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"Vivere con una donna è come essere a un'asta, non sai mai se la tua sarà l'offerta migliore" Virgil Oldman indossa guanti neri, evita il contatto. E'freddo, distaccato, anemozionale, anaffettivo. Ma un grande intenditore d'arte. Ama le donne dipinte. Le osserva. Le compra. Le colleziona. Ha paura di quelle carnali. Non le vede, gli è ostile. Scappa via. Billy è suo complice nelle aste, un artista mancato che Virgil bonariamente non manca mai di stroncare e Robert è un giovane dongiovanni, restauratore di congegni elettronici e suo confidente. Compie sessantre anni e quel giorno riceve una misteriosa telefonata che cambierà la sua vita: la donna dall'altro capo del filo ha una villa di famiglia della quale vorrebbe si occupasse personalmente Virgil, catalogando e stimando il valore dei preziosi ivi contenuti. Si accorgerà di come non solo le aste "truccate" generino emozione. Nascera qualcosa? Un film che cattura, nonostante i suoi limiti: come può un uomo geniale come Virgin, abilissimo nel distinguere un falso d'arte a miglia di distanza non accorgersi di due occhi se non amano realmente? Una parte centrale troppo lenta, si va troppo per le lunghe, lo si capisce che c'è un colpo di scena, ma si tira troppo la corda. Agorafobia. Paura degli spazi aperti. Collezionismo manicala.Desiderio perverso di possesso. Non sono certo un'appassionata di Tornatore, ma il suo cinema merita rispetto. E'pieno, certo poco originale ed emozionale, ma di spessore.
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