Magazine Cultura

La morte di Bunny Munro

Creato il 13 dicembre 2011 da Postscriptum
La morte di Bunny Munro

Nick Cave,La Morte di Bunny Munro (Feltrinelli 2009)

La morte di Bunny Munro si presenta al lettore come romanzo moderno, sicuramente coerente coi tempi di plastica che viviamo e in qualche modo tristemente legato ad esso. La storia trattata sembra avere poco o nulla di originale- il viaggio insieme di un padre e del figlio dopo la morte della madre- ma il fatto che a scrivere sia Nick Cave non fa che rendere l’opera fortemente appetitosa, soprattutto agli occhi di chi già conosce il cantante australiano per le sue doti di romanziere e poeta.
Ed effettivamente non ci discostiamo dal precedente scritto “E l’asina vide l’angelo” per spirito, tematiche e stile letterario. Ancora una volta Nick Cave rispolvera i cliché cui ci ha abituato nel corso degli ultimi vent’anni e si diverte a sbattere in faccia al lettore una realtà cruda e ostile, un inferno di immagini tetre e quasi insostenibili per l’immaginazione di chi legge, un calvario di perversioni sessuali che si susseguono con ritmo frenetico, facendo della prima parte del romanzo un baccanale orgiastico che coinvolge, di volta in volta, il protagonista Bunny Munro e i vari personaggi femminili che questi incrocia nel suo lavoro di rappresentante porta a porta di prodotti di bellezza.
Ma a mitigare questo clima a dir poco boccaccesco, a trovare spazio in maniera quasi coatta nella mente del protagonista- nella quale la figura del sesso femminile è a dir poco ossessionante- è la presenza del figlioletto di nove anni che simpaticamente porta il nome del padre, Bunny Boy.
Un ragazzino timido, taciturno, schivo, affezionato alla madre e della quale conserva con gelosia estrema un suo regalo, un’enciclopedia che porta sempre con sé e che rappresenta per lui la porta d’accesso per il mondo.
Ed è proprio in compagnia del figlio- che dopo il funerale della moglie non è riuscito a scaricare ai nonni- che Bunny Munro tenta e spera di fuggire ai propri fantasmi, di lasciarsi alle spalle quell’evento di rottura nella propria vita rappresentato dal suicidio della moglie, di scappare da un padre morente- troppo amato e troppo odiato- e da una vita che solo apparentemente sembrava essere in grado di dominare.

La morte di Bunny Munro

Nick Cave legge un passo del suo romanzo

Durante il viaggio Bunny Munro farà i conti con il suo passato, e tenterà di spingere ai margini della consapevolezza ed in fondo all’anima le proprie angosce ogni qual volta queste sembreranno risalire in superficie, senza tuttavia riuscirci pienamente. Il protagonista avverte la terribile, inquietante sensazione di aver perduto le proprie certezze, avverte la consapevolezza che la coscienza umana non si può tacitare definitivamente col sesso a tutti i costi e con l’alcol, sente inesorabilmente su di sé che la partita sta finendo. Ed è sconfitto. Sconfitto da una vita estrema condotta all’insegna dell’eversione e della strafottenza, all’insegna del male profondo, stuprando i sentimenti delle persone che gli hanno voluto bene e pisciando addosso alle loro carcasse.
Ed è proprio dopo aver trascinato il lettore in quest’inferno di amplessi malefici costellato di sangue e di dolore che l’autore concede al protagonista della sua opera l’ultima, estrema possibilità di riscatto, di redenzione, di salvezza.
Il sentiero è stato attraversato, le lacrime sono state versate. Lacrime di pentimento, di perdono, di solitudine e di tristezza, di paura estrema. Bunny capisce di aver sbagliato, di aver proceduto nella vita spinto esclusivamente da una cieca obbedienza al proprio egoismo, avendo come scopo solo se stesso. E di fronte ad una platea vastissima, che aspetta solo le sue parole e lo osserva con drammatico distacco, rivela agli altri e a se stesso la propria piccolezza, la propria meschinità e l’amore immenso per il figlio di nove anni, Bunny boy, che ha fatto si che il padre piangesse lacrime di redenzione, lui che per una malattia agli occhi lacrime non poteva nemmeno piangere.
Si chiude cosi il cerchio della storia, con un messaggio di speranza. Anche il male estremo può essere ricondotto sulla strada dell’amore. A farsi carico di questo compito cosi alto saranno i figli per i genitori e i genitori per i figli.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :