Palizzate pitte scavate a Rhynie, vicino Aberdeen
Una squadra di archeologi scozzesi sta cercando di risolvere un mistero di 1500 anni fa. Con l'utilizzo di sofisticate apparecchiature, gli studiosi, forse, riusciranno a comprendere come fu distrutto un palazzo nobiliare dei Pitti, popolazione preromana della Scozia settentrionale ed orientale.Il palazzo ed una fortezza sono stati scoperti nell'estate 2011 nei pressi di un piccolo villaggio scozzese, Rhynie. Il C14 ha datato la distruzione di entrambi al VI secolo d.C., periodo contrassegnato da forti instabilità, nel continente britannico. Il legno bruciato è stato raccolto ed esaminato in laboratorio, restituendo la sensazione di un'estrema programmazione e sistematicità nella distruzione della fortezza. Dalle cronache di Beda il Vecchio si sa che gli eserciti assedianti utilizzavano mucchi di legname come miccia per procurare incendi alle fortificazioni nemiche.
Nel VI secolo d.C., nuove realtà stavano prepotentemente emergendo nella penisola britannica. Tra queste il piccolo regno pitto di Fortriu, che gravitava nell'area di Inverness, guidato dal re Bridei. Costui, probabilmente, attaccò il vicino regno di Ce, distruggendo e saccheggiando la fortezza di Rhynie. Quest'ultima costituiva un'opera davvero notevole: circa 190 metri di fortificazioni di legno che custodivano una superficie di 60 metri di diametro. Le palizzate più profonde erano infisse nel terreno per due metri di profondità e si innalzavano per sei metri di altezza.
La scoperta di anfore di vino provenienti dal Mediterraneo orientale e risalenti al VI secolo d.C., testimonia del benessere economico goduto dagli abitanti della fortezza. L'importanza di Rhynie dal punto di vista sociale, con la presenza di famiglie nobili pitte, è testimoniata anche da otto monoliti scolpiti che facevano parte di uno dei più grandi complessi monolitici scozzesi. Queste pietre erano la raffigurazione di guerrieri armati, bestie mitologiche e simboli astratti che indicavano i nomi o l'identità delle famiglie nobili locali.
La popolazione dei Pitti sono ancora un enigma, per gli studiosi. Ignota è la lingua che parlavano e piuttosto oscuri sono i simboli con i quali ricoprivano le pietre e la loro origine etnica. "Picti" (vale a dire "dipinti" o "tatuati") era il termine con il quale venivano definiti dai Romani. Il nome di Rhynie, poi, è di origine gaelica post-pitto e significa "sperone di terra".