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Oggi parlo di case di moda che investono nell'orologeria.
In principio furono i Francesi. Come sempre, del resto, i cugini d'oltralpe hanno avuto più fiuto di noi.Tra le prime a lanciarsi nel campo dei segnatempo, ad esempio, troviamo Dior, nel 1975. Chanel si cimenta nel 1987, Hermès addirittura nel '28 collabora con la svizzera Movado per creare la sua versione dell'Ermeto, orologio molto in voga al tempo.
È l'inizio di una storia che vede il sellaio parigino cooperare con nomi come Jaeger le Coultre o Vacheron Constantin.
Più recente l'impegno nell'orologeria di Vuitton, datato 2002. Sia chiaro, anche noi italiani possiamo vantare qualcosina. ad esempio Versace nel '94 lanciò una linea con Franck Müller. Eppure il nostro paese non ha mai tenuto in grande considerazione il settore. Nosi è mai lanciato in sperimentazioni tecniche audaci, né ha creato modelli dall'estetica caratteristica. Almeno fino a poco tempo fa. L'ultima tendenza dei brand, italiani e non, sembra, infatti, di voler provare seriamente l'ingresso nel mondo dei segnatempo, con modelli molto raffinati e, in alcuni casi, tecnicamente interessanti. Via movimenti al quarzo, via loghi abnormi, i nuovi orologi sono discreti e con personalità. Questo cambiamento è probabilmente un frutto della crisi. Il cliente medio-basso, quello che in gergo si chiama "aspirazionale", sembra sparito, e le Griffes devono adeguarsi attuando un riposizionamento verso l'alto dei loro prodotti. Anche nel settore dell'orologeria. Un qualcosa di simile sembra stia accandendo coi gioielli (leggete un po' qua).
Prada, nel 2002/3, lanciò un'edizione limitata con IWC. Poi qualche anno di nulla (almeno da quello che so io). La successiva collaborazione degna di nota è quella, datata 2009, di Ralph Lauren con niente popò di meno che Jaeger Le Coultre. Orologi dal sapore equestre, anni '20, cinturini nato, insomma, estetica Ralph Lauren con un cuore svizzero. E che cuore. L'anno successivo (2010) Bottega Veneta lancia il suo BVX con Girard Perregaux. Anche qua elementi tipici della maison, come la pelle intrecciata, il metallo brunito, l'estetica un po'anticonvenzionale di Mayer. Eppure quello della casa vicentina sembra essere un flop, visto che non gli seguono altri orologi. Forse perchè Bottega non è ancora associata, nella mente del consumatore, a un lifestyle ben preciso, e quindi l'orologio sembra quasi mancare d'identità, nonostante sia molto particolare. Ma poco male, perché da Bottega Veneta Perregaux è passato a Ermenegildo Zegna, con cui nel 2011 ha lanciato una linea dal sapore molto classico ("Monterubello", dal monte vicino alla sede dell'azienda). Nel 2010 Perregaux aveva curato anche l'orologio del centenario della casa piemontese che, guarda un po', era stata fondata dal figlio di un orologiaio, tale Angelo Zegna.
Da sinistra a destra: Ralph Lauren, Bottega Veneta (in basso) e Zegna, Alfred Dunhill (movimento JLC) e Hermès (in alto con cinturino in cuioio). Immagine dal WSJ.
C'è anche chi gli orologi decide di farseli in casa. Sempre Hermès,ad esempio, ha recentemente creato un'affascinante complicazione che permette di "fermare il tempo" (link al mio articolo), mentre LVMH ha comprato Bulgari, per acquisire know how nel campo dell'orologeria di fascia alta. Bulgari, infatti, aveva comprato di recente Gerard Genta e Daniele Roth, due piccole ma ottime manifatture. Vuitton si ê invece concentrata sull'haute joiellerie, inaugurando una boutique ad hoc a Place Vendome, culla dell'alta gioielleria mondiale, a Parigi.
Gli ultimi due a sbarcare in questa moda sono Dolce e Gabbana e Burberry, due case che mirano a un riposizionamento di immagine verso l'alto (Burberry con ottimi risultati, per D&G vedremo). I modelli sono entrambi interessanti, ma non proprio originalissimi. Il DG7 di Dolce e Gabbana, nella fattispecie, copia palesemente la cassa del Calibre di Cartier, epurandone il quadrante, che è fortunatamente minimalista (inaspettabile dalla Maison siciliana, eh!?). Il Burberry, che la casa di Londra dice ispirato dai trench (vi prego spiegatemi che cosa significa), è l'unione dei due più famosi orologi disegnati da Gerard Genta (si, proprio quello di cui sopra): il Royal Oak di Audemars Piguet e il Nautilus di Patek Philippe. Entrambi non montano quarzi, ma onestissimi movimenti ETA. La cosa più affascinante, però, sono i piccoli dettagli estetici, come i colori dei cinturini o gli hardware satinati. ma del resto, nel campo le case di moda giocano in casa.
Dizionario ragionato orologiero:
Audemars Piguet: Famosa marca di orologi svizzera, il Royal Oak è il suo pezzo più noto e pubblicizzato.
Ermeto: Modello di orologio da tasca della casa Movado, nasce negli anni '20 e viene prodotto fino agli anni '50. Il quadrante viene racchiuso in un piccolo contenitore laccato o in argento o in pelle per proteggerlo dagli urti. Movado lo realizzò anche in collaborazione con case come Hermès e Cartier.
ETA: un tipo di movimento meccanico semplice ma buono.
Franck Müller: Orologiaio sulla cinquantina, nel '92 fonda l'omonima maison, che crea orologi dai movimenti accurati ma con un'estetica molto giocosa.
Gerard Genta: Orologiaio svizzero, disegna alcuni modelli molto famosi come il Nautilus di Patek Philippe e il Royal Oak di Audemars Piguet, e fonda una manifattura col suo nome.
Jaeger Le Coultre: Maison famosa per la qualità dei movimenti e le soluzioni innovative, il suo modello storico è il Reverso.
IWC: Un'altra maison svizzera, famosa per gli orologi ispirati al mondo della navigazione (lo storico "Portoghese") e del volo.
LVMH: Il più grande gruppo di moda al mondo, è proprietario di case come Vuitton, Fendi, Cèline e, nel campo gioielli e orologi, di Tag Heuer e Bulgari.
Movimento: L'anima dell'orologio, che ne fa muovere le lancette. Il movimento può essere al quarzo, meccanico o manuale.
Patek Philippe: Una delle più prestigiose manifatture svizzere di orologi.
Quarzo: Gli orologi al quarzo sono i più precisi, ma al contempo quelli la cui realizzazione è più semplice e meno costosa. La maggior parte degli orologi economici è al quarzo (quasi tutti gli Swatch, ad esempio).
Vacheron Constantin: La più antica manifattura svizzera sempre in attività (datata 1755), nonchè una delle più blasonate.
Prima e ultima immagine da Google.it
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