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La motivazione nel Mental Coaching

Da Certifiedmentalcoachitalia

Ti sei mai chiesto che cos’è la motivazione?
È l’insieme di tutti quei motivi che spingono un individuo a fare una determinata cosa o a tendere verso un determinato obiettivo.

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La motivazione nel Mental Coaching ha un importanza fondamentale. Buona parte del lavoro del Mental Coach consiste infatti nell’aiutare altre persone a capire meglio le motivazioni che li spingono a raggiungere determinati obiettivi e a rinforzarle.
Avere delle buone motivazioni ci spronerà nel conseguimento delle nostre azioni e nel raggiungimento di risultati migliori.
Motivazioni giuste e motivazioni sbagliate?

Quando svolgiamo un’attività, la motivazione può essere:
estrinseca, ovvero quando ci si dedica ad un’attività per ragioni esterne all’attività stessa, come
ricevere lodi o perché si è costretti a farlo;

intrinseca, cioè quando ci impegniamo in qualcosa perché ci gratifica diventare più competenti in una determinata attività.
Una motivazione non sarà più giusta dell’altra quanto più efficace.

 

La motivazione nel Mental Coaching
Un coach competente si impegna affinché la motivazione sia di carattere intrinseco. Infatti l’applicazione della motivazione nel Mental Coaching è efficace perché si fonda sulla convinzione che il raggiungimento di migliori risultati è più semplice rendendo il nostro impegno divertente e quindi gratificante.
Proprio per questa ragione la motivazione nel Mental Coaching è il primo passo per attuare un percorso di cambiamento. Inoltre è grazie ad essa che si possono stabilire la direzione e l’intensità delle azioni che mi accingo a compiere per raggiungere un determinato obiettivo.
Sono diverse le teorie che sfruttano il principio motivazionale come base dello sviluppo individuale a cui fa capo l’impiego della motivazione nel Mental Coaching.

Prendiamo in esempio la teoria dei bisogni di David McClelland secondo cui esistono delle motivazioni cognitive e secondarie che muovono il soggetto ad un determinato comportamento sociale o lavorativo e che possono essere ricondotte ad aspetti cognitivo-affettivi.
In termini semplici: ad ogni bisogno corrisponde un desiderio e una conseguente paura di non riuscire a raggiungerlo.

Il suo contributo è stato di spunto per altre teorie molto più vicine ai principi di utilizzo della motivazione nel Mental Coaching, come la teoria dell’attribuzione di Weiner secondo cui le persone che attribuiscono i loro successi alle proprie capacità personali e i loro insuccessi ad una mancanza di impegno sono in grado di persistere nello sforzo per raggiungere un obiettivo. Contrariamente chi tende ad attribuire i propri successi a fattore situazionali e gli insuccessi a deficit di capacità tenderà ad abbandonare il proprio impegno prima degli altri.

Traendo spunto dalle teorie cognitive e comportamentali più recenti la motivazione nel Mental Coaching è diventata il pulsante principale per innescare quel meccanismo di causa-effetto che determina lo svolgimento di un azione e di un conseguente risultato.

Ci resta solo da chiederci quanta volontà mettiamo nella nostra vita ogni giorno, quanta siamo motivati a fare le cose, se le facciamo nel modo migliore e se potremmo farle meglio!


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