10 maggio 2012 Lascia un commento
![La mostra delle atrocita' La mostra delle atrocita'](http://m2.paperblog.com/i/116/1162677/la-mostra-delle-atrocita-jg-ballard-L-aAi_9-.jpeg)
Ballard per una manciata di euro non si rifiuta, soprattutto quel Ballard a me poco noto, che non scrive fantascienza.
Andai a mangiare e le poche righe pagine lette mi mandarono in confusione. Ci riprovai poco dopo, panchina e gelato, voglia di restare ancora in quei luoghi ma leggevo senza che una sola frase assumesse un senso compiuto. Sono sconvolto, mi dissi, ho bisogno di tranquillita’, ribadii.
Mesi dopo, superato il timore di affrontare qualcosa che mi riportasse troppo vicino a quella giornata, riprovai ma lo straniamento non era cessato e diedi ancora colpa al trauma non del tutto assorbito e col tempo, con gli anni che passavano veloci, ho riprovato a leggerlo, arrendendomi sempre dopo poche pagine.
Ho voluto riprovare oggi, l’effetto non cambia ma questa volta non mi sono fermato, ho proseguito all’interno del testo e il suo guazzabuglio di periodi scollegati tra loro ed in totale anarchia e qualcosa e’ scattato, ad un certo punto il flusso di parole si e’ tramutato in un flusso di coscienza e come una lingua sino a quel momento ignota divenuta comprensibile, ho avuto accesso al significato o dovrei dire al significante del libro di Ballard.
L’errore che non so quanto comune ma di certo mio, e’ nel pretendere coscientemente un nesso tra le parti mentre serve farsi trasportare passivamente dalle associazioni evocate dal testo che ruotando vorticosamente rivelano un movimento laddove i singoli fotogrammi, individualmente restano immobili.
E’ nell’esposizione non lineare ed ossessiva di meccanica, sesso e morte, trasposte nelle controparti umane della Monroe, dei coniugi Kennedy, Malcom X e molti altri, nel resoconto della cronaca che attraversa il Vietnam involandosi sulla Luna, che la matematica vince o si cerca di far vincere sul caos inaccettabile dell’esistenza intesa come cosmico esistere, nel cercare una regola d’infinite somme e moltiplicazioni che diano senso laddove il senso non sembra esserci. Bisogna dar credito a Ballard di aver portato avanti in tempi non sospetti l’interessante equivalenza uomo – macchina, scambiandone ruoli e fattori, anticipando con questo romanzo il suo "Crash" e le tematiche di "nuova carne" tanto care a Cronenberg, che non a caso portera’ Ballard sul grande schermo.
Questo e’ un libro a cui oggi tengo molto perche’ e’ il segno tangibile degli sforzi da me compiuti per giungere sino qui, un libro inesauribile in quanto letteralmente incomprensibile ma logicamente perfettamente chiaro e definito e percio’ leggibile all’infinito ed ogni volta rivelera’ diverse figure, frammenti diversamente interconnessi, spazi interiori prima sconosciuti.
In conclusione verra’ spontaneo domandarmi cosa centra il mio lungo antefatto. Niente e del resto non mi interessa parlare del libro nemmeno troppo quando va invece letto e percepito, non compreso.
Non centra nulla o almeno non c’e’ una relazione diretta e se solo esiste un disegno anche per me, correndo tra le pagine l’ho intravisto senza comprenderlo appieno e lo scontro fisico col libro in un giorno tanto particolare della mia vita e’ algebra, non karma.
C’e’ uno schema per ognuno e che ognuno trovi il proprio. Non conosco il mio ma almeno potrebbe dare indizi sul luogo dal quale iniziare a cercare.