1) Hoda Barakat – L’uomo che arava le acque (trad. dall’arabo di Samuela Pagani)
Dicono che il primo amore non si scorda mai. Credo che valga anche per le letture. Questo libro mi ha influenzata profondamente (e la mia tesi è zeppa di sue citazioni), perchè un libro sull’Umanità tutta. L’ho consigliato a mia madre, che lo ha amato allo stesso modo, e lo ha consigliato alle sue amiche e colleghe. Non so se è ancora in commercio, ma se non lo è, vorrei che fosse ripubblicato, sempre.
2) Ghassan Kanafani – Uomini sotto il sole (trad. dall’arabo di Isabella Camera D’Afflitto)
Un capolavoro della letteratura araba contemporanea, studiato all’università. Duro da digerire, come un pugno nello stomaco, metafora abusata lo so, ma che qui rende bene il concetto.
E come non pensare a quanti uomini sotto il sole rivivono, oggi, la stessa crudele esperienza dei protagonisti di Kanafani, al posto del deserto, il Mar Mediterraneo, al posto del Kuwait, l’Italia.
3) Tayyeb Salih – La stagione della migrazione a Nord (trad. dall’arabo di Francesco Leggio)
Un testo difficile ma potente come solo l’alta letteratura sa essere. Lo dovrebbero leggere tutti coloro i quali da decenni parlano dello scontro di civiltà Occidente-Oriente. Quanto a capirlo poi, nutro poche speranze.
4) Hanan al-Shaykh – La sposa ribelle (trad. dall’arabo di Ashraf Hassan e Serena Tolino)
Oh quante lacrime ho versato per la storia della giovanissima Kamila e del suo amore perfetto e forte come la vita. La scrittura di Hanan al-Shaykh è diritta, sincera, commovente. Il titolo dell’edizione italiana, invece, è piuttosto penoso. Non fatevi fuorviare.
5) Emile Habibi – Il Pessottimista (trad. dall’arabo di Isabella Camera D’Afflitto e Lucy Ladikoff)
Capolavoro e capostipite della letteratura palestinese.
6) Sinan Antoon – Rapsodia irachena (trad. dall’arabo di Ramona Ciucani)
Una scoperta recentissima e inaspettata. Sinan Antoon è bravissimo nell’evocare l’Iraq in quello che è un testo molto breve ma anche molto intenso. Denso di significati, “Rapsodia irachena” è un libro delicato, tenero e spietato allo stesso tempo. La traduzione italiana è perfetta e resa in una lingua ricca ed evocativa. Mi piacerebbe poterlo leggere in arabo.
7) Ghada Samman – Un taxi per Beirut (trad. dall’arabo di Samuela Pagani)
Il romanzo che ha previsto la guerra civile libanese. Già solo per questo merita di esser letto.
8) Sonallah Ibrahim – La commissione (trad. dall’arabo di Paola Viviani)
Ci sono alcuni libri che fanno male fisicamente. Provocano dolore, angustia, disgusto, malessere. La commissione, dell’egiziano Sonallah Ibrahim, è uno di questi. Ma è anche un’incredibile allegoria per denunciare la sconfitta degli intellettuali arabi di fronte ai regimi dittatoriali.
9) Yasmina Khadra – L’attentatrice (trad. dal francese di Marco Bellini)
Bellissimo e disperato. “…possono toglierti tutto, la proprietà, gli anni più belli, ogni tua gioia, ogni tuo merito, fino all’ultima camicia. Ti resteranno sempre i tuoi sogni per reinventare il mondo che ti hanno negato“.
10) Tahar Ben Jelloun – Creatura di sabbia (trad. dal francese di Egi Volterrani)
Tahar Ben Jelloun quando ancora non era il Tahar Ben Jelloun che conosciamo oggi, e già so che molti storceranno il naso nel ritrovarlo qui. Ma questo piccolo romanzo è davvero particolare e ricordo che quando lo lessi, mi rimase impresso per giorni e giorni. La protagonista è una creatura di sabbia, un essere di nulla, che si dissolve nel tempo, nel dolore e nelle ossessioni dell’essere umano. La sua è una storia che non ha fine perchè è una storia circolare, che avvolge il lettore con le sue spire finchè questi esce dal libro, spossato come dopo un lungo e doloroso viaggio.