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La Morte d’Argento di Federica Pini

Creato il 18 dicembre 2010 da Nasreen @SognandoLeggend

Federica Pini;

Federica Pini
Federica Pini nasce nel 1987 a Pavullo nel Frignano (Modena), dove attualmente vive. 
Laureata in Economia Aziendale è una grande appassionata di lettura, soprattutto di genere fantasy.
“La Morte d’argento” è la sua prima pubblicazione ed è un romanzo maturato anche grazie alla passione dell’autrice per il filone fantastico e vampiresco.

 

La Morte d’Argento di Federica Pini

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La Morte d’Argento di Federica Pini
Titolo: La Morte d’Argento (isbn:9788861201200)
Autore:
Federica Pini
Serie:
#
Edito da:
Runde Taarn
Prezzo:
18,00 €
Genere:
Adult Fantasy, Urban Fantasy, Vampiri
Pagine:
540 pg.
Voto:
La Morte d’Argento di Federica Pini


La Morte d’Argento di Federica Pini
La Morte d’Argento di Federica Pini

Trama:

Amare un vampiro è possibile? Erika, una giovane studentessa di economia all’università di Modena si troverà a doversi porre l’inquietante quesito. Sarà Christian, affascinante giovane conosciuto sull’autobus una mattina, a porla di fronte al dilemma. Erika scoprirà così il mondo dei non morti, le loro regole, le loro caratteristiche, i loro prodigiosi poteri e i pochi limiti a loro imposti. Presa dai propri contrastanti sentimenti la giovane si troverà coinvolta, suo malgrado, nell’adempimento di un’antica profezia che potrebbe segnare per sempre il destino dei vampiri di tutto il pianeta. Perché proprio lei sarà così indispensabile perché la profezia abbia compimento? E chi sono veramente i tre fratelli che dicono di volerla aiutare e proteggere? Sarà davvero Vincent a rappresentare la parte malvagia dei non morti o Jean-Claude avrà un ruolo determinante in questa storia? Quesiti che troveranno risposta soltanto nel dipanarsi della storia, ricca di colpi di scena, di pathos, di sentimenti ed emozioni vere, sino all’ultima pagina, all’ultima riga.

 

Citazione: “Un angelo rapito dal paradiso e catapultato all’inferno, dove sembrava trovarsi perfettamente a proprio agio. Così avrei definito Einar a una sola occhiata.” (Erika)

 

“Una crepa si aprì nel muro di ghiaccio che ricopriva i suoi occhi. Corrugò la fronte, sciogliendo lo sguardo in quella genuina dolcezza che spesso avevo visto rivolta a me. «Sai che non potrei mai odiarti, ma non mi è nemmeno concesso di amarti. Ne abbiamo già discusso, non possiamo stare insieme».” (Erika & Christian)

 

Recensione:

“La Morte D’Argento” è il romanzo Urban Fantasy d’esordio dell’italianissima Federica Pini. Il libro conta più di 500 pagine e parla di vampiri. I vampiri della Pini, però, non brillano ne sentono il peso della loro immortalità sulle spalle. Niente crisi di rimorsi o amori romantici al limite del depressivo.

Labbra nere, pallidi e con gli occhi rossi, questi vampiri sono esseri egoisti, adorano l’immortalità e uccidono gli uomini esattamente per lo stesso motivo per cui un uomo mangia il pollo la domenica: perché può. Semplice no?

Erika è una studentessa universitaria del tutto disinteressata alle creature fantastiche, non gli interessano e non crede che esistano. Sarà proprio per questo motivo che non riuscirà, o non vorrà, cogliere i tanti piccoli indizi che dovrebbero aprirle gli occhi su Christian e i suoi fratelli in modo inequivocabile.

Dal suo compleanno tante piccole cose cominceranno a non andare più come al solito. I suoi sensi impazziranno, letteralmente, e la sua mente le giocherà spesso e volentieri dei brutti scherzi.

Senza contare che sembra ci sia un uomo che vuole assolutamente rapirla e, chissà come, i fratelli Ibsen ne sono a conoscenza e si impegnano a proteggerla, nell’ombra. Ma per quale motivo?

Il romanzo è molto originale e piacevole da leggere benché siano presenti delle ingenuità piuttosto evidenti e un bel po’ di refusi che rendono piuttosto faticosa la lettura, soprattutto all’inizio.

Iniziamo con il dire che la parte introduttiva (le prime 250€) pagine, benché interessanti, dopo un po’ diventano monotone e fin troppo lente. L’apparente rincorrersi fra Christian e Erika è abbastanza estenuante tant’è che il lettore tende a tediarsi un po’, in effetti il testo poteva essere decisamente alleggerito.

Dal tentato rapimento di Erika, finito in tragedia, le cose inizieranno a muoversi un po’ più velocemente e l’attenzione si ridesta immediatamente ma si nota che fino a quel momento manca un lavoro di limatura che avrebbe dovuto suggerire un buon editor.

Federica Pini scrive bene e con “spirito”, questo le permette di giocare con il lettore lasciando tanti piccoli indizi con i quale giocare durante il romanzo. I colpi di scena sono numerosi e molto interessanti (benché non tutti siano “motivati”, come l’improvvisa attrazione sessuale di Einar verso Erika… arriva e sparisce senza motivazione!) e la vicenda si snoda con coerenza e avvalendosi di un’intreccio molto interessante e concreto.

I personaggi sono molto approfonditi e ambigui quanto basta affinché non diventino semplici burattini. Il background, curato e preciso, è molto affascinante e coinvolgente: dopo tanti romanzi ambientati in America – anche di autori italiani! – è bello avere qualcosa di nostrano.

Si nota qualche piccola similitudine con Twilight (i tre fratelli protettori, la vampira vegetariana, il mentore dei ragazzi che sotto alcuni punti di vista ricorda il Dott. Cullen) ma sono sfumature impercettibili. Il romanzo di Federica Pini è autonomo, indipendente e accattivante.

Il problema subentra quanto ci soffermiamo sull’aspetto puramente lessicale e sintattico. Dopo un punto interrogativo o un punto esclamativo ci vuole la lettera maiuscola. Sempre. Esistono delle piccole eccezioni ma sono, appunto, delle eccezioni. Non è possibile leggere un’intero libro che non concepisce la lettera maiuscola dopo i “tre punti”, il “punto esclamativo” e il “punto interrogativo”. Oppure dove mandano virgole e addirittura punti alla fine di paragrafi. No, assolutamente disturbante ma qua non so davvero se sia colpa della Casa Editrice o dell’autrice; sembra assai strano che una laureata non sappia queste piccolezze. Un altro elemento che discorda con lo stile tenuto dall’autrice stessa è l’utilizzo di espressioni come “eheheh” per indicare le risate; espressioni troppo fumettistiche da sfoggiare in un romanzo di questa portata.

Tornando alle avventure di Erika, senza approfondire troppo per evitare spoliers inopportuni, possiamo ribadire ancora una volta quanto sia “buona” l’idea della Morte D’Argento. L’autrice è riuscita a confondere la protagonista, e noi con lei, con un’intreccio fra buoni e cattivi veramente notevole. Non c’è una linea netta fra gli uni e gli altri e non sappiamo fare nessun pronostico senza il seme nel dubbio sempre presente! Non ci può certo dire che sia un romanzo prevedibile, questo no di certo.

In conclusione un libro d’esordio sicuramente valente ma che poteva essere curato meglio dalla Casa Editrice che, oltretutto, pretende di venderlo al prezzo di 18,00€. Un prezzo del genere può essere applicato (lo fanno ma è sempre un’esagerazione) a un autore affermato e piuttosto famoso. Per un romanzo, benché molto corposo, di un’autrice esordiente, con copertina morbida (che finisce per sciuparsi ben presto visto la mole del romanzo!) e con la quantità di refusi presenti è assolutamente impensabile un prezzo del genere, se non addirittura comico! Lo scopo, con le opere d’esordio, sarebbe quello di far conoscere il più possibile gli autori e le loro opere, i lettori non buttano 18,00€ per un’opera di un’autrice che non conoscono; forse giusto amici e parenti. Con questa strategia di marketing si finisce per tagliare le gambe all’esordiente stesso visto che molti si ritrovano a recuperarlo usato per averlo ad un prezzo più ragionevole. Senza contare che, appunto, lo scopo sarebbe quello di farsi conoscere dal mercato generale dei lettori non solo dai lettori internettiani (che finiscono sempre per conoscere il libro perché sono amici o tramite qualche passaparola di amici).

Tutto questo, ovviamente, è un’osservazione diretta alla casa editrice e non all’autrice che ha fatto, onestamente, un buon lavoro per un’opera prima. Complimenti a Federica Pini ma la stessa cosa non si può certo dire della Runde Taarn.

 

Booktrailer:

 


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