A Siena già da qualche anno sono iniziati a comparire i primi ristoranti giapponesi a base di sushi, che si sono sostituiti ai loro omonimi “cinesi”, che probabilmente avevano già esaurito la loro spinta propulsiva.
Da prima sono comparsi dei timidi sushi bar, dove poter andare a mangiare il piatto giapponese più conosciuto al mondo: il sushi, appunto, che altro non è che riso farcito da pesce crudo ed alga.
Per carità, non me ne vogliano gli aficionados del sushi per la semplificazione estrema ma non riesco a trovare parole migliori per descriverlo: liberi di suggerirmele, se volete !
Riprendendo il filo, dicevo che la moda del giapponese sta ormai spopolando nella nostra città (e probabilmente anche altrove), tanto che proprio in questi giorni ha aperto l’ennesimo “sushi” all you can eat, dove puoi riempire il piatto quanto vuoi e pagare sempre la stessa cifra (bevande escluse).
Ieri sera, insieme a mia moglie, siamo andati a provare proprio questo ultimo ristorante, la cui pubblicità ha praticamente tappezzato l’intera città. Locale carino, curato e ben allestito, con tanto di “nastro kaiten” su cui scorrevano porzioni di sushi da dove scegliere, oltre all’immancabile “angolo dell’unto”, dove potersi strafogare di junk food fritto per riempire la pancia.
Pur essendo martedì sera, il locale era pieno: alcuni amici ci hanno informato che bisognava prenotare, tanto è difficile trovare posto. Sarà l’euforia della novità (che poi tanto novità non è…) o dei prezzi estremamente convenienti (anche se non è proprio così), ma vi erano pochissimi posti vuoti.
L’ambiente, trattandosi di una specie di self-service, è piuttosto informale: prendi un piatto, ti dirigi verso i vassoi e prendi tutto ciò che ti incuriosisce, dalla carne al pesce alle verdure. Oltre, ovviamente, al sushi.
Dietro i banchi e nella sala un esercito di camerieri e cuochi intenti a sgombrare i tavoli, recuperare i piatti vuoti e cucinare, in un brulicante -ma discreto- via vai.
Alla fine, essendo al tavolo con altri amici, la domanda sorge sontanea: ma con questi prezzi (poco più di 10€ a persona), come fanno ad avere margini di guadagno ?
Beh, superato l’entusiasmo iniziale che ogni ospite ha nel vedere tutta quella roba a disposizione, senza limiti, ci si rende presto conto che la qualità è decisamente rapportata al prezzo. Del resto, nessuno regala niente e questa è la prima regola del consumatore. Ai vassoi la varietà è discreta ed oltre ai fritti, al pesce alla griglia ed alle verdure, c’erano anch piatti più “italiani” come prosciutto e melone o roast-beef.
Secondariamente, le bevande non sono incluse e queste sembrano essere un elemento di ricarico considerevole: per una bottiglietta di acqua da mezzo litro ed una birra abbiamo speso quasi 10€ !
Certo, rispetto ad un ristorante italiano i prezzi sono decisamente più convenienti ma, senza voler difendere la categoria dei ristoratori nostrani (che hanno le loro responsabilità), è tutta un’altra cosa.
Dicamo che questo tipo di ristorante può essere un alternativa alla pizza per una serata tra amici, per fare 4 chiacchere in allegria, anche se personalmente continuo a preferire una bella margherita “napoletana” con pomodoro e mozzarella !
Ultima chicca, ma giusto perchè è stato osservato duante la serata, questo locale ha aperto proprio davanti ad un’altro sushi-bar, dove peraltro sono già stato, che ovviamente non ha perso tempo ad attivarsi per sostenere la concorrenza, con offerta di menù a prezzi ancora più stracciati… ma dove porterà tutto questo ribasso ?