Mi arriva una segnalazione, non perchè non sia informata sui fatti che avvengono nel nostro Paese, ma questa mi era proprio sfuggita. Monsignor Bertoldo giustifica gli stupratori affermando con fierezza (la fierezza di essere un mentecatto) che sarebbe colpa delle vittime ogni qual volta si verifichi uno stupro:
Se una donna cammina in modo sensuale o provocatorio, qualche responsabilità nell’evento ce l’ha perchè anche indurre in tentazione é peccato. Dunque una donna che camminando in modo procace suscita reazioni eccessive o violente, pecca in tentazione. (Monsignor Arduino Bertoldo)
La sua coerenza lo spinge anche a giustificare Berlusconi reputando lo sfruttamento della prostituzione minorile alla pari di una ragazzata e la pedofilia della Chiesa Cattolica, un caso raro e meno grave degli aborti. Certo che a questo punto poco ci mancava che ritenesse anche i bambini dei procaci tentatori del male (qualche altro esponente della Chiesa Cattolica lo ha già fatto).
Ma l’arretratezza culturale della Chiesa Cattolica farebbe impallidire persino un talebano, forse anche grazie ad alcuni atteggiamenti ipocriti. Se le esternazioni di Monsignor Bertoldo, vescovo di Foligno, sarebbero simili a quelle pronunciate poco tempo fa da un teologo turco, diverse sarebbero le reazioni dell’opinione pubblica.
In Turchia fa scandalo ed è passabile per denuncia, praticamente un reato insinuare che lo stupro è colpa delle donne, qui magari i pochi che si scandalizzano sono pronti ad assolvere i loro figli, parenti o amici che si macchiano di uno stupro.
Questo non aiuta di certo le vittime a denunciare e riconoscere una violenza, la condizione femminile in Italia a momenti è peggiore perfino di quella islamica nelle società islamiche le donne subiscono soprusi e hanno dentro una rabbia che le porta a reagire, in Italia veniamo educate ad essere sottomesse e allo stesso tempo subiamo una manipolazione tale da illuderci di essere libere, ma il problema italiano risiede proprio nel fatto che lo stereotipo della donna-oggetto è troppo radicato nel nostro immaginario collettivo che da una parte di può sfruttare economicamente e dall’altro può essere usato per puntare il dito contro quelle che cadono vittime di un delitto che viene alimentato in contesti di questo tipo.