettori e ascoltatori, aggiunge arguzia e piacere al racconto.

Una storia che viaggia tra realtà e fantasia senza soluzione di continuità – come sovente accade nell’immaginario infantile – alla quale i bambini sono chiamati, per costruzione e resa del testo, a partecipare emotivamente, fremendo, rilassandosi e gioendo assieme ai personaggi.
A tale prezioso risultato contribuisce indubbiamente l’uso della prima persona, una scelta narrativa che, se ben usata, risulta sempre coinvolgente e permette di vedere le scene e vivere i fatti con gli occhi e le emozioni del protagonista.
In questo caso un audace, ma fortunato, piccolo pilota.

Cosa accade se un nonno tuttofare regala al suo nipotino una vecchia macchinina a pedali, piuttosto malandata e arrugginita? No, nessuna delusione: ben lungi da consumismi e ricerche sempre annoiate di giocattoli nuovi e luccicanti, il nostro piccolo eroe sa bene che le cose usate si possono sistemare e l’automobile, dopo un sapiente trattamento, qualche pezzo di ricambio, una possente riverniciatura e tanto olio di gomito, può tornare scintillante e funzionante.

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Pronta per lanciarsi all’avventura! Soprattutto se all’impresa si aggiunge il fratellino minore – finora paziente spettatore – che, come un navigatore inesperto ma determinato, vuole imporre i suoi percorsi e le sue direzioni.
Ma i due ragazzini non litigano di certo; anzi, uniti come una squadra affiatata e invincibile, affrontano con coraggio imprevisti e pericoli, comprese qualche curva di troppo, un assalto di vespe infuriate, un gruppo di bambine scout poco comprensive, burroni, gallerie, foreste e torrenti…
Ai gridi di guerra “Pedala!” e “Frena!” – in un dialogo rapido, concitato e buffo che accompagna efficaci illustrazioni – gli eventi si dipanano sotto gli occhi del lettore, fino al loro epilogo, un po’ disastroso in apparenza ma, se c’è la fantasia e la complicità tra fratelli, a tutto c’è rimedio e l’indomani si possono affrontare imprese ancora nuove e promettenti.

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Un albo scoppiettante come il motore di un’automobile, animato da un ritmo serrato che di tanto in tanto si apre a brevi parentesi, piccole osservazioni infantili che raccontano di vacanze campagnole, di soggiorni estivi dai nonni, di possibilità di contatto con la natura e con gli animali, di un gioco libero e poco sorvegliato.

Pagine che celebrano la centralità del bambino, la relazione tra piccoli, che valorizzano le soluzioni e lo spirito dell’infanzia senza adulti che facciano da deus ex machina o che intervengano ad accudire o aiutare.
A tal proposito mi pare significativo che i grandi, pur essendo importanti comprimari del racconto (come ad esempio il nonno), non figurino mai nelle illustrazioni, lasciando ai ragazzini tutta la scena “visiva”; scelta questa che sottolinea l’autonomia dei bambini e li elegge a unici, o perlomeno principali, artefici della storia e della propria salvezza.

Una nota dedicata merita, ancora, la felicissima invenzione narrativa dei segnali stradali, i quali sono rappresentati a sinistra del testo, lungo tutto il suo svolgimento, sempre in maniera tale che il loro significato si sposi, per analogia o contrasto, con le vicende.
Ne risulta un altro piano narrativo, originalissimo e brillante, che si interseca col quello testuale e iconico in un rincorrersi e arricchirsi, l’uno l’altro e l’altro ancora, di contenuti e messaggi.
Un espediente che magari, se l’ascoltatore è troppo piccolo, diverte soprattutto l’adulto che legge ma che può diventare risorsa quando il bambino sale un po’ d’età ed è in grado di fruire dell’albo in autonomia, potendolo usare anche per imparare la segnaletica viaria (seppure alcuni cartelli siano più frutto dell’immaginazione che del codice della strada…).

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Le belle illustrazioni – dai colori armoniosi anche se non troppo brillanti e dal gusto decisamente nord-europeo – si svolgono sulla doppia pagina.
Precise, eloquenti ed equilibrate, presentano come punto di forza l’ottima resa del movimento e dell’azione e assumo un ruolo predominante nella narrazione là dove il testo si limita al solo dialogo tra i due bambini.
Sono le immagini, quindi, ad avere il compito di raccontare lo svolgersi dell’avventura, con un effetto quasi cinematografico, animato e molto vivace.

(età consigliata: dai 4 anni)

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