Screening. Un recente studio [Thiene et al. 2012] mostra come una metodica quale l'ECG e/o l'ecocardiogramma possono rilevare quei disturbi cardiaci strutturali che sono alla base della morte improvvisa. Questi disturbi, in linea generale, sono
- malattie dei canali ionici cardiaci, rilevabili con ECG normale o sotto sforzo
- sindrome di Marfan, patologie a carico dell'aorta
- anomalie congenite delle arterie coronariche, aterosclerosi prematura coronarica
- cardiomiopatia ipertrofica e aritmogena
- patologie a carico delle valvole cardiache: valvola bicuspide aortica, prolasso valvola mitralica
- patologie del sistema di conduzione: sindromi da pre-eccitazione
La morte improvvisa è quasi tre volte più frequente negli atleti che nella popolazione di non-atleti. Lo mostra uno studio [Corrado et al 2003] che ha eseguito un'indagine nel Veneto:
- morte improvvisa atleti: 2,3/100.000/anno, si legge 2,3 casi ogni 100 mila atleti per anno
- di cui: 2,1/100.000/anno da causa cardiovascolare, con predominanza maschile 10:1
- morte improvvisa non-atleti: 0,9/100.000/anno
Prevenzione secondaria. Per quanto riguarda il ruolo dello screening un altro studio però giunge a conclusioni opposte [Estes and Link 2012]. Secondo questi autori i programmi di screening con ECG per l'identificazione dei soggetti a rischio non hanno prodotto i risultati sperati. Basandosi sulla evidence-based medicine (medicina basata sull'evidenza) affermano che per gli atleti rappresenta una maggiore protezione il miglioramento della prevenzione secondaria, quella relativa all'intervento di urgenza e alle metodiche messe in atto per fronteggiare l'emergenza dopo che si è verificato l'evento, più che il miglioramento della prevenzione primaria.
Cause. Una delle cause più comuni di morte improvvisa negli atleti americani, tra quelle cardiache, è la cardiomiopatia ipertrofica (HCM) mentre in quelli italiani (Veneto) è la displasia ventricolare destra (RVD) [Mont 2010].- su 158 morti improvvise, 24 (15%) da cause non-cardiovascolari e 134 (85%) da cause cardiovascolari
- età mediana nelle morti da causa cardiovascolare: 17 anni; range da 12 a 40 anni;
- sesso: 120 (90%) maschi, di cui 70 (52%) bianchi, 59 (44%) neri
- sport più coinvolti: basket 47 casi, football americano 45
- cause cardiovascolari più diffuse: cardiomiopatia ipertrofica 36%, più presente nella popolazione nera che in quella bianca (48% contro 26%, P=.01); malformazioni delle arterie coronariche 13%
- di tutti gli atleti che si sono sottoposti a screening preventivo (n. 115) solo nel 3% dei casi (n. 4) sono stati sospettati di avere una patologia cardiovascolare e solo in 1 atleta è stata scoperta una patologia potenzialmente responsabile di morte improvvisa.
.......................
Fonti:
L. Franceschini, Atleti ed aritmie
Thiene Gaetano, Corrado Domenico, Rigato Ilaria, Basso Cristina, Why and how to support screening strategies to prevent sudden death in athletes, Cell and Tissue Research, 2012, http://www.springerlink.com/content/314wp12703172258/ Doi: 10.1007/s00441-012-1398-4
N.A. Mark Estes, Mark S. Link, Preparticipation Athletic Screening Including an Electrocardiogram: An Unproven Strategy for Prevention of Sudden Cardiac Death in the Athlete, Progress in cardiovascular diseases 1 March 2012 (volume 54 issue 5 Pages 451-454 DOI: 10.1016/j.pcad.2012.01.008)
Lluis Mont, Arrhythmias and sport practice, Heart 2010;96:398-405 doi:10.1136/hrt.2008.160903Corrado Domenico; Basso Cristina; Thiene Gaetano, Sudden cardiac death in athletes: what is the role of screening? Current Opinion in Cardiology:January 2012 - Volume 27 - Issue 1 - p 41–48doi: 10.1097/HCO.0b013e32834dc4cb
- Barry J. Maron,
- Jamshid Shirani,
- Liviu C. Poliac,
- Robert Mathenge,
- William C. Roberts,
- Frederick O. Mueller, Sudden Death in Young Competitive Athletes: Clinical, Demographic, and Pathological Profiles, JAMA 1996;276(3):199-204. doi:10.1001/jama.1996.03540030033028
imagecredit
cardiology.wustl.edu
heart.bmj.com
new england journal of medicine