Ieri ero a Biella, al Museo del Territorio Biellese, per seguire l'allestimento della mostra che accompagna il volume Nome di battaglia: Provvisorio. Narrare la Resistenza ai ragazzi. Pensieri, racconti e figure.
Un museo ospitato all'interno del chiostro posto accanto alla Basilica di San Sebastiano. Un spazio bellissimo, un museo che ricostruisce la storia del territorio, dalla Preistoria al Novecento. Accolti da una grande mappa, che attesta la geografia precisa del luogo, i visitatori sono inviati a fare uno speciale viaggio nel tempo.
Anch'io mi sono concessa un piccolo viaggio nel tempo e ho scoperto il lavoro del pittore ottocentesco Lorenzo Delleani, allievo di Cesare Gamba, in un bel percorso a tema, in essere fino al 23 agosto prossimo, titolato Luci in alta montagna. Accanto a Delleani, Longoni, Maggi e molti altri.
La montagna piemontese diventa uno speciale filo rosso che unisce, anche se non in forma diretta, le opere dei pittori alle vette rappresentate da Guido Scarabottolo per la copertina del volume, alle montagne che raccontano la canzone Bella Ciao nel lavoro di Paolo Cardoni, a quelle boschive di Paolo D'Altan, alle montagne superate da chi fuggiva dalla dittatura di Franco per approdare in Francia nel lavoro pittorico di Ronan Badel.
La mostra di figure Resistenti, e pochi e selezionati testi, testimonia la nostra volontà (e quella dell'Amministrazione) di far vivere la memoria, attivarla, offrirla ai più giovani assieme alle arie di canzoni celebri, alle poesie di Gianni Rodari, alle voci di chi ha utilizzato la forma del racconto e del romanzo per ricordare una storia italiana, europea, mondiale. Passato e contemporaneità convivono nel Museo, nella mostra, nella vita quotidiana.