Ho comprato la Monster.
Nera. Bella, lucida e splendente. Mia, mia, tutta mia.
Ordine telefonico, trac. Pagamento via home banking, trac. Coordinate, assicurazione, trac.
Non rimane che andare a prenderla.
Carico Monsters in macchina e ci avventuriamo in un luogo sperduto a prendere la mia moto: Monsters guiderà la mia auto al ritorno. Che questo posto mi sembra di averlo già visto in verità.
E infatti è la casa in montagna di un nostro amico. Guardo il biglietto dove ho scritto l'indirizzo, non è possibile. E invece si, è proprio qui. La mia moto è in fondo al suo giardino, e non ci sarebbe nessun problema se lui proprio in quel momento non stesse dando una festa con centinaia di persone che mi ostruiscono il passaggio.
Mi districo in quel groviglio di mani, bocche, voci, costolette di maiale, bicchieri di vino rosso, labbra cobalto, risate troppo forti, ballerine ai piedi, gonne a balze, tavoli di legno, porte verso l'interno, porte verso l'esterno, zanzariere, grappini, amari. Lui manco l'ho visto in mezzo a tutto sto marasma.
Ma lei sì. Eccola lì. E' mia. Mi ha aspettato fino a ora.
La prendo gentilmente per il manubrio e la accompagno fuori. Piano piano.
E proprio sul cancello, mentre sto uscendo, c'è il padrone di casa.
Gli dico, bella eh.
E lui la guarda e mi dice, pfui, bella un cavolo. E' una moto da donna.
Ci rimango male anche se, dopotutto, poteva aspettarselo: anche in sogno sono una donna, e questo dato di fatto mi risulta tuttora difficile da cambiare.
E comunque poteva anche evitare di farmi fare tutta sta fatica per prendermi la mia Monster nascosta, ecco.
Dreamed by: Co.