Quella che mi ha fatto sognare, ridere, piangere, divertire, ubriacare e amare.
Quella che mi ha fatto ballare, cantare, urlare.
Quella che mi ha fatto amare la bottarga di Cabras e il pecorino di Agostino.
Quella degli "spuntini" a Lodè, delle passeggiate a Porto Cervo, dei tuffi a S'Archiddu, dei bagni alla Celvia, della felicità a Is Aruttas.
Quella della gente genuina, sana, che si fa in quattro per aiutarti.
Quella dei tuffi in piscina, delle cene meravigliose in terrazza.
Quella delle notti sulla spiaggia ad ascoltare un concerto, quella delle serate in discoteca.
Quella del mercatino di San Pantaleo e quella della vacanza della maturità.
Quella delle notti in traghetto e quella su uno sdraio a guardar la luna.
Quella selvaggia, brulla, deserta e romantica.
Quella degli spaghetti con le arselle e quella delle orate appena pescate.
Quella del pane carasau e quella dei savoiardi fatti in casa.
Quella del vento fra i capelli e quella dell'elefantino di avorio.
Quella delle promesse e quella dell'Ichnusa.
Quella dei fichi appena raccolti e quella del miele maru sulle seadas calde.
Quella del mirto e quella del filu ferru.
Quella dei malloreddus e quella della suppa cuata.
Quella della sabbia unica e quella dell'acqua da sogno.
Vi lascio alcune immagini di una Sardegna vissuta, amata e mai dimenticata.