La monotonia del posto fisso

Creato il 02 febbraio 2012 da Lucastro79 @LucaCastrogiova

Bellimbusto – Società

“La mattina, mi ci vuole, un cardiologo, un veterinario o una plastica facciale..”  Probabilmente in molti conosciamo questa canzone, e probabilmente in molti la mattina siamo, più o meno, nelle stesse condizioni.. “Presentarsi, al lavoro…”, (tranne che tu non sia quell’uno su tre, che il lavoro lo immagina) e sentirti dire, ammesso che tu non sia un precario, che essere tra i pochi fortunati ad avere delle basi per progettarti un futuro, è monotono….. Si, un lavoro a tempo indeterminato è monotono, come dare torto al bellimbusto Monti che ha pronunciato queste parole? Sempre gli stessi colleghi, lo stesso ambiente, gli stessi orari e magari la solita mensa.

Che il primo ministro di un paese come l’Italia esprima questo parere, è allucinante. Certo, non siamo ai livelli del signor B., ma ciò denota una visione della situazione lavorativa italiana, totalmente al di fuori della realtà. Il premier Monti, dimentica, o forse vuole appositamente sottovalutare, una realtà che in Italia è altamente consolidata, ovvero, la filosofia dei furbetti. Siamo famosi nel mondo per il nostro vizietto di aggirare le regole, trovare escamotage e sotterfugi per ottenere il massimo spendendo il minimo.

Con la mia ultra-decennale esperienza da precario, penso di aver conosciuto al meglio le dinamiche che ruotano dietro al cosiddetto lavoro interinale, che io per comodità (ma anche per dare una definizione appropriata), chiamerò inter-anale; le aziende che assumo collaboratori, co. co. co. e qualsiasi altra forma atipica, in realtà, hanno bisogno di dipendenti a tutti gli effetti, ma se utilizzano queste forme contrattuali, è solo perchè possono avere una risorsa da sfruttare senza dare ciò che ad un dipendente spetterebbe, ferie e malattie retribuite, indennità notturne, salari legali, giusto per citarne alcuni.

L’Italia non può essere una nazione, lavorativamente parlando, flessibile, visto l’abuso che se ne è fatto di questo strumento, e visto che qui da noi non si lavora per merito ma per amicizia, visto che il ricatto è ampiamente utilizzato dalle aziende e la paura di restare senza lavoro è una possibilità non affatto remota; noi italiani non possiamo sentirci dire che “il lavoro a tempo indeterminato è monotono” perchè è l’unico strumento che abbiamo per poter progettare il nostro futuro, perchè un contratto precario non abbiamo nessuna garanzia, possiamo solo vivere giorno per giorno.

Che Monti pensi questo, ma sopratutto la classe politica ed imprenditoriale pensino questo, sancisce definitivamente il distacco che c’è tra istituzioni e popolazione; la politica ha la colpa di aver legittimato questa situazione, spesso per tornaconti propri, la Fiat, giusto per citare un esempio, ci ha dimostrato uscendo da confindustria e istituendo nuovi propri contratti, come debbano essere solo i lavoratori a fare sacrifici.

Cari amici di bellimbusto, per usare un eufemismo, chiudo dicendo che “c’è grossa crisi” ma sopratutto, che non ne usciremo facilmente se ad amministrare, sia politicamente che economicamente, sono persone che non hanno mai avuto contatti diretti con il mondo reale.


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