La morte del romanticismo

Creato il 22 febbraio 2012 da Phoebe1976 @phoebe1976

Quando lavoravo in una azienda diversa da quella di ora, diversi anni fa, passavo tutte le mattine per una strada molto trafficata che taglia a metà la zona industriale della mia città.

Sapete quelle vie tutte di capannoni, concessionari d’auto e aziende più o meno grandi, intervallate solo da distributori e officine? Ecco.

In mezzo a cotanta disperata brutalità visiva c’era lui, uno splendido negozio di abiti da sposa.

Non abiti da sposa qualunque, di quelli che farebbero sembrare una meringa cicciona e bulimica pure Kate Moss.

No, abiti da sposa belli, bellissimi, senza età. Spettacolari costruzioni di stoffe pregiate e lustrini, bustini avvolgenti e gonne fruscianti.

Quelli che li vedi in vetrina, mentre stai in coda nel traffico e sogni il principe azzurro.

O magari di vivere nel periodo della Reggenza con Jane Austen, che alla fine va bene uguale.

Che poi il principe azzurro sia quel che sia è un’altra storia, ma lì in mezzo al traffico, magari di lunedì, ti senti portata via verso luoghi ameni e meravigliosi.

Sorridi nel traffico come una beota, ecco.

E magari rischi pure di sorridere ad uno sbagliato.

Io poi all’epoca ero pure single e sfiduciata, immaginate l’anelito di speranza e di sogno che emanavano quelle vetrine per me.

Non c’era giorno che non desiderassi entrare anche solo per simulare l’acquisto di un ipotetico abito per un molto ipotetico matrimonio.

Ehm, anzi, credo anche di averlo fatto (dando un nome falso, ovviamente, state sereni).

Oggi, passando per quella strada dopo alcuni mesi e sopportando lo stesso medesimo traffico mi sono accorta subito che qualcosa era cambiato.

Il negozio di abiti da sposa non c’era più.

Svanito, evaporato.

Al suo posto, impenitente e dotato di una gigantesca insegna, un discount di abbigliamento che promette di vendere tutto, ma proprio tutto, a 5,10 o 15 euro.

Le stesse meravigliose vetrine riempite di paccottiglia qualunque. Il sogno svenduto sull’altare del Made in China.

Ma vi pare possibile? E soprattutto, vi pare giusto?

Una povera ragazza che vaga da sola nel traffico, non si merita almeno di sognare un po’?

Che mondo materialista e schifoso è mai questo?

Ditemi voi se questi non sono segnali dell’avvento dei Maya...


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