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La moneta nel Paese dei Grulli

Creato il 24 gennaio 2015 da Zeroconsensus

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Il Paese dei Grulli era da anni attanagliato da una tremenda crisi economica: alta disoccupazione, calo della produzione e crisi bancarie ormai erano una piaga inguaribile.

Il grande economista del Paese dei Grulli, Miltone Friedmano quando vide i dati sull’inflazione, che segnalavano ormai l’arrivo del grande spauracchio chiamato deflazione, esclamò: << Dobbiamo evitare a tutti i costi l’arrivo della deflazione, sarebbe una catastrofe! Dobbiamo stampare sacchi di monete e poi buttarle dagli elicotteri sulle nostre città. Solo questa mossa estrema potrà salvarci!>>.

E fu così che dopo appena una settimana, dalla banca centrale, si alzarono gli elicotteri carichi di biglietti di Talleri diretti verso le sette città del Paese dei Grulli.

Quando la gente delle città vide che dal cielo piovevano monete da 100 Talleri si lasciò prendere dall’entusiasmo. Tutti abbandonarono le loro attività: i contadini abbandonarono le campagne, i panettieri abbandonarono i forni, gli operai dei cantieri navali e delle acciaierie abbandonarono le fabbriche, le maestre e i professori abbandonarono le scuole e le Università. Anche gli alunni si misero a caccia dei biglietti caduti dal cielo.
Nacquero anche delle baruffe tra i cercatori di moneta…ma erano cose di poco conto: intanto c’erano monete per tutti, perdere tempo non serviva a nulla. Tutti a caccia.

La caccia alla moneta dei cittadini del Paese dei Grulli durò una settimana. Quando tutte le monete furono raccolte i cittadini persero un altro giorno per contare.  Tutti i cittadini urlavano: <<Che gioia, che gioia, finalmente sono ricco>>.

Ormai però, le dispense erano vuote e tutti capirono che era l’ora di andare a fare la spesa. <<Ormai non c’è problema. Tanto sono ricco, posso comprare quello che voglio>> questo pensavano i cittadini del Paese dei Grulli.

E fu così che la gente si riversò – con la baldanza del ricco – nelle strada per andare a fare la spesa. Appena arrivarono al Mercato Generale videro però che questi erano chiusi. <<Porca miseria>> disse la gente all’unisono in un lampo di consapevolezza:<<Anche i negozianti hanno interrotto le attività per mettersi a caccia dei Talleri piovuti dal cielo.>> E così anche i contadini. E così anche i panettieri. E così anche gli operai….

La gente a quel punto corse allora nelle campagne alla ricerca di qualcosa di mettere a tavola, ma ahimé trovò però solo orti rinsecchiti (nessuno li aveva innaffiati per una settimana) e animali morti (nessuno aveva dato loro da mangiare). Corsero allora verso i cantieri navali e verso le acciaierie: anche qui trovarono tutto in stato di abbandono. I macchinari – abbandonati ormai da una settimana – erano fuori uso perché nessuno aveva fatto la manutenzione. Un capannone era addirittura un cumulo di macerie fumanti a causa di un incendio che nessuno si era curato di spegnere (anche i Vigili del Fuoco avevano abbandonato il loro posto di lavoro). Nei cantieri navali le cose non andavano meglio: una mareggiata aveva portato via dal bacino di carenaggio  la nave in via di costruzione. Un vero disastro.

Fu allora che i cittadini del Paese dei Grulli capirono che nessuno mangiava biglietti da cento Talleri e che la ricchezza vera era il lavoro.



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