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Trama: Un giovane psichiatra si reca in un manicomio e, per riuscire ad ottenere un lavoro, viene sfidato dal nuovo direttore ad interrogare i degenti e scoprire l'identità del dottor Starr, afflitto da doppia personalità e perciò rinchiuso assieme ad altri pazienti.
Nonostante mi ritenga una discreta appassionata di horror, spesso mi rendo conto che ci sono ancora parecchie cose che devo scoprire. Per esempio, non conoscevo l'esistenza della britannica casa di produzione Amicus, che tra gli anni '60 e i '70 ha prodotto una decina di cosiddetti portmanteau horror, ovvero dei film composti da vari episodi uniti da una trama "esterna", un po' come i Creepshow di cui ho già avuto modo di parlare. La morte dietro il cancello è un perfetto esempio della struttura di queste pellicole: il pretesto narrativo per raccontare quattro diverse storie è la sfida posta dal Dr. Rutherford al Dr. Martin, il quale deve farsi raccontare le storie di quattro diversi degenti del manicomio e scoprire chi di loro è il fantomatico Dr. Starr, ex direttore della casa di cura. Come spesso accade con queste antologie, la qualità dei diversi episodi cambia notevolmente e La morte dietro il cancello è particolarmente altalenante nel ritmo e poco omogenea nella distribuzione della suspance. Il film infatti comincia con il divertissment Frozen Fear, un "tipico" caso di omicidio coniugale ravvivato da alcuni dettagli weird come la presenza di arti insacchettati e di un braccialetto voodoo in grado di riportare sulla terra gli spiriti; l'episodio ha il sapore di un ironico amuse-bouche che stuzzica lo spettatore preparandolo per piatti più forti e vi assicuro che, nonostante la messa in scena ingenua, non manca di provocare qualche brivido. Purtroppo La morte dietro il cancello prosegue inaspettatamente con due episodi debolucci e, soprattutto per quel che riguarda Lucy Came to Stay, noiosetti e prevedibili, ravvivati giusto dalla presenza del sempre elegante Peter Cushing e dalla sensualissima Britt Ekland: in The Weird Tailor il tema è la magia (e a dire il vero un elemento inquietante c'è) mentre Lucy Came to Stay è un piccolo thriller psicologico che mette i brividi solo grazie alla risata finale di una giovane Charlotte Rampling.
Più nelle mie corde è invece il segmento Mannikins of Horror che, come avrete forse intuito, parla di burattini ed è l'unico che prosegue all'interno della storia di raccordo. L'episodio in questione è particolarmente pauroso non solo per l'argomento trattato ma soprattutto per il paio di imprevedibili twist che spiccano all'interno della pur breve sceneggiatura e poi è graziato, oltre che dalla valida interpretazione di Herbert Lom, da pochi effetti speciali sicuramente notevoli sia per l'epoca che per il budget con cui è stato realizzato La morte dietro il cancello, che si conclude col botto lasciando intuire le peggio cose allo spettatore (che poi è il modo di fare horror che preferisco, perché bastano il primo piano di un volto sofferente e un terribile rumore in sottofondo per colpirmi più di quanto non facciano mille spiegoni!). Siccome Mannikins of Horror è strettamente legato alla storia principale si potrebbe dire che La morte dietro il cancello è composto da cinque episodi, soprattutto perché la cornice è molto ben curata per quanto riguarda la regia (interessanti le inquadrature delle stampe antiche all'inizio) ed è anche recitata da attori notevoli, tra i quali spicca quel Patrick Magee che da sempre il meglio di sé quando viene relegato su una sedia a rotelle. Non avendo mai visto gli altri portmanteau della Amicus non vi saprei dire se La morte dietro il cancello è il punto di partenza ideale per avventurarsi nell'impresa, sicuramente io ho molto apprezzato l'impianto vintage dell'intera operazione e il modo subdolo con cui Robert Bloch, autore della sceneggiatura, gioca con le aspettative e le paure del pubblico; come ho detto, le storie non sono tutte allo stesso livello ma hanno perlomeno il pregio di avventurarsi in sentieri horror per l'epoca poco battuti e per la maggior parte sono abbastanza fantasiose, quindi mi sento di promuovere in toto questo La morte dietro il cancello e di ringraziare Stephen King per avermelo fatto conoscere!
Di Peter Cushing (interpreta Smith nell'episodio The Weird Tailor), Britt Ekland (Lucy nell'episodio Lucy Came to Stay), Charlotte Rampling (Barbara nell'episodio Lucy Came to Stay) e Patrick Magee (Dr. Rutherford) ho già parlato ai rispettivi link.
Roy Ward Baker (vero nome Roy Horace Baker) è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto altri film come Vampiri amanti, Il marchio di Dracula, Barbara il mostro di Londra, The Vault of Horror, La leggenda dei 7 vampiri d'oro, Il club dei mostri ed episodi di serie come Agente speciale e Simon Templar. Anche produttore, attore e sceneggiatore, è morto nel 2010, all'età di 93 anni.
Herbert Lom (vero nome Herbert Charles Angelo Kuchacevich ze Schluderpacheru) interpreta Byron. Nato a Praga, ha partecipato a film come La signora omicidi, Spartacus, Il fantasma dell'Opera, Il conte Dracula, La pantera rosa colpisce ancora, La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau, La vendetta della pantera rosa, Sulle orme della pantera rosa, Pantera rosa - Il mistero Clouseau, La zona morta e Il figlio della pantera rosa. E' morto nel 2012, all'età di 95 anni.
Il segmento The Weird Taylor è stato in seguito trasposto anche in un episodio di Thriller, serie antologica presentata nientemeno che da Boris Karloff; io non l'ho mai vista ma se La morte dietro il cancello vi fosse piaciuto potreste recuperarla assieme ad altri portmanteau della Amicus come Le cinque chiavi del terrore, La bambola di cera, Il giardino delle torture, La casa che grondava sangue, Racconti dalla tomba, The Vault of Horror, La bottega che vendeva la morte o Il club dei mostri. ENJOY!
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