La mia regione: l’Emilia Romagna.

Da Gattolona1964

E’ una fetta d’Italia padana, aperta alle brezze dell’Adriatico, squisita come il suo culatello di Langhirano, procace come i seni di una mamma che allatta il suo bambino, lavoratrice instancabile, schietta e un poco rude! Sono fiera di farne parte, nessuno ferma la grinta degli emiliano/romagnoli, nemmeno dopo i terremoti si arrendono, ma si mettono in ginocchio dicendo un’ Ave Maria, al posto di una bestemmia.Poi in tutta velocità  si rialzano in piedi e iniziano a ricostruire. Paese di  comunisti che non ci sono più, ma io non ci credo molto! Caro vecchio e scalcinato Brescello, patria  di Peppone e di Don Camillo, ma la religione e i Sacramenti non si toccano! Molti tesserati, vecchi e nuovi, la falce e martello, il simbolo del PCI è il secondo Vangelo da appoggiar sul comodino, accanto al Rosario da sgranare e alla dentiera da mettere nella scodella. Macché morto il Comunismo, non ci credete nemmeno voi amici miei rossi da urlo! Siete simpatici quando lo dite, con quell’accento bolognese e reggiano riconosciuto appena apriamo bocca. Cambiare il nome non significa che dovete rinnegar la vostra fede. Vi voglio bene perché anche voi, siete figli di contadini, anche voi siete nati nella stalla e pregate come me,  sperando che le cose cambino. Le parole d’ordine della mia Regione erano poche e chiare: lavorare e cucinare bene!. Peccato che ci stiamo rovinando con le nostre stesse mani, quelle mani che nel dopo guerra han piantato grano ed orzo, vite e frutta, verdure, crescendo mucche e maiali come fossero i nostri figli! Mani grandi e salde come quelle di Gianni (Morandi), mani che rovinate dal freddo e piene di tagli, hanno seminato il granturco ed han pianto i loro defunti, quelle mani callose che con uno sputo di saliva siglavano accordi ed erano come un rogito di Notaio. Gente sincera la nostra, amici leali da bar e da taverna, si fa una briscola e si beve un bicchierino di Trebbiano, si canta e si balla con Casadei alle feste di ogni Paese. Che due belle donne questa signora Emilia e l’amica, signorina Romagna! Fertili e chiacchierone, ballerine di mazurca e di valzer, polca e tango, cuoche inimitabili con quei grembiuli, provocanti e  slacciati nei primi due bottoni sul petto, se c’è qualche macchia di unto non fa niente! Cerchiamo sempre un bel grembiule sia per fare i “cappelletti e lo scarpazzone“, sia per servire in tavola nel giorno di Pasqua! Mamma mia quanti grembiuli ho visto nella mia vita, quanti ne ho indossati e quanti ne vorrò mettere ancora, non sarei una cuoca senza quest’indumento per eccellenza! Leale e simpatica Emilia Romagna! Incanti tutti con la tua parlantina e le tue lasagne saporite! Ci convivono insieme le ombre di Pascoli e quelle del Carducci, il Passatore (Stefano Pelloni) e L’ Artusi. Tu Emilia sei pianeggiante e con poco seno (colli), tu Romagna mia hai l’Appennino ed il mare, sei più sensuale con la tua “Piadina” , una rotonda e croccante focaccia di acqua e farina cotta al fuoco di legna su di una piastra bollente e farcita di prosciutto, di rucola, di formaggio e di nutella. Si usa molto lo spiedo in Romagna, si infilza tutto ciò che la generosa e prosperosa terra ed il Mar Adriatico partoriscono: dal pesce, alle verdure, alle carni, ai formaggi! Ma tutte le città hanno un comune denominatore:la pasta sfoglia, tirata dalle autentiche “redzore” (cuoche e Dirigenti Casalinghe di Famiglia), in via d’estinzione. Adoriamo la pasta con i ripieni, la tiriamo sottile, ci proviamo anche noi figlie del grembiule, la lavoriamo a lungo con le mani, Ci impiastricciamo il viso e le braccia e ne buttiamo ovunque Poi la farciam, la riempiamo di bontà e qui esce tutta la nostra carnalità: ripieno magro, di ricotta e spinaci, di carne, di zucca, di selvaggina, di frattaglie di pollo, di maiale, di formaggio Parmigiano Reggiano (altro prodotto denominato patrimonio dell’Umanità..). Le nostre nonne, le suocere e le nostre mamme hanno tirato tanti di quei chilometri di sfoglia a mano, che potremmo ricoprire l’autostrada che da Reggio Emilia ci porta a Rimini! Facevano la gara a chi rivestiva il tavolo di cucina, come fosse un lenzuolo di sfoglia, tutto un pezzo, senza mai romperla! Chi la rompeva non era pronta per maritarsi! Di città in città ci contendiamo il primato per le pietanze migliori e ciascuna delle sorelle, sostiene di essere la migliore a tirar la sfoglia! E le nostre uve, quel buon Lambrusco che accompagna un piatto di salumi e gnocco fritto! Nel parmense i miei genitori (nativi di Langhirano, ndr) la chiamavano la torta fritta ma gli ingredienti sono i medesimi. Il Trebbiano per i piatti di pesce, il Sangiovese per le carni rosse, la cacciagione e la pasta. Ciao Piacenza con i tuoi tortelli con la coda lunga ed il buon pane di pasta dura, mi inchino a te Parma e dintorni! Mi hai dato il tuo sangue e le mie origini sono tue, grazie al tuo clima ci regali il culatello, il crudo di Parma noto nel mondo, la sopressata, il salame di Felino (PR), la coppa di Langhirano, ci cospargi di ciccioli caldi profumati con le foglie d’alloro. Bentrovata Reggio Emilia, mon amour con il mio stracotto e l’ erbazzone, buon appetito a Modena che non hai l’ erbazzone ma in compenso cuoci i bolliti e li servi nel carrello caldi, ghiotti gustosi e prelibati come lo zampone ed il cotechino. Bella Modena che avevi il tuo Luciano, hai l’aceto balsamico, lo ottieni dal vino cotto stagionato nelle acetaie e messo nelle botticelle di legno chiamate “caratelli”, a riposare per almeno 15 anni! Hai pazienza tu Modena severa, quandovuoi il balsamico denso, profumato, l’aroma penetrante, ce la fai e ti vanti, ha iragione! Hai ottenuto una crema densa che è volgare e riduttivo chiamare aceto. Tramandi il segreto di generazione in generazione, ora però non è più dominio delle sole famiglie facoltose, lo fanno in tanti, tanti ci provano, in pochi vi riescono, molti te lo imitano, ma il tuo Balsamico è tuo e solo tuo,  come un elisir di lunga vita, è buono anche sul gelato! Ti riesce meglio di un amplesso amoroso e ricevi lodi ed applausi dal mondo intero! Se è cattivo lo butti via, nulla deve rovinarti il nome! Bologna nostro capoluogo di regione con le Torri ed il petto di tacchino farcito, sei regina nelle lasagne, onore a Ferrara con la salama da sugo piccante! Sai fare il miracolo in quest’arte antica di insaccare le carni di maiale, le conservi a lungo nel Marsala e nel vino rosso! E se qualcuno mi chiama “salama da sugo” non mi offendo di sicuro, più gustosa e buona di così si muore….Lodi a Comacchio e alle sue valli, alle anguille che sgusciano via, ma le prendi poi le cucini in mille modi! Care città, che vi amate e lottate sempre, alla fine del pasto una zuppa inglese con l’ Alkermes ed i savoiardi e poi tutti d’accordo nel bere un paio di bicchierini di digestivo fatto in casa. Il nocino fatto con le noci ancora fresche, (si usa solo il mallo verde!) raccolte secondo un rituale magico, solo nella notte di San Giovanni, il 24 Giugno. Generoso il cielo con l’Emilia Romagna, terra di contadini e di cantanti, musicisti e poeti, terra di cuochi e di scrittori, dimora di belle donne, casa di generosi lavoratori! Abbiamo un difetto grande però: vogliamo mangiare saporito e ben condito, usiamo molto, troppo,  condimento a sfavore della linea e del colesterolo. Ma quando vedi la nostre terra ed il nostro mare, se ne vanno via tutti i dispiaceri e le melanconie. E allora, cosa c’è di meglio che tuffarsi in un mare di burro fuso, in un tegame colmo di ragù alla Bolognese, affondare le dita e la bocca in un piatto di lasagne? Annaffiamo tutto con caraffe di Lambrusco e di Sangiovese. Questi siamo noi, la mia Terra sono io, sempre con il grembiule addosso, anche quando vado a letto. Queste sono le nostre usanze culinarie, questi sono i nostri sapori e aromi antichi, tramandati dalla notte dei tempi, unici e magici per noi Emiliani e Romagnoli. In casa mia c’è sempre un gas acceso con una pentola che cuoce qualcosa di succulento, odio le diete e amo la buona cucina, non sono in pace con me stessa se non uso il tagliere un giorno sì e uno no, non è domenica se non cucino almeno un buon bollito con la salsina verde. Mi insegnate anche voi ad amare e ad apprezzare le vostre stupende Regioni?



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