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La Miniaturista di Silvia Mazzola

Creato il 14 dicembre 2011 da Nasreen @SognandoLeggend
Silvia Mazzola, nata a Milano ma inglese d’adozione, vive a Londra da oltre venti anni con il marito e le due figlie. Storica dell’arte specializzata sul XVIII secolo, è coautrice di una guida su Roma. Con Mursia ha pubblicato La lingua nel piatto, Londra e Contorni, Mangiamore, sulla cucina e sulla cultura inglese. La miniaturista è il suo primo romanzo.

 

La Miniaturista di Silvia Mazzola
Titolo: La Miniaturista
Autore: Silvia Mazzola
Edito da: Fazi Editore
Prezzo: 17,50 €
Genere: Storico
Pagine: 442 p.
Voto:
La Miniaturista di Silvia Mazzola

La Miniaturista di Silvia Mazzola
La Miniaturista di Silvia Mazzola
La Miniaturista di Silvia Mazzola
La Miniaturista di Silvia Mazzola

Trama: Una tormentata educazione sentimentale sullo sfondo di una Venezia sontuosa.
Venezia, prima metà del Settecento. Tra i vicoli e le calli di una città in cui tutto sembra possibile, anche il destino apparentemente segnato di Aurora Zanon può cambiare in un istante: le sue mani lunghe e affusolate, costrette a ricamare notte e giorno per sostenere l’economia della famiglia, si rivelano custodi di un talento artistico eccezionale. E solo questione di tempo e Aurora, sotto la guida del suo insegnante, l’abate Luigi Fanelli, diviene la più celebre e ricercata pittrice della laguna. Ma dietro l’aura di un successo inaspettato, Aurora vive l’umiliazione di una donna sola, ignorata dalla madre che ne sfrutta i guadagni, oltraggiata dall’invidia e dal desiderio del suo maestro. Il solo sognare l’amore, quello vero, diventa un gesto di coraggio che sfida le regole e i pettegolezzi del bel mondo. Nei salotti della Serenissima, infatti, non c’è uomo più chiacchierato di quello che ha fatto presa nel cuore di Aurora: Edward Marvell, bellissimo lord inglese di passaggio a Venezia per il “grand tour”. Proprio quando la felicità sembra a portata di mano, un groviglio di sospetti, rimorsi e incomprensioni costringerà Aurora ad abbandonare ogni cosa per iniziare una lunga peregrinazione tra le corti di mezza Europa, onorando il suo talento e lottando per affermare la propria indipendenza di donna e di artista.

 

Recensione:
di Cerridwen

Venezia, prima metà dell’ottocento: Aurora Zanon, timida e insicura fanciulla dalle abili mani e dal genio inespresso non ha che un unico desiderio custodito nel cuore: guadagnare la stima del padre, l’affetto incondizionato della madre e delle sorelle, attraverso il duro lavoro e l’inevitabile sacrificio della personale felicità.

Appartenente  ad una famiglia di condizioni modeste ma dalle grandi ambizioni, Aurora contribuisce con studio e silenzio ad accrescere il benessere dei suoi cari, mettendo da parte se stessa e ponendo la sua arte al servizio di un’ideale, di un principio, a lei del tutto estraneo.

La determinazione della ragazza nel perseguire con costanza il suo obiettivo è ammirevole e questa qualità, assai rara, diventerà un elemento fondamentale nella vita di Aurora.

Questo, almeno, fino al giorno in cui il destino, scostando per pochi attimi il suo misterioso sipario, porrà Aurora di fronte le mille possibilità che ancora l’attendono.

Attraverso la scoperta dell’amore, l’emarginazione, la sofferenza e una febbrile attività creatrice Aurora giungerà a comprendere sia la sua natura di donna sia quella d’artista, in un’epoca in cui non era facile scoprirsi la seconda e ancora meno nascere la prima.

L’impianto narrativo, costruito con coerenza e con la capacità di gestire razionalmente l’avvicendarsi delle scene senza distogliere l’attenzione del lettore, pecca, tuttavia, di una certa lentezza.

L’affresco storico  pur possedendo tutti gli elementi necessari per trasformare il romanzo in una grande storia dal respiro ampio, appare appena abbozzato, incerto, poco funzionale alla narrazione. 

Il personaggio di Aurora, sebbene ben modellato e abbastanza approfondito da un punto di vista psicologico non riesce a riscuotere quelle simpatie che forse una piccola dose di coraggio in più le avrebbe fatto guadagnare. Non si riesce a giustificare le scelte di Aurora, né a comprenderle.

Da un certo punto di vista Aurora rimane una figura decisamente enigmatica ma non per questo meno affascinante, nonostante i vistosi difetti che mostra di possedere.

Il finale, pur nella sua natura risolutiva, conserva un sapore dolce-amaro e la consapevolezza che la strada per raggiungere i propri sogni non è mai certa o ben delineata ma è anzi disseminata di ostacoli che solamente una grande forza di volontà può riuscire a superare.


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