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La Morte ti fa bella

Creato il 10 settembre 2014 da La Civetta Di Torino @CivettaTorino

Vi ricordate le maschere mortuarie del Museo del Risorgimento? Ebbene, una maschera simile è attualmente esposta al Museo del Cinema, uno dei musei più divertenti e magici di Torino. Cambia spesso allestimento, quindi non si può visitare una volta soltanto, perché spunta sempre qualcosa di nuovo. La maschera in questione è infatti stata esposta di recente nella sezione del museo dedicata alla Macchina del Cinema e in realtà non raffigura un defunto, ma l’attrice Meryl Streep, che è viva e vegeta.

Il calco in gesso è opera di Alec Gillis, che lo realizzò nel 1992, in occasione delle riprese del film “La Morte ti fa bella (Death becomes her)”, diretto da Robert Zemeckis. Si tratta di una commedia grottesca, che racconta la storia di due donne, Helen Sharp (Goldie Hawn) e Madeline Ashton (Meryl Streep), in perenne rivalità e che si contendono il chirurgo Ernest Menville (Bruce Willis). Entrambe sono terrorizzate dal tempo che passa e perciò trangugiano un elisir di lunga vita, che le costringe a vivere in eterno, seppur ridotte alla stregua di cadaveri ambulanti.

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Il film ha vinto nel 1993 l’Oscar per i migliori effetti speciali, che furono realizzati dai designers Ken Ralston, Tom Woodruff Jr e Alec Gillis, collaboratori dell’Industrial Light & Magic, studio fondato nel 1977 da George Lucas. Memorabile è la scena in cui Meryl Streep si ritrova con il collo del tutto girato all’indietro e a Goldie Hawn si apre un buco enorme nello stomaco (in senso letterale, neh). Per non parlare della scena finale in cui le due cadono da una scala e si frantumano in mille pezzi.

Spesso i truccatori e i creatori di effetti speciali usano i calchi dei volti degli attori per modellare protesi facciali, per modificare i tratti del viso o per ricostruirne le fattezze su manichini meccanizzati. Questi i motivi per cui è stata costruita la maschera del Museo del Cinema. Non appartiene alle collezioni del museo, ma è stata concessa in comodato (insieme al ciak originale della scena finale del film) da Tamara Sillo, collaboratrice del museo.

Ribadisco, non è una maschera funebre, ma guardandola sembra proprio di trovarsi di fronte a Meryl passata a miglior vita.

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Approfondimenti
Leggi anche: Le maschere mortuarie del Museo del Risorgimento

 


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